- Rivolto a
- Cittadini
- Enti pubblici
- Imprese e liberi professionisti
- Terzo settore
ll vaiolo delle scimmie, in inglese Mpox, è una malattia infettiva trasmessa dagli animali all’uomo causata dal virus monkeypox. Il nome deriva dalla prima identificazione del virus, scoperto nelle scimmie in un laboratorio danese nel 1958.
A partire da maggio 2022, per la prima volta, sono stati segnalati casi in Paesi in cui la malattia non è endemica e senza che questi avessero collegamenti epidemiologici diretti o immediati con aree dell'Africa occidentale o centrale (viaggi, importazione di mammiferi). Il 23 luglio 2022 l'OMS ha dichiarato l’Mpox come "emergenza di salute pubblica internazionale". L’epidemia ha costituito una emergenza di salute pubblica internazionale fino all’11 maggio 2023.
- Dove è diffuso
-
È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa, ad esempio scoiattoli, ratti, marsupiali del Gambia, ghiri, primati non umani e altre specie. Tuttavia, permangono delle incertezze su quali siano i serbatoi naturali del virus e su come venga mantenuta la sua circolazione in natura (sebbene si sospetti che i roditori rivestano un ruolo determinante).
L’Mpox (vaiolo delle scimmie) è endemico in Africa centrale e occidentale, dove sono regolarmente segnalati dei focolai, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo. Nelle aree endemiche è trasmesso all’uomo attraverso un morso o il contatto diretto con il sangue, la carne, i fluidi corporei o le lesioni cutanee di un animale infetto. Fino al 2022, i rari casi che venivano segnalati in Paesi non endemici erano solitamente di importazione, mentre la trasmissione interumana ricopriva una percentuale limitata di casi.
La malattia colpisce tutte le fasce di età: nei Paesi endemici i bambini di età inferiore ai 16 anni hanno storicamente costituito la percentuale maggiore di casi. Tuttavia, in anni recenti è stato osservato un aumento dell’incidenza di casi nei Paesi endemici, con focolai segnalati di tutte le età e in contesti più diversi.
A partire da maggio 2022, per la prima volta, sono stati segnalati casi in Paesi in cui la malattia non è endemica e senza che questi avessero collegamenti epidemiologici diretti o immediati con aree dell'Africa occidentale o centrale (viaggi, importazione di mammiferi).
Il 23 luglio 2022 l'OMS ha dichiarato l’Mpox (vaiolo delle scimmie) "Emergenza di salute pubblica internazionale" (PHEIC - Public Emergency of International Concern). L’epidemia ha costituito una emergenza di salute pubblica internazionale fino all’11 maggio 2023.
- Come si trasmette
-
La trasmissione avviene prevalentemente da animale a uomo, attraverso il contatto diretto con animali infetti, spesso durante la caccia, la cattura e la lavorazione degli animali infetti o delle parti di animali infetti e dei loro fluidi. I piccoli mammiferi possono essere portatori del virus, a volte senza sintomi apparenti, mentre i primati non umani possono ammalarsi e avere segni della malattia come gli esseri umani. Non sono noti i serbatoi naturali del virus nelle aree endemiche.
La trasmissione da persona a persona avviene attraverso il contatto stretto e prolungato con una persona sintomatica. Per contatto stretto si intende un contatto prolungato faccia a faccia (come parlare, respirare o cantare uno vicino all'altro, attività che possono generare goccioline o aerosol a corto raggio), pelle a pelle (attraverso un contatto con lesioni cutanee e durante i rapporti sessuali), bocca a bocca, bocca a pelle. Inoltre, il MPXV può essere trasmesso tramite oggetti contaminati, come lenzuola, asciugamani, indumenti, dispositivi elettronici e superfici toccati da una persona infetta. Una persona che tocca questi oggetti potrebbe infettarsi se ha tagli o abrasioni o se tocca accidentalmente gli occhi, il naso, la bocca o altre membrane mucose.
Sono state documentate anche altre vie di trasmissione, come quella attraverso la placenta, dalla madre al feto (che può portare al Mpox congenito) o durante e dopo la nascita attraverso un contatto diretto pelle a pelle tra madre e neonato.
- Segni e manifestazioni cliniche
-
Nell’uomo si presenta con
- febbre
- dolori muscolari
- cefalea
- rigonfiamento dei linfonodi
- stanchezza
- manifestazioni cutanee come vescicole, pustole, piccole croste
La malattia generalmente si risolve spontaneamente in 2-4 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; in caso di necessità si somministrano farmaci antivirali. Alcune persone possono sviluppare una malattia più grave e necessitare di ricovero ospedaliero.
Le persone a più alto rischio includono i bambini, le donne in gravidanza e le persone con compromissione del sistema immunitario inclusa l’infezione da HIV.
Dopo un periodo di incubazione che può variare da 5 a 21 giorni (in genere da 6 a 13 giorni), la malattia è generalmente caratterizzata da:
- una fase prodromica, che dura tra 0 e 5 giorni, con febbre, intensa cefalea, linfonodi ingrossati, mal di schiena, mialgia e intensa astenia (debolezza)
- eruzione cutanea che di solito si presenta entro 1-3 giorni dalla comparsa della febbre, tipicamente iniziando sul viso e poi diffondendosi ad altre parti del corpo (il coinvolgimento oculare può portare a ulcere corneali e cecità
- l’eruzione cutanea generalmente evolve in sequenza da macule (lesioni con una base piatta) a papule (lesioni solide leggermente rialzate), vescicole (lesioni piene di liquido trasparente), pustole (lesioni piene di liquido giallastro) e croste che si seccano e cadono. Il numero di lesioni varia da poche a diverse migliaia.
Le complicanze tipiche del vaiolo delle scimmie possono includere infezioni batteriche secondarie, broncopolmonite, sepsi, encefalite e infezione della cornea con conseguente perdita della vista. Sono state inoltre descritte complicanze genitali, perianali e orali, tra cui proctite e tonsillite.
Una persona infetta rimane contagiosa per tutta la durata della malattia sintomatica (a partire dalla comparsa dei sintomi prodromici fino alla caduta delle croste di tutte le lesioni e la formazione di nuova pelle), normalmente da 2 a 4 settimane. Non è noto se il virus possa essere diffuso da persone asintomatiche.
La prognosi della malattia dipende da molteplici fattori inclusi lo stato di pregressa vaccinazione, lo stato di salute iniziale della persona, malattie concomitanti e comorbidità.
- Terapia
-
La maggior parte delle persone a cui viene diagnosticato l’Mpox guarisce senza alcun trattamento. Il trattamento è generalmente sintomatico e di supporto. Alle persone che presentano una malattia severa o che hanno una compromissione del sistema immunitario può essere prescritto un antivirale. Per i pazienti ad alto rischio di progressione verso la malattia grave, il trattamento deve essere somministrato precocemente insieme a cure di supporto e controllo del dolore. Nelle persone con infezione da HIV, si raccomanda anche di iniziare il trattamento antiretrovirale (ART) al momento della diagnosi di Mpox.
- Gestione del caso e misure di sanità pubblica
-
La gestione del caso di Mpox richiede l’identificazione precoce dei casi sospetti e una rapida attuazione di adeguate misure di controllo e prevenzione, esami per confermare la diagnosi, il trattamento sintomatico dei pazienti con Mpox lieve o non complicato, e il monitoraggio e trattamento delle complicanze e delle condizioni potenzialmente letali come la grave disidratazione, la polmonite e la sepsi.
I casi devono essere isolati fino alla caduta delle croste dell'eruzione cutanea, che indica la fine dell'infezione. Il tracciamento dei contatti permette la rapida identificazione di nuovi casi, di interrompere la trasmissione del virus e contenere l’epidemia. Permette, inoltre, di identificare precocemente e gestire eventuali contatti a rischio più elevato di sviluppare una malattia grave.
- Vaccinazione
-
Per la prevenzione dell’Mpox è disponibile un vaccino di terza generazione contro il vaiolo, basato su un virus vivo attenuato non replicante modificato: i dati disponibili indicano una buona efficacia nel prevenire la malattia sintomatica.
Per quanto riguarda le persone precedentemente vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione interrotta in Italia nel 1981) alcuni studi hanno dimostrato che la vaccinazione può raggiungere fino all'85% di efficacia nella prevenzione del vaiolo delle scimmie (Mpox). Pertanto, queste persone possono presentare una malattia più lieve se infettate con il virus, rispetto a quelle non vaccinate.
In Italia, la Circolare del Ministero della salute del 5 agosto 2022 ha dato indicazioni sulla strategia da adottare per la vaccinazione contro la malattia e quali categorie di persone vaccinare. A scopo precauzionale è sconsigliata la vaccinazione in gravidanza o durante l’allattamento, a eccezione di casi in cui la valutazione del rapporto rischio beneficio sia favorevole.
La vaccinazione viene effettuata con un ciclo a due dosi, somministrate per via sottocutanea o per via intradermica, a distanza di almeno 28 giorni.
Nelle persone appartenenti ai gruppi target che abbiano ricevuto in passato almeno una dose di vaccino antivaiolo o di vaccino Mpox (MVA-BN) o che abbiano concluso il ciclo vaccinale di due dosi di vaccino Mpox (MVA-BN ) da oltre due anni, è sufficiente la somministrazione di una sola dose di richiamo.