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La Microzonazione Sismica (MS) rappresenta uno strumento di riconosciuta validità per analizzare la pericolosità sismica locale, attraverso l'individuazione di zone del territorio caratterizzate da comportamento sismico omogeneo
Sulla base di osservazioni geologiche e geomorfologiche e dell’interpretazione di dati litostratigrafici e geofisici e, ove necessario, delle risultanze di specifiche indagini, il geologo deve ricostruire il modello tridimensionale del sottosuolo, con l’obiettivo di riconoscere ad una scala di sufficiente dettaglio (scala comunale o sub-comunale) le condizioni locali che possono modificare sensibilmente le caratteristiche del moto sismico atteso o produrre deformazioni permanenti rilevanti per le costruzioni e le infrastrutture.
Attraverso gli studi di MS è infatti possibile individuare e caratterizzare le zone stabili, le zone stabili suscettibili di amplificazione locale e le zone soggette a instabilità, quali frane, rotture della superficie per faglie e liquefazioni dinamiche del terreno.
Tali studi rappresentano un importante strumento conoscitivo che ha costi differenti in funzione del livello di approfondimento che si vuole raggiungere:
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il livello 1 è propedeutico ai veri e propri studi di MS in quanto consiste in una raccolta di dati preesistenti elaborati per suddividere il territorio, in termini qualitativi, in zone a comportamento sismico omogeneo (Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica - MOPS);
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il livello 2 introduce l’elemento quantitativo associato alle zone omogenee individuate, utilizzando ulteriori e mirate indagini ove necessarie, e definisce una vera carta di MS: in questo elaborato è riportato il dato numerico, ricavato con metodi semplificati (abachi e leggi empiriche), rappresentativo della modificazione locale del moto sismico in superficie e dei fenomeni di deformazione permanente (zone suscettibili di instabilità), sotto forma di fattore di amplificazione dello spettro elastico in superficie associato alla singola situazione litostratigrafica;
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il livello 3 restituisce una carta di MS con approfondimenti nelle zone suscettibili di amplificazioni o di instabilità, nei casi di situazioni geologiche e geotecniche complesse non risolvibili con abachi o metodi semplificati, o qualora l’estensione della zona in studio renda conveniente un’analisi globale di dettaglio o, infine, per opere di particolare importanza. I risultati delle elaborazioni sono rappresentati da analisi numeriche 1D e 2D per la quantificazione delle amplificazioni locali e analisi dinamiche per i casi di instabilità di versante e suscettibilità di liquefazione. È tipico di questo livello lo studio paleosismologico delle faglie attive e capaci (FAC).
L’ambito di analisi degli studi di MS comprende, in generale, le aree edificate o di potenziale utilizzo ed un intorno significativo, escludendo pertanto quelle aree in cui le condizioni territoriali o normative non consentono, o non prevedono, nuovi insediamenti o infrastrutture.
Quando si deve effettuare uno studio di Microzonazione Sismica e con quali criteri
A partire dal 1° giugno 2012 le indagini geologico-morfologiche ed idrauliche a supporto dei Piani Regolatori Generali (PRG) dei Comuni ricadenti nelle zone sismiche 3S e 3 devono comprendere uno studio di Microzonazione Sismica corrispondente al livello 1 degli Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica - ICMS 2008, predisposto secondo le modalità illustrate nell’allegato A alla Determinazione Dirigenziale n. 540/DB1400 del 09.03.2012 ed integrate nell'Allegato alla Determinazione Dirigenziale n.1696/A1819C del 09.06.2022 (Linee d’indirizzo in materia di prevenzione del rischio sismico per la predisposizione degli studi a supporto degli strumenti urbanistici).
Costituiscono riferimento tecnico complementare le disposizioni tecniche in ambito di microzonazione sismica definite a livello nazionale, di seguito elencate:
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gli “Indirizzi e criteri generali per gli studi di Microzonazione Sismica (ICMS), 2008
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i “Contributi per l'aggiornamento degli "Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica", pubblicati sul Supplemento alla rivista trimestrale "Ingegneria sismica" Anno XXVIII- n.2 - 2011
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le linee guida su singoli tematismi, ed in particolare le indicazioni per la gestione del territorio in aree interessate da instabilità:
- “Linee guida per la gestione del territorio in aree interessate da faglie attive e capaci (FAC)”, 2015
- “Linee guida per la gestione del territorio in aree interessate da instabilità di versante sismoindotte (FR)”, 2017
- “Linee guida per la gestione del territorio in aree interessate da liquefazione (LQ)”, 2017
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gli strumenti operativi rappresentati dagli “Standard di rappresentazione e archiviazione informatica”- (Standard), che propongono le legende-tipo, i layout di tutte le carte e le specifiche tecniche per la predisposizione delle strutture di archiviazione dei dati alfanumerici e dei dati cartografici.
- Prime esperienze di Microzonazione sismica in Piemonte
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- Progetto SISMOVALP “Seismic hazard and alpine valley response analysis”, avviato nel 2003 e concluso nel 2007 nell’ambito del Programma INTERREG IIIB Spazio Alpino (Fondi Strutturali UE 2000-2006). L’obiettivo primario del progetto è stato quello di fornire una valutazione della pericolosità sismica in ambiente alpino considerando le caratteristiche locali e gli effetti legati alle peculiarità geologiche, morfologiche e geodinamiche di questo ambiente. Per il Piemonte è stata individuata come area d’indagine la Val Pellice, ed in particolare il territorio del Comune di Torre Pellice (TO).
- Progetti di ricerca del Settore regionale Protezione Civile svolti in collaborazione con il Politecnico di Torino e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino (2006-2007): interessati i Comuni di Sant’Agata Fossili (AL), Domodossola (VCO), Dronero (CN) e Susa (TO). Le esperienze maturate e le relative risultanze sono in parte confluite negli Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica, (ICMS 2008), alla cui stesura si è giunti attraverso la collaborazione tra Regioni, Province autonome e Stato, approvati dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome il 13.11.2008.
- Progetto strategico RISKNAT “Gestione in sicurezza dei territori di montagna transfrontalieri”, avviato nel 2009 e concluso nel 2012 nell’ambito del Programma operativo Alcotra - Cooperazione territoriale europea transfrontaliera - Obiettivo 3 Italia/Francia (Alpi) 2007-2013. Nell’ambito dell’attività B.6-C.6 Rischio sismico, un gruppo di lavoro composto da ingegneri e geologi dell’Università di Genova, dell’INGV e del Politecnico di Milano ha effettuato la microzonazione sismica di III livello dell'abitato di Sant'Agata Fossili (AL).
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- Vittorio Giraud
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