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Scheda informativa

Parto segreto

Rivolto a
Cittadini

Il parto in anonimato

(fonte: Ministero della Salute)

La nascita di un bambino è un evento straordinario, che incide profondamente nella vita concreta, emotiva e relazionale di una donna.
Per una complessità di motivazioni, che occorre ascoltare, comprendere e riconoscere, non tutte le donne riescono ad accogliere la propria maternità. Durante la gravidanza, specialmente in situazioni di difficoltà della madre, è indispensabile per la tutela sua e del nascituro, che la donna sia seguita in maniera qualificata, in modo da evitare decisioni affrettate e spesso drammatiche al momento del parto. Occorre sostenere, accompagnare, informare le donne, affinché le loro scelte siano libere e consapevolmente responsabili. 
In ospedale, al momento del parto, serve garantire la massima riservatezza, senza giudizi colpevolizzanti, ma con interventi adeguati ed efficaci, per assicurare - anche dopo la dimissione - che il parto resti in anonimato.
La donna che non riconosce e il neonato sono i due soggetti che la legge deve tutelare, intesi come persone distinte, ognuno con specifici diritti. La legge consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale in cui è nato (DPR 396/2000, art. 30, comma 2) affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica. Il nome della madre rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”.

 

Che cosa fa la Regione Piemonte

Con DGR n. 22-4914 del 18 dicembre 2006 la Regione Piemonte ha individuato quattro soggetti gestori delle funzioni socio-assistenziali competenti per tutto il territorio piemontese: Comune di TorinoComune di NovaraCissaca di AlessandriaConsorzio dei Servizi CSAC di Cuneo, cui sono attribuite precise competenze e funzioni in termini di cura e tutela dei soggetti vulnerabili e/o con disagio conclamato (cfr. Legge regionale 8 gennaio 2004 n.1 attuativa della Legge 8 novembre 2000 n. 328), e in specifico in favore di donne che decidono di mettere al mondo il bambino nell’anonimato, non riconoscendo il proprio nato. Il parto segreto è un’opportunità che tutela la vita di entrambi.

La donna, indipendentemente dalla propria residenza anagrafica e dalla propria nazionalità, può rivolgersi liberamente al servizio territoriale socio-assistenziale del soggetto gestore da lei scelto per l’ottenere specifici sostegni (ex comma 5 quater, Art. 1, L. 16/06).

I quattro soggetti gestori garantiscono, sulla base di un progetto di presa in carico individuale, un insieme di interventi finalizzati non solo a sostenere la gestante in ordine al riconoscimento o non riconoscimento del nascituro e all’esigenza della segretezza del parto, ma anche le donne che abbiano già deciso in merito al non riconoscimento e che necessitino di sostegno in merito alla segretezza del parto. Nel caso di non riconoscimento del minore, il soggetto gestore ne garantisce il sostegno fino alla sua adozione definitiva e nei confronti della donna, il sostegno è assicurato fino ai 60 giorni successivi al parto.

I quattro Enti sono sostenuti dalla Regione con un finanziamento complessivo di 60 mila euro annui, utilizzati per sostenere le attività svolte e per realizzare una campagna di comunicazione, che ha prodotto materiale informativo multimediale e multilingue negli idiomi maggiormente diffusi nel territorio regionale - che sarà inserito nell'Agenda di gravidanza -. Attraverso un linguaggio semplice e comprensibile, si presenta alla donna il diritto al parto in anonimato, contribuendo alla prevenzione del drammatico fenomeno dell’abbandono in situazioni precarie dei neonati, che mettono in pericolo di vita i neonati e le partorienti. 

 

Per approfondire

Depliant informativo multilingue

Documenti e materiali del convegno sul parto segreto pubblicati sul sito della Città metropolitana di Torino)