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Scheda informativa

Biodiversità e cambiamento climatico

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Imprese e liberi professionisti
Terzo settore

Martedì 13 luglio 2021, nella sala Camini della Palazzina di caccia di Stupinigi e in webinar sui canali social di Piemonte Parchi, si è tenuto il tavolo tecnico sugli impatti del cambiamento climatico sulla biodiversità.

Dopo i saluti istituzionali del Comune di Nichelino, dell’Ente di gestione Parchi Reali e delle Fondazioni G. Goria e CRT, è stato presentato il progetto della Strategia Regionale sul Cambiamento Climatico, strumento che dovrebbe implementare misure di mitigazione e adattamento per il Piemonte.

L’attenzione si è concentrata su quanto il clima regionale sta cambiando, per poi arrivare ad un focus dedicato proprio agli impatti sulla vegetazione e sulla fauna, con un approfondimento riguardante le misure emerse essere necessarie per tutelare la biodiversità.

La giornata si è conclusa con un pranzo presso la Fagianaia e una visita guidata presso la nuova Area Umida nel Parco Naturale di Stupinigi.

Guarda il reportage video della mattinata

Il webinar trasmesso in diretta e registrato sul canale Facebook di Piemonte Parchi ha ottenuto oltre 1900 visualizzazioni e 60 condivisioni.

Scarica il Report di sintesi per i decisori politici

Guarda il programma dell'incontro

Le presentazioni dei relatori:

Guarda i risultati del tavolo di confronto

I temi:

Biodiversità e cambiamento climatico. Quali impatti? Quali soluzioni?

Una farfalla che non trova più la sua pianta nutrice. Un uccello che si ‘veste’ di bianco prima che nevichi. Un roditore che posticipa l’entrata in letargo e ne anticipa l’uscita. Una Natura impazzita? Non da sola, ma per effetto dei cambiamenti climatici.

La farfalla è la Maculinea alcon, una specie che depone le uova solo sula Gentiana pneumononanthe, sua pianta nutrice: un ciclo riproduttivo messo in crisi dalla de-sincronizzazione temporale tra fioritura della pianta e picco di fertilità della farfalla.
La pernice bianca è invece l’uccello alpino che patisce la de-sincronizzazione tra periodo di muta del piumaggio invernale e precipitazioni nevose: il ritardo delle nevicate autunnali rendono inutili le sue piume bianche, diventando facile bersaglio di predatori.
Osservando il ciclo vitale della marmotta alpina, si nota una tendenza al posticipo dell’entrata nella fase letargica e all’anticipo dell’uscita mentre lo sfasamento temporale tra rinverdimento delle praterie alpine e periodo di nascita degli stambecchi, sta invece minando la consistenza demografica della specie, poichè la qualità del foraggio ridotta non assicura la sopravvivenza dei capretti.

Un incontro dedicato al clima e alla biodiversità

Questi sono solo alcuni esempi delle conseguenze del cambiamento climatico studiato e approfondito in Piemonte, e di quei disturbi di sincronizzazione sia temporali che spaziali che genera, ad esempio, tra animali e piante: in gergo tecnico vengono definiti mismatch e non sono gli unici contraccolpi sulla biodiversità regionale di cui si parlerà martedì 13 luglio, in occasione dell’incontro ‘Biodiversità e cambiamento climatico. Quali impatti? Quali soluzioni?’ che avrà luogo nel Parco naturale di Stupinigi (su invito) ma che potrà essere seguito anche in diretta sui canali social di Piemonte Parchi.
Una mattinata densa di interventi di tecnici, studiosi, ricercatori, professionisti che restituiranno i risultati di un lavoro di ricerca cominciato lo scorso anno per comprendere impatti e soluzioni dei cambiamenti climatici sulla biodiversità vegetale in Piemonte, e che si è concluso quest’anno con un approfondimento sulle conseguenze riscontrabili sul mondo animale.

Come cambia il clima 'a casa nostra'

Un primo ‘banco’ di prova, quello della biodiversità, che fa capire come sta cambiando il clima ‘a casa nostra’ - e quali sono gli impatti dei cambiamenti climatici su scala locale - cosa si sta facendo, e cosa si potrebbe o dovrebbe fare.
Così, tra specie vegetali come il pino silvestre, che migra verso Nord ad alte quote alla ricerca di temperature più fredde e la lepre variabile - già vulnerabile a causa dell’altitudine in cui vive - ancor più minacciata dalla impossibilità di salire a maggiori altitudini, ci sono invertebrati acquatici che si estinguono, popolazioni di pesci che smettono di essere interconnesse per torrenti in secca, aracnidi che mutano di dimensioni, specie aliene che proliferano e anfibi che cambiano il proprio ciclo riproduttivo. Una biodiversità che muta per effetto di una emergenza climatica che la omogeneizza, la banalizza, favorendo specie generaliste.

La perdita di specie e habitat

La perdita di specie e habitat sarà il principale problema delle conservazione naturalistica del futuro? Sicuramente è una delle domande da porre a chi interverrà durante l’incontro (scarica qui la locandina provvisoria): potrete farne anche voi, seguendo e commentando la diretta dell’evento sulle pagine social della nostra rivista.
Certo è che ‘se la nostra dovrà essere la prima generazione che lascia i sistemi naturali e la biodiversità in uno stato migliore di quello che ha ereditato’ - secondo quanto affermato nella vision del IV Rapporto sul Capitale naturale in Italia, uscito di recente – c’è ancora molto da lavorare, anche in Piemonte.