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Misure per ridurre le emissioni da abbruciamenti e riscaldamento

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Terzo settore

L'inquinamento atmosferico continua ad essere una grande minaccia per la salute pubblica: è stato associato a malattie cardiache e, respiratorie, ictus, tumori, diabete e problemi neonatali. Ogni anno in Europa si contano più di 500.000 morti legati a scarsa qualità dell’aria, per questo l’OMS raccomanda il contenimento dei livelli di inquinanti atmosferici al di sotto degli attuali limiti previsti dalla legge.

Tra le fonti di particolato atmosferico e altre sostanze inquinanti dannose per la salute sono comprese la combustione di residui vegetali e il riscaldamento a biomasse legnose, che si aggiungono agli impianti industriali, al riscaldamento per uso domestico e al traffico veicolare.

Le regole in vigore su tutto il territorio regionale

Dal 15 settembre al 15 aprile è vietato bruciare all’aperto materiale vegetale su tutto il territorio regionale, in quanto il verificarsi di alcune condizioni atmosferiche e la sovrapposizione  di diverse fonti emissive rendono la qualità dell’aria particolarmente critica.
Nei comuni montani della zona IT0121 Montagna il divieto si applica dal 1 novembre al 31 marzo.

  • stufe e caldaie a legna e pellet devono essere installati a regola d’arte e registrati nel Catasto Impianti Termici, come ogni altro generatore
  • negli impianti a pellet è obbligatorio l’utilizzo di pellet A1
  • è vietato installare generatori di classe inferiore alle 4 stelle
  • è vietato utilizzare generatori di classe inferiore alle 3 stelle (ad eccezione dei comuni della zona IT0121 Montagna)

Gli effetti dell'inquinamento atmosferico sulla salute

L’inquinamento atmosferico é, tra i fattori di rischio ambientali, responsabile di un maggior numero di morti premature a livello mondiale: solo nel 2019 si sono contati 4 milioni di decessi, con tassi di mortalità più elevati in Asia e Centro-Europa.

La composizione delle miscele di sostanze inquinanti presenti in aria risente delle sorgenti emissive nel territorio e oltre ai gas comprende anche il particolato atmosferico (le cosiddette “polveri sottili”) che può a sua volta veicolare nell’organismo un insieme variabile di composti (metalli, idrocarburi policiclici aromatici...).
La frazione più piccola del particolato (PM10 e PM2.5 e PUF, Particelle Ultra Fini), é in grado di penetrare nelle vie aeree profonde fino a raggiungere gli alveoli polmonari, determinando così effetti sistemici, cioé non localizzati esclusivamente all’apparato respiratorio.

Gli effetti sulla salute provocati dall’esposizione all’inquinamento atmosferico si verificano entro pochi giorni ma anche a distanza di anni dall’inizio dell’esposizione. La forza dell’associazione con gli esiti di salute è 10 volte maggiore per esposizioni a lungo termine rispetto alle esposizioni a breve termine.

L’esposizione a particolato atmosferico è associata a:

  • malattie respiratorie
  • disturbi cardiovascolari
  • ictus
  • cancro
  • diabete
  • malattie neurodegenerative
  • disturbi neonatali

Gli esiti sono misurabili in termini di mortalità, ricoveri, giorni di malattia, accessi al pronto soccorso, consumo di farmaci, insorgenza di sintomi, impatto economico dei costi sanitari (6% circa del PIL mondiale).

I soggetti più esposti al rischio

Alcune persone sono particolarmente suscettibili agli effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico:

  • bambini
  • donne in gravidanza
  • soggetti già affetti da patologie croniche (cardiovascolari, respiratorie, diabete)
  • persone in condizioni di rischio dovuto a obesità e sindrome metabolica
  • alcune categorie di lavoratori con esposizione elevata a inquinanti ambientali (ad es. polizia municipale).

Si stima che nel 2019 in Italia l'inquinamento atmosferico sia stato causa di decessi nelle seguenti percentuali:

  • 8% per malattie cardiache ischemiche
  • 8% per polmonite
  • 8% per ictus
  • 11% per tumori del polmone
  • 10% per broncopneumopatia cronica ostruttiva
  • 14% per diabete di tipo 2
  • 6% per malattie neonatali

Secondo l´Organizzazione Mondiale della Sanità, per il particolato atmosferico non è possibile definire una soglia di sicurezza: perciò raccomanda di mantenere le concentrazione di PM10 e PM2,5 inaria ai livelli più bassi possibili.

Se si raggiungessero i livelli raccomandati di particolato, nella regione Europea si potrebbero evitare circa 300.000 decessi, circa il 67% di quelli attualmente attribuibili al PM2.5.

Le indicazioni per prendersi cura della salute

  • non bruciare i residui vegetali! Puoi triturarli e usarli in pacciamatura o consultare il tuo Comune per conoscere le modalità di raccolta e conferimento
  • consulta periodicamente i bollettini ARPA sulla qualità dell’aria
    ricorda che “con semaforo arancione o rosso”  scatta il  divieto assoluto per qualsiasi tipologia di combustione all’aperto e il divieto di utilizzo di generatori a biomasse legnose di classe inferiore alle 5 stelle
  • verifica la corretta installazione e manutenzione del tuo impianto di riscaldamento domestico compresa la canna fumaria
  • utilizza soltanto combustibili ben essiccati e di qualità (non carta, cartone, ramaglie o rifiuti)
  • accendi dall’alto la tua stufa a legna e impara a gestire al meglio la combustione  per la tua stufa a pellet o camino.