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Inquinamento da PFAS e rischi per la salute

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Il rischio di esposizione all'inquinamento da PFAS e gli effetti sulla salute umana

Nel territorio alessandrino è presente un polo chimico nell’area di Spinetta Marengo che produce composti fluorurati, per cui particolare attenzione viene rivolta alla contaminazione potenzialmente generata dalle sue attività. Da diversi anni la Sanità Pubblica piemontese e l’ARPA - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale studiano la zona in merito a:

  • aspetti relativi alla tutela della salute dei lavoratori
  • attività di monitoraggio ambientale
  • valutazioni epidemiologiche sull’impatto delle attività industriali sulla salute dei cittadini residenti

Che cosa sono i PFAS

PFAS è l'acronimo di "sostanze perfluoroalchiliche", un gruppo di più di 4.700 sostanze chimiche prodotte dall'uomo costituite da catene fluorurate di atomi di carbonio di varia lunghezza.

Questi composti sono stati utilizzati a partire dagli anni ’50 in numerosi prodotti di consumo e applicazioni industriali per aumentare la resistenza alle alte temperature e impermeabilizzare:

  • tessuti, capi di abbigliamento, tappeti
  • rivestimenti di carta per uso alimentare
  • pentole antiaderenti
  • utensili da cucina e schiume antincendio

Sono utilizzati anche nella produzione di creme,cosmetici, vernici, pellicole fotografiche, pesticidi e prodotti farmaceutici.

PFAS tradizionali o di vecchia generazione

I PFAS di vecchia generazione più diffusi sono: PFOA, PFOS, PFHxS, PFNA.
La molecola dei PFAS tradizionali ha una struttura idrosolubile costituita essenzialmente da catene di Carbonio e Fluoro; sono detti anche “a catena lunga” perchè presentano catene con più di sei atomi di carbonio.

Sono caratterizzati dalle seguenti proprietà:

  • onnipresenza
  • persistenza, per cui sono notevolmente stabili nell’ambiente
  • bioaccumulo
  • ridotta volatilità, che ne limita l’evaporazione
  • alta solubilità, che comporta una elevata mobilità nei liquidi
  • tossicità

In virtù di queste caratteristiche I PFAS tradizionali tendono ad accumularsi nelle acque e sono stati classificati come “inquinanti organici persistenti".

Il regolamento UE 2023/915 della Commissione del 25 aprile 2023 stabilisce il tenore massimo di PFAS tradizionali per gli alimenti.

La Convenzione di Stoccolma - entrata in vigore nel 2004 - prevede divieti e limitazioni di fabbricazione e di impiego per:

  • PFHxS (divieto)
  • PFOA (divieto)
  • PFOS (limitazione)

Nel 2013 sono stati definitivamente cessati la produzione e l'impiego di PFAS di vecchia generazione nell’area di Spinetta Marengo.

PFAS di nuova generazione

A seguito della graduale messa al bando dei PFAS tradizionali per effetto della Convenzione di Stoccolma entrata in vigore nel 2004, sono state introdotte sul mercato sostanze perfluorurate sostitutive ai PFAS di vecchia generazione. Si tratta di composti che - rispetto ai PFAS di vecchia generazione - sembrano essere meno bioaccumulabili ma altrettanto persistenti negli ecosistemi.

Tra i PFAS di nuova generazione si individuano: 

  • quelli a catena corta, ad esempio PFBA e PFBS
  • quelli con tecnologia GenX, ad esempio HFPO-DA
  • ADONA
  • cC6O4
  • ADV

La molecola dei PFAS di nuova generazione possiede una struttura idrosolubile costituita essenzialmente da catene di Carbonio e Fluoro; rispetto ai PFAS di vecchia generazione sono stati modificati nella struttura, con l’inserimento di ossigeno tra le catene di Carbonio e Fluoro con la conseguenza di renderle più mobili nell’ambiente.

Tali caratteristiche rendono queste molecole meno bioaccumulabili rispetto ai PFAS tradizionali, ma comunque persistenti nell’ambiente e nell'acqua.

I PFAS di nuova generazione hanno le seguenti caratteristiche:

  • persistono per lunghi periodi nel suolo, nell’aria, nell’acqua sono trasportati per via aerea
  • possono contaminare le acque
  • possono migrare per lunghe distanze

Sono considerati "inquinanti ubiquitari" perchè diffusamente presenti nelle matrici ambientali.

Attualmente la comunità scientifica sta ancora valutando gli impatti ambientali e sulla salute di molti PFAS di nuova generazione: al momento sono scarse le informazioni disponibili rispetto a tossicità, diffusione e impatto ambientale. Inoltre, per molte di queste sostanze (ad es. cC6O4), sono ancora in via di definizione le modalità necessarie per svolgere analisi specifiche e accurate.

L’attuale normativa fa riferimento soltanto ad alcune sostanze di vecchia generazione.
Soltanto il Decreto Legislativo 18/2023 “Requisiti minimi relativi ai valori di parametro utilizzati per valutare la qualità delle acque destinate al consumo umano” definisce i limiti normativi entro cui la “somma di PFAS” può essere presente nell’acqua affinché possa essere considerata sicura per il consumo umano.
I limiti previsti da tale normativa entreranno in vigore nel 2026.
Tale sommatoria comprende sia PFAS tradizionali sia PFAS di nuova generazione.

Vie di esposizione per l'uomo

Le principali fonti di esposizione per l’uomo sono rappresentate da:

  • ingestione di acqua contaminata (30%)
  • ingestione di cibi contaminati (40%)
  • via inalatoria (7%)
  • altre modalità di dispersione nell'ambiente (23%)

L'attività produttiva degli impianti industriali e l'incenerimento di prodotti che contengono PFAS può contribuire alla contaminazione ambientale e all’esposizione umana per via inalatoria.

I lavoratori di aziende che hanno prodotto o utilizzato PFAS possono essere stati esposti ad elevate concentrazioni e presentare alti livelli di queste sostanze nel sangue.


I rischi per la salute

Gli studi sull'uomo forniscono risultati non sempre coerenti sulle possibili relazioni tra i livelli di PFAS nel sangue e gli effetti sulla salute; l'interpretazione è complicata dalla presenza di numerosi fattori confondenti.

La maggior parte degli studi sull’uomo e sugli animali ha riguardato i PFAS di vecchia generazione, cioè PFOA e PFOS. Al momento i potenziali effetti dei PFAS di nuova generazione (cC6O4 e ADV) non sono ancora stati approfonditi.

Attualmente in letteratura ci sono:

  • prove scientifiche sufficienti per sostenere un'associazione tra PFAS e:
    • riduzione della risposta anticorpale (negli adulti e bambini)
    • dislipidemie (negli adulti e bambini)
    • riduzione del peso alla nascita
    • aumentato rischio di tumore renale (negli adulti)
  • evidenze limitate che suggeriscono una possibile associazione con:
    • aumentato rischio di tumore al seno (negli adulti)
    • alterazioni degli enzimi epatici (negli adulti e bambini)
    • in gravidanza: aumentato rischio di ipertensione e pre-eclampsia
    • aumentato rischio di tumore al testicolo (negli adulti)
    • aumentato rischio di patologie tiroidee (negli adulti)
    • aumentato rischio di colite ulcerosa (negli adulti)