All'astigiana Francesca Baggio il riconoscimento per il Piemonte dell'Italia delle donne, l'avviso pubblico del Dipartimento per le Pari Opportunità per individuare figure femminili da promuovere a livello nazionale e locale.
Le 20 biografie vincitrici, selezionate tra le 387 pervenute da tutte le regioni d’Italia, sono state presentate a Roma il 7 marzo durante l’evento “L’Italia delle donne: Storie invisibili di donne incredibili”, promosso dalla Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, dedicato alla celebrazione di figure femminili che, grazie alla loro determinazione e al loro impegno, hanno fatto la storia dei territori.
Nella stessa mattinata si è tenuta la Conferenza Nazionale delle Presidenti delle Commissioni per le Pari Opportunità, alla quale ha partecipato oltre alla presidente Maria Rosa Porta anche la componente Luisa La Vecchia. Durante la Conferenza si sono delineate le linee programmatiche per la seconda edizione degli Stati Generali che l’anno scorso in aprile erano stati organizzati, per la prima volta proprio in Piemonte, a Torino.
Al Piemonte è stato conferito il riconoscimento per la figura di Francesca Baggio, donna delle istituzioni astigiana, che si distinse per il suo impegno civico e istituzionale. La sua candidatura era stata presentata dalla Commissione regionale in collaborazione con la Fondazione Goria e il Centro Italiano Femminile (CIF).
Francesca, donna “invisibile”, negli anni della seconda guerra mondiale si dedicò all’assistenza delle persone più disagiate e colpite dagli eventi bellici. Nel 1950 diventò “visitatrice carceraria” nelle carceri di Asti per sostenere i carcerati e le loro famiglie.
Nel 1952 fu eletta presidente provinciale del CIF, carica che manterrà fino al 1982. Baggio propose al Comune di Asti l’istituzione di una Scuola Comunale Femminile di Arti e Mestieri, diventato dapprima Istituto Statale d’Arte, l'attuale Liceo artistico.
Nominata dal Prefetto Presidente del Centro Italiano Difesa Donna, si adoperò per l’assistenza e il recupero delle donne rimaste senza casa né mezzi finanziari dopo la chiusura delle case di tolleranza conseguente alla Legge Merlin.