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Scheda informativa

Il monitoraggio degli obiettivi di sviluppo sostenibile

Rivolto a
Cittadini
Enti pubblici
Imprese e liberi professionisti
Terzo settore

i Report di aggiornamento

A livello regionale, nell'ambito del percorso "verso la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile, che li vede come partner principali della Regione Piemonte, Ires Piemonte e Arpa Piemonte collaborano con gli uffici regionali nella stesura di rapporti annuali, monitorando dei 43 indicatori SDGs i 35 che sono disponibili a scala regionale e che possono essere utilizzati per le analisi, la standardizzazione e l’aggregazione per Goal.

A giugno 2020 è disponibile il "position paper 2020" e la tavola sinottica rispetto ai 16 SDGs.

 

A livello nazionale un costante monitoraggio sullo sviluppo sostenibile viene svolto, tra gli altri, dall'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), dal Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (SNPA) e dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).

Quest'ultima a dicembre 2019 ha pubblicato il rapporto annuale “L'Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile“, che si articola su due piani:

  • un’analisi sullo stato di avanzamento del nostro Paese rispetto all’attuazione dell’Agenda 2030 e ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs), condotta sia a livello macro per valutare gli impegni del Governo e della società italiana, sia a livello micro con un’analisi approfondita per singolo Goal;
  • un quadro organico di raccomandazioni di policy, da sottoporre ai vertici, per segnalare gli ambiti in cui bisogna intervenire per assicurare la sostenibilità economica, sociale e ambientale del nostro modello di sviluppo e influenzare in questo modo le strategie e le attività del Governo.

Grazie al contributo dei 600 esperti delle oltre 220 organizzazioni aderenti all’ASviS, il Rapporto 2019 fornisce un quadro delle iniziative messe in campo nel mondo, in Europa e in Italia a favore dello sviluppo sostenibile, valuta le politiche realizzate negli ultimi 12 mesi e avanza proposte per accelerare il percorso del nostro Paese verso l’attuazione dell’Agenda 2030. 

Consulta il Rapporto ASviS 2019;

consulta la sintesi del Rapporto ASviS 2019 - il Rapporto in pillole;

consulta il Rapporto Ambiente SNPA.

 

A livello europeo ci sono diversi soggetti che monitorano costantemente e valutano i progressi compiuti dall’Unione europea rispetto ai 17 obiettivi, pubblicando ogni anno uno specifico report.

Il Rapporto Eurostat

A giugno 2019 Eurostat ha pubblicato un nuovo Report per analizzare i progressi dell'Unione europea verso gli SDG negli ultimi cinque anni. 
In questo periodo, l'UE ha compiuto progressi in quasi tutti gli obiettivi.

I maggiori miglioramenti hanno riguardato, in particolare:
le condizioni di salute e benessere (SDG 3),
la lotta alla povertà e all’esclusione sociale (SDG 1), 
gli incentivi a favore della crescita economica e per raggiungere l’obiettivo della piena occupazione (SDG 8) 
gli aumenti della qualità della vita in città e comunità (SDG 11). 

Sia l'aspettativa di vita sia la salute percepita hanno continuato a crescere nell'UE e gli europei sembrano muoversi verso stili di vita più sani. 
Allo stesso tempo, la grave deprivazione materiale e la disoccupazione continuano a scendere.

La crescente attività economica nell'UE, tuttavia, non è sempre accompagnata da favorevoli sviluppi nell'uso delle risorse naturali e aumentano gli impatti ambientali negativi, come esemplificato dalle posizioni di SDG 7, SDG 12, SDG 13 e SDG 15 nella figura 1. 
Mentre le emissioni di gas serra sono state ridotte e il PIL è andato costantemente migliorando, il consumo di materiali ed energia è aumentato negli ultimi anni, così come la produzione di rifiuti.

L'UE sembra sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo 2020 di emissione di gas a effetto serra, ma continua a soffrire di intensi impatti climatici, come l'aumento della temperatura superficiale e di acidificazione dell'oceano.
Inoltre, la biodiversità - monitorata da indici europei per diversi gruppi di uccelli - ha continuato a diminuire, mentre l’impermeabilizzazione del suolo continua a crescere.

Nel documento vengono visualizzate le tendenze dell'obiettivo sull'istruzione (SDG 4), ampiamente favorevoli, e i progressi nel sostegno ai paesi in via di sviluppo attraverso i flussi finanziari e il commercio (SDG 17).
Un leggero allontanamento dagli obiettivi di sviluppo sostenibile è visibile per quanto riguarda l’innovazione e i trasporti, monitorati dagli indicatori di SDG 9. 
Intensità di R&S e le domande di brevetto hanno mostrato più o meno tendenze stagnanti negli ultimi cinque anni. 
Nel caso di tre obiettivi: SDG 6 "acqua pulita e servizi igienico-sanitari, SDG 14 "vita sott'acqua" e SDG 16 "Pace, giustizia e istituzioni forti" - le tendenze generali dell'UE non possono essere calcolate a causa di dati insufficienti negli ultimi cinque anni.

 

Il Rapporto ASviS

A partire dai dati pubblicati dall’Eurostat relativi a oltre 70 indicatori elementari, l’ASviS ha proceduto all’aggiornamento degli indicatori compositi elaborati per misurare la dinamica dell’Unione europea e dei singoli Paesi rispetto agli SDGs, in modo da valutare i progressi e le criticità relative dei singoli Paesi rispetto alla media dell’Unione.
Sulla base di questi indicatori, l’Unione europea, l’area del mondo più avanzata rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile, mostra segni di miglioramento tra il 2010 e il 2018 per dieci Obiettivi (3, 4, 5, 7, 8, 9, 11, 12, 13 e 14), di sensibile peggioramento per due (15 e 17), mentre per quattro (1, 2, 10 e 16) la situazione appare sostanzialmente invariata. Inoltre, si segnala che per il Goal 6 non è stato possibile creare un indicatore composito a causa della mancanza di dati, mentre per il Goal 13 l’indicatore composito è fermo al 2017 non essendo stati aggiornati i dati sulle emissioni in atmosfera. 
Tra il 2017 e il 2018 si segnalano miglioramenti per otto Obiettivi: 1, 4, 5, 7, 8, 9, 14 e 16. Una sostanziale stabilità si rileva per gli Obiettivi 2, 3, 10, 11 e 17, mentre nel caso degli Obiettivi 12 e 15 si manifesta un peggioramento. Tali risultati aggregati nascondono, per gran parte degli Obiettivi, situazioni molto differenziate tra gli Stati membri. Per questo, è stata condotta un’approfondita analisi delle performance relative ai 28 Paesi che prende in considerazione le distanze tra i Paesi misurate dagli indici compositi, segnalando le disuguaglianze tra i diversi Stati membri dell’Unione europea.
Nel medio periodo, 2010-2018, la situazione in Europa migliora per i seguenti Obiettivi: 
• Obiettivo 3 – Salute e benessere. L’indice composito mostra un costante miglioramento dal 2010 al 2017, con una sostanziale stabilità nel corso del 2018. Da sottolineare la crescita dell’aspettativa di vita, che raggiunge il suo massimo nel 2016 (81 anni) per poi restare quasi immutato fino al 2018. Diminuisce, in particolare, la mortalità per malattie quali tubercolosi, AIDS ed epatite. Nell’ultimo anno si riscontra, però, un peggioramento della condiziona di salute percepita e un aumento delle persone che non hanno accesso ai servizi sanitari. 
• Obiettivo 4 – Istruzione di qualità. Si evidenzia un deciso miglioramento dell’indice composito per tutto il periodo considerato. In particolare, nell’ultimo anno aumenta l’occupazione dei neolaureati e la percentuale di persone con almeno un titolo universitario, che si attesta al 40,7% della popolazione, in linea con l’obiettivo fissato per il 2020 (40%) dalla Strategia “Europa 2020”. Anche il tasso di abbandono scolastico, pari al 10,5% nel 2018, appare sostanzialmente in linea con l’obiettivo posto dalla Strategia “Europa 2020”. L’unico indicatore che appare in controtendenza è la partecipazione alla scuola dell’infanzia, la quale, seppur in misura limitata, diminuisce nel 2018, invertendo il trend positivo manifestato per tutto il periodo precedente. 
• Obiettivo 5 – Parità di genere. L’indicatore composito migliora costantemente tra il 2010 e il 2018. Diminuisce il gap salariale tra donne e uomini, e aumenta la partecipazione delle donne agli organi rappresentativi e di governo (30,6% nel 2018). Da segnalare che, nonostante il miglioramento osservato in questi anni, rimane marcata la differenza di genere tra le persone che si prendono cura di anziani o bambini: nel 2018 essa era pari al 4,6% per gli uomini e al 31,7% per le donne. 
• Obiettivo 7 – Energia pulita ed accessibile. L’indicatore composito mostra un miglioramento fino al 2014, cui segue una diminuzione nel periodo 2015-2017. Nel 2018 si segnala una nuova tendenza positiva, grazie al miglioramento dell’efficienza energetica e della quota di energia da fonti rinnovabili, che si attesta al 17,9% nel 2018, non lontano dall’obiettivo del 20% previsto dalla Strategia “Europa 2020”. Nel 2018 diminuiscono anche i consumi primari di energia, avvicinandosi al target europeo (1483 milioni di TEP), mentre continua ad aumentare il consumo finale di energia elettrica. 
• Obiettivo 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica. L’indice composito peggiora dal 2010 al 2013, contestualmente alla crisi economica. Esso risente dell’aumento della disoccupazione e della diminuzione del Pil pro-capite. Dal 2014 l’indice segnala una ripresa, che prosegue fino al 2018. In particolare, tornano ad aumentare il Pil e il tasso di occupazione, il quale nell’ultimo anno disponibile si attesta al 73.2%, non lontano dal target 2020 (75%). Si conferma poi la diminuzione sia degli infortuni sul lavoro, sia della quota di giovani che non studiano e non lavorano (NEET), che nel 2018 rappresentano il 12,9% della popolazione europea tra 15 e 29 anni. 
• Obiettivo 9 – Imprese, innovazione ed infrastrutture. Nel 2018 l’indice composito conferma l’andamento positivo osservato negli anni precedenti. Nell’ultimo biennio aumenta sia la quota di spese in Ricerca e Sviluppo (R&S) sul Pil, sia la quota di ricercatori sul totale degli occupati. Nonostante ciò, nell’ultimo anno disponibile, la quota di spesa per R&S si attesta ad un valore (2,12%) ancora distante dal target del 3% della Strategia “Europa 2020”. 
• Obiettivo 11 – Città e comunità sostenibili. L’indicatore composito mostra una situazione in consistente crescita per tutto l’arco di tempo analizzato, grazie al miglioramento di tutti gli indicatori elementari considerati. Si conferma il costante aumento della quota di rifiuti urbani riciclati, giunti al 47% nel 2018, mentre diminuiscono le persone che vivono in abitazioni sovraffollate, il cui indicatore raggiunge il suo valore minimo nell’ultimo anno disponibile. 
• Obiettivo 12 – Consumo e produzione responsabili. Tra il 2010 e il 2016 l’indice composito evidenzia un continuo miglioramento. In particolare, aumentano i valori relativi alla “produttività” e alla “circolarità” dei materiali, e cresce la quota di riciclo. Dal 2016 al 2018, però, si assiste ad una preoccupante inversione di tendenza, causata dalla diminuzione della produttività delle risorse (nel 2018) e dall’aumento delle emissioni di CO2 per km delle nuove macchine immatricolate. 
• Obiettivo 13 – Lotta al cambiamento climatico. L’indice sintetico mostra una tendenza crescente dovuta alla riduzione dell’intensità di emissioni del consumo energetico e delle emissioni di gas a effetto serra, che si riducono consistentemente tra il 2010 e il 2017. Ciononostante, l’attuale tasso di riduzione delle emissioni non è adeguato a raggiungere l’obiettivo, adottato dal Green Deal europeo, di decarbonizzazione al 2050. 

 

A livello mondiale, l'ONU pubblica annualmente un report sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (The Sustainable Development Goal Report).

Consulta il report 2020.

Altro rapporto interessante, poichè aiuta a capire come stanno andando le cose nel mondo sugli SDGs, anche attraverso una classifica generale tra gli Stati, è quello redatto annualmente dall'Università di Cambridge e dal Sustainable Development Solution Network - un network internazionale organizzato in gruppi locali (quello italiano ha sede presso la Fondazione Eni - Enrico Mattei di Milano - vi aderisce anche l'Università di Torino e collabora attivamente con Asvis).

Consulta il Rapporto 2020.

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