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Scheda informativa

Screening tumore della mammella

Rivolto a
Cittadini

Il programma si rivolge alle donne residenti o domiciliate in Piemonte, di età compresa tra 45 e 75 anni.

L'incidenza del tumore della mammella
In Italia1 il tumore della mammella è il tumore più frequente nelle donne, con circa 47.000 nuovi casi ogni anno, ed è la prima causa di mortalità per tumore nella popolazione femminile. Attualmente, in media, quasi l’87% delle donne colpite dalla malattia sopravvive cinque anni dopo la diagnosi. Dalla fine degli anni Ottanta si è potuta osservare una moderata ma continua diminuzione della mortalità (–1,6%/anno), dovuta soprattutto alla diagnosi precoce e ai progressi in campo terapeutico. 

Anche in Piemonte2 il tumore della mammella rimane il più frequente nelle donne, sia in termini di incidenza (nuovi casi diagnosticati ogni anno) che di mortalità. Le stime attuali indicano che il numero medio annuo di nuovi tumori è di 3.323, mentre il numero medio di decessi all’anno è di 816. L’incidenza è in lieve aumento, e questo è dovuto soprattutto all’anticipazione della diagnosi data dallo screening, mentre la mortalità diminuisce per l’aumento delle guarigioni e del tasso di sopravvivenza.

1 I numeri del cancro in Italia 2013 – Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) e Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM)

2Stime d’incidenza, prevalenza e mortalità in Piemonte nel 2012. Registro Tumori Piemonte

I fattori di rischio

Il fattore di rischio è una condizione o un comportamento che favorisce la comparsa di una malattia. La sua assenza non esclude la possibilità di ammalarsi, ma la sua presenza ne aumenta il rischio. Per il tumore della mammella i fattori di rischio riconosciuti sono i seguenti1-5.

  • l’età: con l’avanzare dell’età aumentano le possibilità di ammalarsi di tumore della mammella. Infatti la maggior parte dei casi di tumore al seno colpisce le donne sopra i 50 anni, mentre è più raro che questa forma tumorale si sviluppi sotto i 35 anni
  • la storia riproduttiva della donna: sono più a rischio le donne che hanno avuto la prima mestruazione in età precoce (prima dei 12 anni) e quelle che sono entrate in menopausa tardivamente (dopo i 55 anni). Le donne che non hanno avuto gravidanze rischiano di più; ma anche il numero dei figli e, soprattutto, l’età della prima gravidanza sono importanti. Le madri giovani che hanno avuto più figli corrono meno rischi di chi ha un solo figlio dopo i trent’anni
  • la situazione ormonale: molti studi hanno evidenziato un aumento del rischio di sviluppare un tumore alla mammella associato ad alti livelli di insulina nel sangue. Anche la terapia ormonale sostitutiva in menopausa può aumentare il rischio di sviluppare un tumore al seno
  • la costituzione fisica:Dopo la menopausa il sovrappeso o l’obesità determinano un rischio maggiore del 30-50% di sviluppare un tumore alla mammella
  • la familiarità: il rischio per una donna di sviluppare un tumore alla mammella è maggiore se la madre, la sorella, o altri familiari ne sono stati colpiti, specie se in giovane età
  • lo stile di vita: ad esempio il consumo di alcolici (anche in modiche quantità), l’elevato consumo di zuccheri raffinati, di grassi saturi e di proteine di origine animale, la sedentarietà, il fumo di sigaretta.

1. Berrino F, Micheli A. Ormoni, fattori costituzionali, dieta e carcinoma mammario. Attualità in Senologia 2005; 44: 12-21.

2. Petracci E, Decarli A, Schairer C et al. Risk factor modification and projections of absolute breast cancer risk. J Natl Cancer inst 2011; 103:1037-1048

3. Beral V, Million Women Study Collaborators, Bull D, et al. Ovarian cancer and hormone replacement therapy in the Million Women Study. Lancet 2007; 369:1703-1710.

4. Rossouw JE, Anderson GL, Prentice RL, et al. Risks and benefits of estrogen plus progestin in healthy postmenopausal women: principal results from the Women’s Health initiative randomized controlled trial. Jama. 2002; 288:321-333.

5. World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research. Food, Nutrition, Physical Activity and Prevention of Cancer: a global perspective. Washington DC: AICR, 2007

Accesso al programma

Prevenzione Serena si rivolge alle donne residenti o domiciliate in Piemonte, di età compresa tra 45 e 75 anni con le seguenti modalità:

  • per le donne tra i 45 e i 49 anni non è previsto che il primo invito avvenga da parte del programma di screening. Queste persone possono però aderire spontaneamente, contattando il centro di screening della propria zona di residenza o telefonando al numero verde 800001141, attivo 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20, per prenotare la mammografia ed essere inserite nel programma. Dopo il primo accesso spontaneo, queste donne verranno invitate dal programma, ogni anno fino ai 49 anni e poi ogni 2 anni fino ai 69 anni alle donne tra i 50 e i 69 anni viene inviata una lettera di invito con appuntamento prefissato. L’intervallo di tempo stabilito tra un test con esito negativo e il successivo è 2 anni. alle donne tra i 70 e i 75 anni non viene inviata la lettera di invito, ma possono continuare a partecipare al programma aderendo spontaneamente. L’intervallo previsto tra una mammografia con esito negativo ed il successivo è di due anni. Le donne possono prenotarsi telefonando al numero verde 800001141.

Per modificare la data dell’appuntamento è possibile chiamare il numero verde 800001141 (digitando, se richiesto, il CODICE UTENTE posto in alto a sinistra sulla lettera). Per gestire l’appuntamento, se in possesso di identità digitale, si può anche accedere all’area Prevenzione Serena sul portale TU Salute Piemonte

Tutte le donne residenti o domiciliate in Piemonte e in età per lo screening mammografico, che non hanno ricevuto la lettera, possono accedere direttamente al programma chiamando il numero verde 80001141 e prenotare l’esame nei seguenti casi:

  • se non hanno mai effettuato un test di screening all’interno di Prevenzione Serena
  • se il precedente test era negativo e, in attesa di un nuovo invito, si sono presentati dei sintomi
  • se, dopo l’ultimo test eseguito, è passato un intervallo di tempo uguale o superiore a quello previsto dal programma di screening
Quali sono i test di screening
Attualmente, per le donne tra i 50 e i 69 anni, la mammografia è il test più efficace per individuare i tumori che non danno ancora sintomi e non sono palpabili.

La mammografia è una radiografia del seno. Per ottenere un risultato chiaro è necessario comprimere le mammelle. Questa compressione può risultare fastidiosa o leggermente dolorosa, ma dura pochi secondi.

Il personale che effettua la mammografia è altamente qualificato e le apparecchiature utilizzate sono tecnologicamente avanzate e controllate. Tutto ciò permette di ottenere immagini di ottima qualità, con una minima esposizione ai raggi x.

Per una maggiore sicurezza sulla diagnosi, ogni esame viene letto da due radiologi esperti.

Esito del test di screening
 
  • Se non risulta nulla di sospetto, il programma invierà alla donna una lettera di esito negativo. È bene sapere che lo scopo dello screening mammografico è individuare tumori maligni riconoscibili ai raggi x; non vengono considerate altre patologie della mammella.

  • Se si evidenziano immagini dubbie, la donna sarà contattata ed invitata a recarsi al centro di screening per eseguire approfondimenti, che possono comprendere altre mammografie, ecografia o talvolta un piccolo prelievo di tessuto mammario (biopsia). La maggior parte di questi casi dubbi non è dovuta alla presenza di un tumore, ma è necessario eseguire questi esami supplementari proprio per esserne sicuri.

Esami di approfondimento
Le donne che sono richiamate per accertamenti possono effettuare uno o più esami tra quelli descritti di seguito:
  • ulteriori mammografie
    La donna viene invitata a fare un’ulteriore radiografia del seno che permette di ottenere immagini ingrandite o più dettagliate. In questo modo il radiologo può interpretare meglio eventuali anomalie rilevate e valutare più dettagliatamente lesioni di piccole dimensioni o alterazioni localizzate in sedi poco accessibili alla mammografia standard
  • esame clinico del seno
    Lo specialista visita la donna per osservare le caratteristiche del seno e individuare eventuali nodi palpabili o anormali secrezioni del capezzolo
  • ecografia mammaria
    È un esame indolore, che utilizza gli ultrasuoni rilevati attraverso una sonda. Permette di controllare noduli palpabili oppure evidenziati dalla mammografia ed è in grado di distinguere se sono solidi o contengono del liquido (cisti)
  • Ago aspirato
    È un esame di semplice esecuzione, effettuato utilizzando un ago sottile montato su una siringa o un apparecchio automatico. La durata è di pochi secondi e in genere non determina dolore o altri sintomi significativi, a parte un possibile leggero sanguinamento. Questo esame permette di prelevare un campione di cellule da esaminare al microscopio (esame citologico)
  • agobiopsia
    È il prelievo con ago di una porzione di tessuto dall’area sospetta che viene poi analizzato al microscopio (esame istologico). Si esegue in ambulatorio e in anestesia locale.
Limiti dello screening mammografico
  • in genere, ogni 100 donne che effettuano una mammografia, circa 5 devono ripetere l’esame o sottoporsi ad approfondimenti. Per 4 di loro si tratta in realtà di ‘falsi allarmi’, in quanto gli approfondimenti escludono la presenza di un tumore. Lo svantaggio è rappresentato principalmente dall'ansia che la donna può provare in tali situazioni
  • non sempre la mammografia è in grado di evidenziare il tumore quando è presente. In alcuni casi la mammella è molto densa (cioè contiene molte ghiandole) e ciò rende difficile l’identificazione del tumore
  • ci sono casi in cui la malattia si sviluppa molto rapidamente nell’intervallo tra due test di screening. È quindi importante prestare sempre attenzione ai cambiamenti del seno e alla presenza di noduli ascellari, anche nel caso in cui la mammografia non abbia evidenziato anomalie e, nel caso, recarsi dal proprio medico o contattare il centro di screening
  • alcune anomalie, tra quelle che vengono rilevate dalla mammografia, non sono destinate a trasformarsi in tumori invasivi e a compromettere la salute della donna. In questi casi si può incorrere in interventi che non sarebbero stati necessari. Questo purtroppo è inevitabile in quanto le conoscenze attuali non consentono di distinguere fin dall’inizio tra i tumori che sono una minaccia per la vita e quelli che non lo sono.