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La difterite è una malattia infettiva acuta provocata dal batterio Corynebacterium diphtheriae. Una volta entrato nel nostro organismo, questo agente infettivo rilascia una tossina che può danneggiare, o addirittura distruggere, organi e tessuti. Gli organi coinvolti variano a seconda del tipo di batterio: il più diffuso colpisce la gola, il naso e talvolta le tonsille, mentre un altro tipo, presente soprattutto nelle zone tropicali, provoca ulcere della pelle. Più raramente, l’infezione coinvolge la vagina o la congiuntiva. Nei Paesi con clima temperato si diffonde durante i mesi invernali.
La malattia colpisce principalmente i bambini non vaccinati. Circa 1-2 casi su 10 possono essere mortali, anche se curati con gli antibiotici. I recenti decessi di bambini non vaccinati in Inghilterra, Spagna e Belgio hanno dimostrato che il batterio circola ancora in Europa e che non si deve abbassare la guardia.
- Come si trasmette
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La difterite si trasmette per lo più per via aerea attraverso l’aria espirata nel parlare, starnutire, tossire a contatto con una persona infetta o, più raramente, con oggetti contaminati da secrezioni delle lesioni di un paziente. In passato, anche il latte non pastorizzato ha rappresentato un veicolo di infezione.
Il periodo di incubazione dura da due a cinque giorni.
- Quali sono i sintomi
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Quando l’infezione riguarda l’apparato orofaringeo, i primi sintomi sono:
- mal di gola
- perdita dell’appetito
- febbre leggera
Entro due o tre giorni, sulla superficie delle tonsille e della gola si forma una caratteristica membrana grigiastra, dai margini infiammati. Talvolta queste lesioni possono sanguinare e assumere un colore verdastro o nero. Altri sintomi associati all’infezione possono essere gonfiore del collo e ostruzione delle vie respiratorie.
- Quali sono le complicanze
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Generalmente la malattia ha un decorso benigno, ma in alcuni casi possono insorgere complicanze gravi a livello cardiaco:
- aritmie, con rischio di arresto cardiaco
- miocardite
- insufficienza cardiaca progressiva
- Come si cura
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Gli individui che sviluppano la malattia vanno trattati immediatamente con l’antitossina e antibiotici (eritromicina o penicillina), quindi messi in isolamento per evitare che contagino altre persone. In genere, già dopo due giorni di terapia non sono più contagiosi.
Le caratteristiche della vaccinazione
Dal 1920 è disponibile il vaccino antidifterico che contiene la tossina batterica, trattata in modo da non essere più pericolosa per l’organismo, ma comunque in grado di stimolare la produzione di anticorpi protettivi da parte del sistema immunitario.
Il vaccino viene somministrato in combinazione con quello contro il tetano e contro la pertosse. Attualmente i nuovi nati vengono vaccinati con il vaccino esavalente, che protegge oltre che per difterite, tetano, pertosse anche contro la poliomelite, l'epatite virale B e le infezioni invasive da Haemophilus influenzae B.
Il ciclo di base del vaccino è costituito da tre dosi, da praticare al terzo, quinto e undicesimo mese di vita del bambino. Successivamente vengono eseguite due dosi di richiamo, all’età di 5-6 anni e poi tra il 12° e il 18° anno (in Piemonte da 14 a 16 anni). A ciclo ultimato, la vaccinazione antidifterica conferisce una protezione molto alta. Per conservare una buona immunità, sono consigliati ulteriori richiami ogni dieci anni, sempre in vaccini combinati (insieme a tetano e pertosse).
Questa vaccinazione è fortemente raccomandata per tutti.
È obbligatoria fino ai 16 anni di età ai sensi della Legge 119 del 31 luglio 2017.
Il vaccino è ben tollerato e la maggior parte delle reazioni sono lievi. L’evento più frequente è la febbre. Nella sede in cui è stato somministrato il vaccino si può avere una reazione locale passeggera che si manifesta con gonfiore, rossore e dolore. Questi effetti si verificano in genere entro 48 ore dalla vaccinazione.