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Scheda informativa

Il monitoraggio delle frane in Piemonte

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Nelle aree alpino-collinari piemontesi sono attivi sistemi di monitoraggio finanziati dalla Regione Piemonte, realizzati su frane permanenti che possono interferire con insediamenti, infrastrutture ed attività antropiche. La maggior parte di essi fa parte della REte Regionale di COntrollo Movimenti Franosi (RERCOMF), gestita da Arpa Piemonte con un servizio strutturato di acquisizione e restituzione dati.

Le frane

Le frane che coinvolgono ampie porzioni dei versanti alpino-collinari piemontesi raramente sono contrastabili in via definitiva con interventi di stabilizzazione. Al passare del tempo e al variare delle condizioni al contorno esse tendono a manifestare attivazioni puntuali o areali che possono interferire con insediamenti, infrastrutture e attività antropiche.

Negli ultimi decenni, per monitorare l’evoluzione di alcune frane, che potremmo definire permanenti, la Regione Piemonte ha finanziato ai comuni appositi sistemi di controllo, a supporto di un adeguato governo del territorio.

I sistemi di controllo (in loco)

I sistemi di controllo sono dispositivi deputati a controllare una o più grandezze fisiche della frana indagata. Si parla di monitoraggio se il controllo viene ripetuto nel tempo. Ad esempio, una stazione topografica (sistema di controllo) che misuri nel tempo la posizione (grandezza fisica) di un caposaldo installato in un preciso punto del versante in frana permette di monitorare l’eventuale spostamento del caposaldo.

Una raccolta delle principali tecniche di monitoraggio delle frane è fornita dalla pubblicazione in lingua inglese Slope monitoring methods: a state of the art report (progetto Interreg IIb Spazio Alpino ClimChalp,  2008).

In relazione ai sistemi di monitoraggio delle frane si parla spesso di sistemi di allerta o di allarme. In molti casi ci si riferisce ai sistemi semaforici che determinano l’interruzione di un’attività antropica (la possibilità di percorrere una strada, ad esempio) al sopraggiungere di determinate condizioni di rischio, messe in luce dagli strumenti rilevatori al superamento di valori soglia. La realizzazione e la gestione di questi sistemi è molto complessa e soltanto in pochi casi è possibile avvalersene, solitamente per periodi di tempo limitati. Ciò è dovuto non tanto all’assenza di dispositivi adeguati (oggi la tecnologia offre soluzioni particolarmente prestanti), ma alla difficoltà di:

  • individuare soglie di innesco appropriate, tipiche per ciascun fenomeno franoso;
  • garantire nel tempo la costante attività degli strumenti ed una adeguata filiera del sistema di pronto intervento.

Il Disciplinare regionale per il monitoraggio dei fenomeni franosi - Disciplinare MFF (DGR n. 18-3690 del 12/04/2012), nella versione aggiornata in vigore dal 1° settembre 2022 (DGR n. 35-5029 del 13/05/2022), standardizza le procedure amministrative e tecniche per il finanziamento, la realizzazione ed il mantenimento dei sistemi di monitoraggio frane e la diffusione ed impiego dei dati che ne derivano, con l’obiettivo di coordinare le attività di Regione Piemonte, Arpa Piemonte e comuni.

Dal 2021, sono inoltre disponibili le Linee guida per il monitoraggio delle frane pubblicate dal Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (SNPA).

La Rete regionale di controllo dei movimenti franosi - RERCOMF

La REte Regionale di COntrollo dei Movimenti Franosi (RERCOMF) gestita da Arpa Piemonte raccoglie circa 220 sistemi di controllo realizzati sul territorio dai comuni piemontesi garantendo un servizio unificato di acquisizione e restituzione dati soprattutto a beneficio dei comuni.

In linea con il Disciplinare MFF Arpa Piemonte rende disponibile un apposito bollettino frane monitorate (RERCOMF).

Nell'ambito del Sistema Informativo Frane del Piemonte - SIFRAP, per i fenomeni franosi della rete RERCOMF Arpa Piemonte rende inoltre disponibili:

Sulla base del Disciplinare MFF, i sistemi di monitoraggio RERCOMF vengono distinti nelle classi A, B, C, D (v. capitolo 3.1) cui si associano modalità di gestione e prodotti diversificati (report, relazioni ed altre tipologie di documenti, v. capitolo 3.4).

I prodotti derivanti dalle attività di monitoraggio RERCOMF sono a disposizione dei comuni in uno spazio web ad accesso riservato, gestito da Arpa.

L'analisi dei dati ottenuti dalle campagne di misura sulla strumentazione RERCOMF si concretizza attraverso il calcolo di indici che descrivono l'evoluzione nel tempo del fenomeno franoso oggetto di monitoraggio (v. capitolo 3.3 e Allegato B); tali indici sono differenziati a seconda che si applichino a strumenti a lettura manuale o da remoto e sono definiti rispettivamente:

  • Grado Di Evoluzione per Strumenti a Lettura Manuale - GDE-SLM
  • Grado Di Evoluzione per Strumenti a Lettura da Remoto - GDE-SLR

Per entrambi sono previsti 4 gradi: ordinario, moderato, medio, alto; il passaggio ad un grado di evoluzione crescente fornisce un'indicazione qualitativa circa una situazione di maggiore attività del fenomeno franoso, evidenziata attraverso i danni correlati potenzialmente attesi.

Parallelamente alle attività di monitoraggio strumentale condotte da Arpa, i comuni sono chiamati ad eseguire le attività di approfondimento conoscitivo previste al capitolo 4.1 del Disciplinare MFF (v. anche Allegato C), impiegando le informazioni che ne derivano per il governo del territorio.

Per quanto riguarda l'impiego dei dati di monitoraggio per la pianificazione territoriale, la programmazione/progettazione/controllo di interventi di sistemazione/mitigazione del versante ed eventuali azioni di protezione civile, i capitoli 4.2, 4.3 e 4.4 trattano tali tematiche riferendosi alla normativa di settore.

Sistemi satellitari - Il Servizio Europeo di Ground Motion (EGMS)

Dal 2022 è attivo il servizio European Ground Motion Service (EGMS), finanziato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) e parte del COPERNICUS Land Monitoring Service (CLMS), che fornisce informazioni relative ai movimenti del terreno a scala europea.

L'EGMS si basa sull'analisi interferometrica multitemporale delle immagini radar acquisite dal satellite Sentinel-1 a partire dal 2015. La tecnica consente di identificare punti di misura affidabili (che possono coincidere con edifici, strutture artificiali, affioramenti in roccia e aree non vegetate in genere) per i quali vengono resi disponibili i valori di velocità di movimento (in termini di millimetri all’anno) e le serie temporali di deformazione. Tali dati possono essere impiegati anche per lo studio e il monitoraggio dei fenomeni franosi.