Tipologia di contenuto
Scheda informativa

Lotte obbligatorie - Vaiolatura delle drupacee (Sharka)

Rivolto a
Cittadini
Enti pubblici
Imprese e liberi professionisti
Terzo settore

Lotta obbligatoria per il controllo del virus agente della «Vaiolatura delle drupacee» (Sharka)

Il virus rappresenta un grave pericolo per l'albicocco, il pesco, il susino, i relativi portainnesti e, a seguito di recenti segnalazioni, anche per il ciliegio; i frutti maturano irregolarmente, risultano malformati con anulature ed aree decolorate, la polpa assume consistenza spugnosa o può essere biancastra e indurita. Il danno che la malattia è in grado di arrecare alla frutticoltura è elevatissimo, soprattutto se si considera che il virus può avere una rapida diffusione nei frutteti.
Contro il virus non esistono interventi curativi e la lotta contro gli afidi che lo trasmettono è pressoché inutile; l'unica strada percorribile è la prevenzione.

In Italia la virosi è presente fin dal 1973 con il ceppo D, che attacca prevalentemente albicocco e susino. Nel 1982 PPV-ceppo D è stato rilevato in Piemonte nel saluzzese. Nel 1995 in Veneto ed Emilia-Romagna è stato isolato su pesco il ceppo M che è caratterizzato da maggiore virulenza e rapidità di diffusione. Nel 1996 sono stati reperiti numerosi nuovi focolai soprattutto in Veneto e nel corso del 1997 il numero di piante infette è notevolmente aumentato.

Il virus, contemplato nella normativa fitosanitaria (decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214) è considerato organismo di quarantena.

Dal 1992 vige sul territorio nazionale la lotta obbligatoria contro tale virus.

Nel 2009 è entrato in vigore un nuovo decreto di lotta obbligatoria che aggiorna il precedente:
Il D.M. 28 luglio 2009  "Lotta obbligatoria per il controllo del virus Plum pox virus (PPV), agente della «Vaiolatura delle drupacee» (Sharka)" prescrive le misure obbligatorie su tutto il territorio nazionale per contrastare la diffusione del virus e  quelle relative alla produzione del materiale di moltiplicazione utilizzato nei vivai e degli astoni prodotti.

Il D.M. 19 febbraio 2016 “Modifiche al decreto 28 luglio 2009, recante: «Lotta obbligatoria per il controllo del virus Plum pox virus (PPV) agente della “Vaiolatura delle drupacee” (Sharka)»” ha apportato alcune modifiche al decreto 28 luglio 2009.

Con la D.D. 16 dicembre 2016, n. 1250 “Applicazione in Piemonte del D.M. 28 luglio 2009 "Lotta obbligatoria per il controllo del virus Plum pox virus (PPV), agente della "Vaiolatura delle drupacee" (Sharka)" e D.M. 19 febbraio 2016 (Modifiche al decreto 28 luglio 2009)” è stato variato  il Piano di applicazione in Piemonte alla luce del D.M. 19 febbraio 2016 e sono state aggiornate le aree di presenza della virosi.

La malattia

La vaiolatura delle drupacee o "Sharka" è una malattia virale da quarantena causata dalla presenza del Plum pox virus (PPV), che colpisce sia la maggior parte delle drupacee coltivate (susino, albicocco, pesco, nettarine, percoche, ciliegio, mandorlo e mirabolano) sia quelle ornamentali e spontanee (ad esempio il prugnolo); possono essere inoltre ospiti naturali del virus numerose piante erbacee, sia annuali sia perenni.

Rilevata per la prima volta in Bulgaria nel 1917, si è successivamente estesa a tutte le principali aree frutticole europee. In Italia è comparsa nel 1974 in Alto Adige; in Piemonte la malattia è stata segnalata per la prima volta nel 1982 nella zona del Saluzzese, su albicocco.

Sono stati individuati tre ceppi del virus: fra questi il gruppo D, presente in Italia sin dal 1975; il gruppo M, comparso nel 1995 su pesco in Emilia-Romagna e in Veneto, dove ha causato ingenti danni alla produzione frutticola; il gruppo C (dal termine inglese "cherry", ciliegio): gli isolati appartenenti a questo gruppo sono stati riscontrati in Moldova ed in Italia su piante di ciliegio acido e dolce.

I due ceppi più importanti sono:

  • Il ceppo D, che è prevalente negli impianti di albicocco e susino;
  • Il ceppo M, che causa i maggiori danni sugli impianti di pesco.

Le principali differenze tra i ceppi sono:

Ceppo D
L'infezione si diffonde a tutte le piante in 8-9 anni nelle coltivazioni di albicocco.
Si diffonde più lentamente.

Albicocco
Lenta diffusione del virus dalle foglie infettate dagli afidi alle varie parti della pianta.
Gli albicocchi sono sorgenti di infezione solo fino a giugno.

Ceppo M
L'infezione si diffonde a tutte le piante in 4-5 anni nelle coltivazioni di pesco.
Si diffonde con maggiore velocità.

Pesco
Veloce diffusione del virus dalle foglie infettate dagli afidi alle varie parti della pianta.
I peschi sono ottime sorgenti di infezione per gli afidi vettori dalla ripresa vegetativa a tutto agosto.

  • Elenco delle specie colpite

Trasmissione

Il virus si trasmette prevalentemente per via vegetativa tramite innesto di marze e gemme derivanti da piante malate, oppure con l'utilizzo di portainnesti infetti; tale modalità di trasmissione della virosi viene definita "primaria" ed è favorita da:

  • assenza di sintomi sui portainnesti;
  • prelievo di gemme o marze da rami o piante asintomatiche (ma con il virus in fase di incubazione);
  • attenuazione e confusione dei sintomi in estate;
  • scarsa competenza di taluni frutticoltori e vivaisti;
  • prelievo di materiale da innesto in riposo vegetativo in cui i sintomi non sono visibili (esempio: il ripasso con innesti a triangolo su quelli falliti dell'anno precedente).

Esiste tuttavia una causa secondaria di trasmissione che avviene tramite alcune specie di afidi vettori (molto efficiente risulta essere Myzus persicae), che acquisiscono le particelle virali mediante la suzione dai tessuti di piante infette e le inoculano su piante sane attraverso rapide punture di saggio. In molti casi si tratta di afidi che non sempre si sviluppano sulle drupacee ma vi vengono a contatto occasionalmente durante i propri spostamenti.

Quella primaria è una modalità di trasmissione da non sottovalutare in quanto l'infezione può essere localizzata e/o latente (ossia senza sintomi apparenti) nel materiale di propagazione di partenza. Ne consegue che le piante originatesi da marze o portainnesti asintomatici ma infetti, risulteranno a loro volta infette. Notevoli sono dunque i rischi di trasmissione a distanza e su ampia scala della malattia.

Sintomatologia

I sintomi si manifestano sulle foglie fin dalla ripresa vegetativa e con il sopraggiungere della stagione calda tendono ad attenuarsi; variano inoltre in base alla sensibilità della varietà ospite e non sempre sono visibili su tutta la pianta, ma possono essere limitati anche solo a poche branche o ad una parte del fogliame.

Albicocco

Foglie: si notano areole tondeggianti o anulari di colore verde chiaro viranti al giallo, adiacenti alle nervature secondarie e terziarie; si possono anche osservare chiazze perinervali così dette a "foglia di quercia" che, pur attenuandosi, persistono anche in estate e tendono a necrotizzare nella stagione avanzata.
Per alcune varietà, quando il caldo estivo si intensifica, le areole clorotiche si accentuano assumendo una colorazione marrone.

Frutti: si osservano ampie anulature di colore verde chiaro o clorotiche che, in genere, compaiono all'invaiatura per poi accentuarsi e determinare una cascola precoce; si possono vedere inoltre malformazioni dovute ad una maturazione irregolare e, sui frutticini verdi, si notano aree necrotiche e depresse.
In corrispondenza delle aree clorotiche la polpa matura in ritardo oppure, in qualche caso, diventa spugnosa o tuberosa mentre la buccia esterna rimane di colore giallo-verdastro.
Esistono delle varietà molto sensibili che presentano deformazioni molto marcate accompagnate da butteratura.

Noccioli: presentano anulature scure, di forma ben definita e circondate da un alone giallastro.

Pesco

Foglie: il sintomo fogliare non è quasi mai distribuito su tutta la chioma ma spesso è limitato ad una o poche branche oppure può coinvolgere addirittura solo alcune foglie di un germoglio.
Le foglie presentano anulature e decolorazioni di tratti del reticolo. Si possono notare linee clorotiche finemente seghettate su tutto o su parte del lembo fogliare che presenta un aspetto ondulato. Nella stagione autunnale le zone clorotiche assumono una colorazione rossastra-imbrunita che contrasta con il fondo ancora verde della foglia.

Fiori: sui fiori di tonalità rosacea i sintomi consistono in rotture di colore, con i petali che possono presentare delle striature rosa intenso e anulature rosacee.

Frutti: sull'epidermide sono distribuiti anelli di forma più o meno circolare a contorno clorotico. Talvolta sono presenti anulature più piccole che circoscrivono aree di colore giallastro; compaiono inoltre delle striature.
I sintomi possono coinvolgere solo alcuni frutti e comparire prima dell'invaiatura per poi diventare sempre più evidenti in prossimità della maturazione.
Sulle nettarine si notano alterazioni di colore e deformazioni simili a protuberanze rossastre in contrasto con il colore verde-giallo della pelle del frutto immaturo.

Susino

Foglie: presentano linee sinuose ed aree anulari clorotiche di varia estensione che sono comprese tra le nervature. Tali sintomi risultano essere più evidenti in primavera ma, in alcune varietà, permangono anche in estate dove le linee sinuose ed anulari appaiono circondate da un alone necrotico.

Frutti: su quelli ancora verdi si possono manifestare lievi depressioni di colorazione bluastra. Compaiono poi depressioni superficiali, anulari e semicircolari: la polpa in corrispondenza di queste depressioni risulta imbrunita e impregnata di gomma.

I frutti più colpiti tendono in genere a cadere precocemente.

Contenimento e prevenzione

Non esistono prodotti chimici o altri mezzi curativi efficaci contro i virus delle piante. Le uniche azioni di lotta contro Sharka sono pertanto rappresentate, fondamentalmente, da interventi di tipo preventivo nei confronti della diffusione della malattia.

A causa della gravità della malattia, la lotta è obbligatoria su tutto il territorio nazionale ed è regolata dal D.M. 28 luglio 2009: Lotta obbligatoria per il controllo del virus Plum pox virus (PPV), agente della «Vaiolatura delle drupacee» (Sharka).
Per proteggere le aree dedicate alla coltivazione delle drupacee occorre:

  • possedere una buona conoscenza dei sintomi;
  • esaminare accuratamente e periodicamente fiori, foglie e frutti per rilevare eventuali sintomi. Tali osservazioni devono essere effettuate:
    • sulle foglie a un mese dalla ripresa vegetativa e a fine estate sui germogli tardivi;
    • sulle piante in fioritura nel caso del pesco e delle varietà con fiore di tipo rosaceo, dove i sintomi sono visibili anche sui petali (è di grande importanza il controllo delle piante in fase di fioritura poiché permette di riconoscere le piante ammalate prima dei voli afidici responsabili della diffusione secondaria del virus);
    • sui frutti alla raccolta;
  • individuare ed estirpare tempestivamente tutti i focolai di infezione poiché rimandare le operazioni di estirpo aumenta la probabilità di diffusione del virus.

È importante distruggere le piante infette non limitandosi al taglio ma provvedendo all'estirpazione completa della ceppaia, poiché eventuali ricacci potrebbero risultare infetti e divenire a loro volta fonti di diffusione del virus;

  • per la creazione di nuovi impianti di frutteto, impiegare materiale vivaistico di moltiplicazione "virus esente" o "virus controllato" e comunque sempre accompagnato da passaporto verde a norma del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214 o da documento di commercializzazione (DM 14 aprile 1997).

I vivaisti, al fine di evitare la diffusione del virus, devono rispettare assolutamente la normativa fitosanitaria e gli obblighi previsti dal D.M. 28 luglio 2009 ed eseguire i controlli visivi in vegetazione sulle piante madri di drupacee da utilizzare per il materiale da innestare.

I vivaisti sono responsabili del materiale che viene posto in commercio e quindi devono essere scrupolosi nei controlli ed evitare il prelievo di gemme e marze o astoni di cui non conoscono l'esatta provenienza.

Obblighi per i vivaisti

I vivaisti sono responsabili del materiale che viene posto in commercio, devono rispettare la normativa fitosanitaria e hanno i seguenti obblighi:

1) prelevare il materiale di propagazione da campi di piante madri appositamente costituiti e in cui le piante siano state tutte analizzate per l'assenza di PPV; tali campi non devono essere situati nei seguenti comuni e nelle relative zone tampone (vedasi “Carte Zone 2014” e “Carte Zone 2015-2016” nella sezione Allegati):

  • Barge
  • Casalnoceto
  • Costigliole Saluzzo
  • Cuneo
  • Lagnasco
  • Manta
  • Martiniana Po
  • Monleale
  • Piasco
  • Revello
  • Rossana
  • Saluzzo
  • Savigliano
  • Scarnafigi
  • Tarantasca
  • Venasca
  • Verzuolo
  • Villafalletto
  • Volpedo

2) contrassegnare le piante madri in modo permanente e controllarle ripetutamente durante la stagione vegetativa secondo la metodologia per il controllo delle drupacee sensibili al virus Sharka;

3) dichiarare sotto la propria responsabilità, utilizzando l'apposito modulo di dichiarazione annuale, i controlli visivi e di laboratorio eseguiti e la quantità di materiale di moltiplicazione prelevata da ciascuna pianta. La dichiarazione deve essere conservata presso la sede del vivaio per almeno 5 anni e presentata agli ispettori fitosanitari quando richiesta;

4) comunicare immediatamente al SFR la presenza di piante madri infette e l'elenco delle aziende che hanno acquistato piante della specie, cultivar e partita di quelle rinvenute infette;

5) effettuare controlli visivi a campione sulle foglie delle piante destinate alla vendita comunicando al SFR l'eventuale presenza della malattia;

6) comunicare al SFR entro il 30 maggio di ogni anno, utilizzando l'apposito modulo, l'utilizzo di materiale di propagazione proveniente da paesi comunitari e/o terzi, per consentire al SFR di predisporre gli opportuni accertamenti.

I vivaisti che si approvvigionano esclusivamente di piantine già innestate, accompagnate da passaporto, non sono soggetti agli obblighi indicati.

I vivaisti che non ottemperano agli obblighi del D.M. 28 luglio 2009 possono incorrere nelle sanzioni previste.

Inoltre, in base al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214, il SFR non rilascia l'autorizzazione all'uso del passaporto se, a seguito dell'ispezione, non sono soddisfatte le condizioni stabilite dal D.M. 28 luglio 2009.

  • Metodologia per il controllo delle drupacee
  • Disposizioni D.M. 28 luglio 2009 e modifiche del D.M. 19 febbraio 2016
  • Dichiarazione annuale dei controlli sul materiale di propagazione
  • Dichiarazione del materiale di propagazione proveniente dall'estero
    Vedasi nella scheda Modulistica

Monitoraggi ufficiali

Annualmente i Servizi fitosanitari regionali eseguono monitoraggi ufficiali al fine di verificare la presenza di infezioni dovute al virus PPV sulle piante di drupacee suscettibili (albicocco, ciliegio, pesco, susino, tutti i portainnesti di drupacee e le specie suscettibili al virus PPV impiegate a fini ornamentali) e sui frutti, allo scopo di definire lo stato fitosanitario del territorio.
I monitoraggi consistono in ispezioni visive delle piante ospiti e dei frutti per il riconoscimento dei sintomi del virus PPV e in appropriate analisi di laboratorio, eseguite nei momenti più opportuni, per l'individuazione del virus PPV.
I Servizi fitosanitari regionali definiscono lo stato fitosanitario del territorio relativamente al virus PPV, delimitando le zone.

Le zone previste dal decreto sono dettagliate nella sezione allegati

Obblighi di informazione e denuncia dei casi sospetti come previsto nell’art. 13 del D.M. 28 luglio 2009

1.1 Le Regioni, per il tramite dei Servizi fitosanitari regionali, devono dare massima divulgazione presso i vivaisti, i frutticoltori, gli operatori della filiera ortofrutticola:

  • della conoscenza dei sintomi e della pericolosità del virus;
  • dello stato fitosanitario del territorio, con particolare riferimento alle delimitazioni operate;
  • delle disposizioni di lotta obbligatoria e di profilassi applicabili nelle singole zone;
  • delle modalità di produzione di piante e materiale di moltiplicazione di drupacee e delle limitazioni dell'attività vivaistica.

2. Al di fuori delle zone di insediamento é fatto obbligo a chiunque di segnalare ogni caso sospetto di PPV al Servizio fitosanitario regionale competente che provvede ad effettuare ispezioni visive e, se del caso, analisi virologiche ufficiali.

3. Le ditte che commercializzano e le industrie di trasformazione che acquistano frutti di drupacee, hanno l'obbligo di segnalare al Servizio fitosanitario regionale competente la presenza di partite di frutti con sintomi di PPV, fornendo copia della relativa documentazione commerciale.

4. I soggetti incaricati delle attività di certificazione qualitativa sui prodotti ortofrutticoli hanno l'obbligo di segnalare al Servizio fitosanitario regionale di competenza la presenza di partite con sintomi di PPV fornendo copia della relativa documentazione.

5. I Servizi fitosanitari regionali devono dare immediata comunicazione della prima comparsa di PPV nelle zone indenni:

  • al Servizio fitosanitario centrale;
  • agli altri Servizi fitosanitari regionali;
  • ai vivaisti, ai frutticoltori e agli operatori della filiera ortofrutticola del territorio interessato.

6. I laboratori pubblici e privati, ivi compresi quelli di ricerca, che accertino la presenza di PPV devono darne immediata comunicazione al Servizio fitosanitario regionale competente per territorio.

Allegati

Sharka Elenco specie colpite
File pdf - 10.99 KB
Sharka Mappe zone 2015_2016
File pdf - 1.39 MB
Sharka Metodologia controlli
File pdf - 7.42 KB
Sharka Mappe zone 2014
File pdf - 2.47 MB
Sharka Scheda descrittiva
File pdf - 608.72 KB
Sharka Disposizioni Piemonte sintesi
File pdf - 16.55 KB
Sharka Sintomi Pesco
File pdf - 775.32 KB

Contatti

Riferimento
Sergio Gallo
Indirizzo
Environment park, palazzina A2 L via Livorno, 60 - 10144 Torino
Telefono
0114322188
0114321473
Email
virologia@regione.piemonte.it
Note
Per segnalazioni di inadempimenti, ingiunzioni di estirpo, analisi di campioni sospetti e monitoraggio
Riferimento
Paola Gotta
Indirizzo
Environment park, palazzina A2 L via Livorno, 60 - 10144 Torino
Telefono
0114323716
Email
virologia@regione.piemonte.it