I primi dati del 7° Censimento agricoltura a livello nazionale

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Il 28 giugno scorso l’Istituto Nazionale di Statistica ha diffuso i primi risultati del 7° Censimento generale dell’agricoltura, svolto tra gennaio e luglio 2021, con riferimento all’annata agraria 2019-2020, dopo il posticipo imposto dal perdurare della pandemia.

La presentazione è stata una panoramica dei principali risultati dell’attività a livello nazionale, con solo alcuni dati basilari a livello regionale, che peraltro si riferiscono alla classificazione delle aziende secondo la localizzazione del centro aziendale o della sede legale. Al contrario delle precedenti edizioni, ISTAT non ha fornito dati provvisori utilizzabili per le prime elaborazioni regionali, e solo in autunno sarà rilasciato un datawarehouse dedicato con dati per localizzazione dei terreni: solo allora la Regione Piemonte sarà in grado di divulgare dati più definiti.

I principali aspetti emersi dal VII° Censimento si possono così riassumere:

  • un sensibile calo del numero di aziende agricole (-30%), con un dato per il Piemonte di – 23%
  • risultano più stabili le superfici, con un calo in Piemonte superiore alla media nazionale (-7% contro il -3% a livello nazionale)

Il Piemonte rappresenta il 4,6% del totale nazionale in termini di numero di aziende e il 7,9% in termini di SAU.

  • aumenta la dimensione media delle aziende regionali: il valore nazionale in termini di SAU è di 11,1 ettari medi, in Piemonte è di circa 18,2 ettari
  • è sostanzialmente invariato l’utilizzo dei terreni agricoli. Il Piemonte è in testa per il maggior numero di aziende che coltiva il nocciolo (oltre 8mila).
  • sono in calo le aziende zootecniche: la flessione più rilevante ha caratterizzato il Nord-ovest ma il contributo maggiore di animali allevati spetta comunque a quest’area. Le aziende agricole piemontesi che hanno dichiarato di possedere capi di bestiame sono 17.378, pari al 33,6% delle aziende regionali e rappresentano l’8,1% del totale nazionale
  • cresce l’importanza della manodopera non familiare (aziende a conduzione individuale o familiare -32%) con un forte aumento delle società di capitali (+ 42,4%); le prime rappresentano comunque il profilo giuridico più diffuso nell'agricoltura italiana (93,5%).
  • le attività connesse sono in crescita (5,7% nel 2020 rispetto al 4,7% del 2010 a livello italiano)
  • in dieci anni è quadruplicata l’informatizzazione delle aziende agricole (+137,3% nel Nord-ovest)
  • almeno un investimento innovativo per una azienda agricola su dieci, con riferimento agli ambiti dell'agricoltura di precisione, della ricerca e sviluppo, dell'acquisizione di macchinari, attrezzature, hardware e software tecnologicamente avanzati. A livello nazionale l'11% delle aziende agricole ha dichiarato di aver effettuato almeno un investimento innovativo nel triennio, il Piemonte con il 23,2% si colloca decisamente sopra la media nazionale.
  • la resilienza del settore agricolo, relativamente agli effetti della pandemia da Covid-19. Nel complesso il settore agricolo è risultato piuttosto resiliente: in Italia le aziende che hanno dichiarato di aver subito degli effetti sono state il 17,8%. In particolare, tale quota è stata maggiore tra le aziende di più grandi dimensioni rispetto alle aziende più piccole, e ha riguardato soprattutto quelle del Nord-ovest (31,7%).

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