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Scheda informativa

Risultati biomonitoraggio PFAS in provincia di Alessandria

Rivolto a
Cittadini
Enti pubblici
Imprese e liberi professionisti
Terzo settore

Sono disponibili i risultati preliminari del biomonitoraggio effettuate per valutare l'esposizione della popolazione alle sostanze derivanti dalle attività passate e presenti nel Polo chimico di Spinetta Marengo

Sulla base dei dati resi disponibili da ARPA, su acqua, aria e terreno, e da 3 campagne di analisi su alimenti di origine animale e vegetale, che hanno consentito di disporre di una mappatura delle sostanze presenti e della loro distribuzione, è stato definito lo studio, approvato dal Comitato Etico Territoriale Interaziendale AOU Novara il 21 dicembre 2023, per un primo biomonitoraggio sui cittadini.

Al fine di individuare le situazioni a maggior rischio, la scelta dei soggetti da sottoporre a monitoraggio per lo "studio pilota" si è basata sulla valutazione di esposizione legata al consumo di alimenti (nell’area del polo chimico la presenza di Pfas nelle acque potabili è sempre risultata essere sotto la soglia di rilevabilità) e la contaminazione dell’aria, sulla base della letteratura scientifica, risulta svolgere un ruolo marginale nell’esposizione al di fuori dei luoghi di lavoro.

ASL AL ha pertanto identificato 70 cittadini che risultavano arruolabili sulla base dello “studio pilota” proponendo un prelievo per analisi del sangue e la disponibilità ad una intervista. In questa prima fase, delle 70 persone identificate, 29 hanno aderito al progetto di biomonitoraggio.

Sulla base dei risultati delle analisi sugli alimenti, le analisi del sangue condotte dal Laboratorio di Tossicologia ed Epidemiologia Industriale di Città della Salute e della Scienza di Torino hanno ricercato i più diffusi PFAS “storici” utilizzando standard certificati e campioni di controllo disponibili a livello commerciale, oltre a quelli specificatamente prodotti ed utilizzati presso il polo chimico: cC6O4 e ADV forniti da Syensqo (ex-Solvay).

L’ADV è una miscela di congeneri alcuni dei quali con caratteristiche simili ai vecchi PFAS (catena lunga: 8 atomi di carbonio), altri a catena più corta (4-6 atomi di carbonio).
 

PFAS ricercati

L'elenco dei PFAS ricercati è riportato di seguito: tra i 26 ricercati sono presenti anche cC6O4 e GENX, previsti per la valutazione dell'esposizione dalla National Academies of Science e della miscela ADV.

  • PFHxS - Sodium perfluoro-1-hexanesulfonate
  • PFOA - Perfluoro-n-octanoic acid
  • PFOS - Sodium perfluoro-1-octanesulfonate
  • PFNA - Perfluoro-n-nonanoic acid
  • PFDA - Perfluoro-n-decanoic acid
  • MeFOSAA 2-(N-Methylperfluorooctanesulfonamido) acetic acid
  • PFUdA - Perfluoro-n-undecanoic acid

ADV

  • MFS-N2 - 1-propene,1,1,2,3,3,3-hexafluoro-,telomer with chlorotrifluoroethene,oxidized, reduced, hydrolyzed
  • MFS-M3 - 1-propene,1,1,2,3,3,3-hexafluoro-,talomer with chlorotrifluoroethene,oxidized, reduced, hydrolyzed
  • MFS-N3 - 1-propene,1,1,2,3,3,3-hexafluoro-,talomer with chlorotrifluoroethene,oxidized, reduced, hydrolyzed
  • MFS-M4 - 1-propene,1,1,2,3,3,3-hexafluoro-,talomer with chlorotrifluoroethene,oxidized, reduced, hydrolyzed
  • MFS-N4 - 1-propene,1,1,2,3,3,3-hexafluoro-,talomer with chlorotrifluoroethene,oxidized, reduced, hydrolyzed
  • MFS-N5 - 1-propene,1,1,2,3,3,3-hexafluoro-talomer with chlorotrifluoroethene,oxidized, reduced, hydrolyzed


Sulla base dei risultati del progetto pilota della ASL di Alessandria, è stato proposto un emendamento del protocollo di studio, accettato dal Comitato Etico Territoriale di Novara, che ha permesso di estendere il biomonitoraggio ai soggetti residenti nelle vicinanze del polo chimico di Spinetta Marengo.

Al fine di consentire un arruolamento graduale dei cittadini, è stata definita una prima coorte di soggetti residenti in un raggio di 500 metri (0-500 m.) nei mesi di ottobre-dicembre 2024; a partire dal mese di aprile 2025 l'arruolamento è stato esteso sino ai residenti nel raggio di 3 km dal polo chimico.

Risultati

Per l’interpretazione dei risultati delle determinazioni di PFAS nel sangue sono stati utilizzati, cosi come riportato nel protocollo di biomonitoraggio, i criteri stabiliti dai CDC/National Academies of Science (NAS) che prevedono 3 livelli di azione in relazione alla concentrazione (µg/l=microgrammi/litro o ng/ml=nanogrammi/millilitro) di 7 molecole PFAS per i quali a livello scientifico (rivestono il significato di valori guida, non sono valori di legge) sono stati definiti degli interventi da adottare nei confronti dei volontari con superamento dei valori soglia. I diversi studi, compresi quelli indipendenti, seguono differenti criteri di inclusione e si riferiscono a popolazioni differenti.

Al biomonitoraggio hanno aderito altri 328 cittadini residenti nel raggio di 3 km: sono già state effettuate le analisi, i cui dati sono attualmente in fase di elaborazione e saranno divulgati successivamente.

I valori mediani delle concentrazioni, dei 7 PFAS e dell’ADV (il cC6O4 e il GenX sono risultati non rilevabili) per gli studi dove è stata effettuata la ricerca, riscontrate nei soggetti che hanno aderito ai diversi studi, presso laboratori indipendenti o presso l’ASL, sono riportati nella tabella 2, disponibile in allegato.

Sulla base delle evidenze scientifiche disponibili, la National Academies of Science ha definito 3 categorie di livelli di esposizioni proponendo delle misure in relazione alla quantità di queste sostanze rilevata nel siero.
Le 3 categorie, con le relative misure, sono riportate nella tabella 3, disponibile in allegato.

I risultati delle analisi con la distribuzione dei campioni nelle 3 categorie definite dalla National Academies of Science  sulla base della concentrazione dei 7 PFAS sono riportati nella tabella 4, disponibile in allegato.

Si segnala che non tutti gli studi hanno analizzato tutti e 7 i PFAS "normati"

Considerazioni preliminari sui risultati del biomonitoraggio

Su un totale di 246 soggetti sottoposti ad analisi, seppur con criteri di scelta non completamente comparabili, il valore soglia raccomandato di 20 microgrammi/litro o nanogrammi/millilitro risulta essere superato in 37 soggetti, dei quali probabilmente una parte significativa, come nello studio di Liegi, potrebbe essere costituita da lavoratori o ex lavoratori presso il polo chimico.

Il secondo studio che ha rilevato i maggiori livelli di esposizione è stato lo studio pilota dell’ASL di Alessandria che ha previsto un arruolamento di soggetti sulla base dei dati di effettiva potenziale esposizione attraverso gli alimenti.

Le principali molecole sono rappresentate da PFOA e PFOS (entrambi non più prodotti e utilizzabili e il PFOS mai prodotto nè utilizzato presso il polo chimico) e dall’ADV, non più prodotto e in fase di dismissione anche dal punto di vista dell’utilizzo presso il polo chimico.

I soggetti nei quali sono stati rilevati livelli superiori ai 20 µg/l sono stati, come previsto dal protocollo di studio, indirizzati verso il proprio Medico di Medicina Generale per la prescrizione di ulteriori accertamenti.

Per avere un quadro attendibile del livello di esposizione effettivo della popolazione è necessario attendere un'elaborazione più approfondita dei dati che consenta di correlare ogni singola esposizione alle caratteristiche del soggetto quali età, sesso, luogo effettivo di residenza e storia residenziale, attività lavorative, alimentazione...

I dati ottenuti dallo studio, condotto dalla ASL di Alessandria in collaborazione con la Regione Piemonte, che ha considerato un campione di popolazione particolarmente a rischio di esposizione (residenza nei pressi del polo chimico e consumo di alimenti contaminati seppur sotto i limiti previsti dalla normativa) hanno evidenziato dei valori leggermente superiori rispetto a quelli attesi nella popolazione non esposta per i PFAS storici, che pur essendo ancora presenti a livello ambientale non sono più prodotti / utilizzati, ai quali però si aggiunge, in particolare nello studio pilota e nello studio indipendente basato sul laboratorio di Acquisgrana, una presenza significativa di ADV quasi 5 volte superiore a quella rilevata nei cittadini residenti a ridotto del polo), insieme di sostanze ancora in uso presso il polo chimico, la cui via prioritaria di esposizione è quasi sicuramente legata al consumo di alimenti contaminati anche se non si può escludere una componente di accumulo derivante direttamente dall'aria (non esistono limiti di legge).

Sulla base di tali evidenze si conferma che l’esposizione a PFAS dei cittadini delle aree circostanti il polo chimico non è uniforme (i controlli effettuati dallo studio di Liegi su un campione di soggetti individuati presso la città di Alessandria, evidenzia un livello medio di PFAS di 6 microgrammi/litro che rappresenta un livello medio riscontrabile a livello della popolazione generale anche di aree non inquinate: in un altro caso di inquinamento è stato considerato un valore accettabile la presenza sino ad 8 microgrammi/litro di PFOA nel siero di soggetti adulti) e pertanto la task force dovrà rimodulare le modalità di arruolamento per individuare i gruppi di popolazione che possono essere stati esposti ad una maggiore esposizione anche presso comuni limitrofi.

Impegni futuri

Si sottolinea che nell’area del polo chimico e in quella circostante esiste un grave problema ambientale legato a diversi inquinamenti passati e in parte ancora in corso (metalli pesanti, cromo esavalente, organoclorurati, PFAS).

Sulla base delle informazioni disponibili, l’esposizione dei cittadini risulta limitata in quanto i controlli sulle acque potabili svolti dalla ASL e dai gestori evidenziano presenze di PFAS al di sotto dei limiti previsti dalla normativa che entrerà in vigore nel 2026, mentre per le aree a maggior rischio è stato vietato - già a partire dal 2009 - l’utilizzo di acqua proveniente da pozzi privati in assenza di analisi svolte dai proprietari in grado di assicurare l’assenza di contaminanti pericolosi per la salute

La nuova task-force istituita e presieduta dall’Assessore Riboldi con il contributo dei clinici ha già previsto un percorso per valutare l’effettivo rischio a cui sono esposti i cittadini a causa delle diverse sostanze ancora presenti nell’ambiente o in uso presso il polo chimico, per stabilire criteri e modalità per la presa in carico (primo livello MMG, secondo livello in percorsi dedicati) ed è già stato approvato, da parte del Comitato Etico Territoriale Interaziendale AOU di Novara, un nuovo protocollo per la presa in carico di secondo livello con un ambulatorio appositamente dedicato.

Sarà aggiornato il piano di biomonitoraggio per la ricerca dei PFAS nel sangue per individuare con maggiore precisione gli eventuali gruppi di cittadini soggetti ad una maggiore esposizione, ad esempio ricorrendo alla geolocalizzazione.