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Radon

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ll radon è un gas nobile radioattivo di origine naturale, inodore e incolore. Il suo simbolo chimico è  222Rn e si misura in Bq/m3 (Becquerel per metro cubo), dove il Becquerel è l’unità di misura dell’attività di una sostanza chimica radioattiva (numero di disintegrazioni al secondo).

La fonte principale del radon è il suolo, ma altre fonti possono essere i materiali da costruzione e, in minima parte, l’acqua.

Tende ad accumularsi negli edifici trovando facile via d’accesso attraverso crepe, fessure, imperfezioni delle solette, cavedi per il passaggio di tubazioni, cavi elettrici, ecc., per questo motivo i locali interrati, seminterrati o al piano terra possono essere caratterizzati da concentrazioni di radon dannose per la salute umana.

All’aperto, invece, si disperde e non rappresenta una criticità.

Il radon, in quanto radioattivo, si trasforma, emettendo radiazioni ionizzanti di tipo alfa (α) e beta (β) e generando a sua volta degli elementi radioattivi detti «figli del radon» (polonio, bismuto e piombo).
 

Perchè è un rischio per la salute?

Secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità:

  • il radon rappresenta la seconda causa di cancro ai polmoni dopo il fumo di tabacco in quanto i figli del radon si attaccano al pulviscolo fine che respiriamo e così la loro radiazione colpisce direttamente i polmoni
  • il rischio di sviluppare un tumore polmonare dovuto al radon è proporzionale alla sua concentrazione e al tempo di esposizione 
  • a parità di concentrazione di radon e durata dell’esposizione, il rischio di tumore polmonare è molto più alto per i fumatori rispetto ai non fumatori (circa 25 volte). 
     

Quali sono le azioni regionali in corso? 

La Regione Piemonte, attraverso il Dipartimento Rischi Fisici e Tecnologici di Arpa Piemonte di Ivrea (TO), ha avviato i programmi di misurazione della concentrazione di radon nei Comuni individuati come aree prioritarie (quelli, cioè, in cui i livelli di concentrazione di radon sono significativamente maggiori della media e che meritano quindi una particolare attenzione). Le misurazioni vengono effettuate negli ambienti chiusi, negli edifici di edilizia residenziale pubblica, nelle scuole e negli edifici comunali usati con continuità dai cittadini. 

Nell’ambito delle attività di prevenzione individuate dal Piano Regionale di Prevenzione 2020-2025, si è avviata una collaborazione tra le Direzioni Ambiente e Sanità.

La Regione Piemonte ed Arpa Piemonte sono inoltre impegnate in campagne di sensibilizzazione rivolte ai Comuni e alla popolazione per incentivare i proprietari di abitazioni con locali situati al pianterreno o a un livello semi sotterraneo o sotterraneo, a effettuare la misura della concentrazione di radon. Come prima iniziativa della campagna è stato organizzato in data 26 maggio 2023 il seminario “La mappa del radon in Piemonte: un aggiornamento ai sensi del d.lgs. 101/2020”.
 

Incontri con la cittadinanza

Nel 2024 è previsto il ciclo di incontri "Il gas radon nelle abitazioni. Cos’é e come difenderci. Incontro con i cittadini e consegna gratuita dei dosimetri per la misurazione nelle abitazioni".

Il prossimo incontro si svolgerà il 22 marzo, alle ore 21:00 presso la Sala Einaudi - Centro Congressi della Provincia di Cuneo (Corso Dante, 41 - Cuneo).

Scarica la locandina

È necessario registrarsi a questo link.
Il termine ultimo per la registrazione è il 21/03/2024, salvo esaurimento posti.

 

Quando intervenire?

La normativa nazionale stabilisce i livelli di riferimento al di sopra dei quali non è appropriato consentire le esposizioni, anche se non sono limiti che non possono essere superati.

L’art. 12 del d.lgs. 101/2020 definisce i livelli di riferimento in termini di concentrazione media annua di attività di radon in aria:

Nelle abitazioni:

  • 300 Bq/m3 per le abitazioni esistenti
  • 200 Bq/m3 per le abitazioni costruite dopo il 31/12/2024

Nei luoghi di lavoro:

  • 300 Bq/ m3


Il livello di riferimento NON è un limite categorico. A tutela della salute è raccomandabile effettuare interventi volti a ridurre l’esposizione anche negli ambienti in cui si riscontrino livelli di radon inferiori ai livelli di riferimento.

Dove intervenire? La mappatura del radon

Ad inizio 2023 è stata ufficializzata la nuova mappatura del radon in Piemonte, elaborata da Arpa Piemonte, che ha consentito di individuare le “aree prioritarie”.

Le aree prioritarie sono aree del territorio regionale potenzialmente più critiche per l’esposizione a gas radon, nelle quali più del 15% degli edifici supera come concentrazione media annua il livello di riferimento di 300 Bq/m3.

In Piemonte sono 37 i Comuni individuati come aree prioritarie.

Oltre ai 37 Comuni “Aree prioritarie”, a maggior tutela della salute, sono stati individuati come “Aree di attenzione”  altri 241 Comuni, nei quali la percentuale di edifici che superano come concentrazione media annua il livello di riferimento di 300 Bq/m3 è compresa tra il 10% e il 15% o si tratta di aree con caratteristiche geografiche e geologiche affini alle aree prioritarie.

La mappa del radon in Piemonte è disponibile sul Geoportale di Arpa Piemonte.

Come misurare il radon?

Per sapere quanto radon c’è in un ambiente chiuso occorre effettuare delle misurazioni con opportuni strumenti di misura.

Del radon si misura la concentrazione di attività (espressa in Bq/m3) utilizzando particolari strumenti, detti dosimetri, che forniscono il valore medio di tale grandezza in un determinato tempo. 

I dosimetri non necessitano di alimentazione elettrica e contengono rivelatori a tracce in grado di registrare il passaggio delle particelle α emesse dal decadimento del radon e dai prodotti del suo decadimento (cosiddetti “figli”). Al termine della misura i rivelatori devono essere esaminati in laboratorio. 

La misura deve protrarsi per almeno un anno, in genere attraverso due campagne di misurazione semestrali, al fine di ottenere valori significativi della concentrazione media annua di radon che non siano influenzati dalle condizioni climatiche e dalla stagionalità (notte/giorno; estate/inverno). 

Nelle abitazioni sono da prediligere i locali a maggiore permanenza frequentati dagli occupanti (es.: camera da letto, soggiorno o camera dei bambini).

Il costo di una misura annuale dipende dal numero di dosimetri necessari. Il costo unitario di un dosimetro non dovrebbe essere superiore a qualche decina di euro.

Si possono ottenere maggiori informazioni contattando il Dipartimento Rischi fisici e tecnologici di Arpa Piemonte di Ivrea – Laboratorio radon (tel. 011 196 81719 – mail: radiazioni.ionizzanti@arpa.piemonte.it).

Quali misure correttive per ridurre la concentrazione di radon?

Le principali misure correttive sono finalizzate a ostacolare l’ingresso del radon nell’edificio, o a ridurre la concentrazione del radon già penetrato all’interno, e possono essere di tipo attivo e passivo.

Esempi di azioni di tipo passivo:

  • aerazione degli ambienti (apertura porte e finestre),
  • ventilazione naturale dei vespai 
  • isolamento dell’abitazione dal terreno (es.: posa di barriere anti-radon, sigillatura di crepe e fessure)
     

Esempi di azioni di tipo attivo:

  • ventilazione meccanica controllata
  • ventilazione artificiale dei vespai
  • pressurizzazione all’interno dei locali o depressurizzazione del suolo
     

Attenzione! In fase di progettazione di nuovi edifici si può prevenire il rischio radon con interventi più efficaci e con costi minori rispetto ad azioni su edifici esistenti. E’ importante  prendere in considerazione la tematica radon anche nel caso si intenda realizzare un intervento di efficientamento energetico. 

Rischio radon e studi epidemiologici

In Italia l’esposizione al radon è responsabile (secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità) di circa 3400 casi di tumore polmonare all’anno, di cui circa 300 in Piemonte. Si stima che circa il 10% dei casi di tumori polmonari in Italia sia attribuibile all’esposizione al radon nelle abitazioni.

Questi calcoli sono effettuati su una dimensione collettiva sufficientemente ampia al fine di individuare l’entità dei rischi per la salute pubblica, tuttavia la correlazione tra l'insorgenza della patologia e l’esposizione al fattore di rischio risulta difficile da apprezzare in popolazioni poco numerose (es.: piccoli comuni). 

Gli studi epidemiologici condotti sino ad oggi hanno valutato che, considerato un periodo di esposizione di 30 anni, il rischio di tumore polmonare aumenta di circa il 16% per ogni 100 Bq/m3 di incremento di concentrazione media di radon.

Inoltre il rischio di contrarre un tumore polmonare causato dall’esposizione al radon è 25 volte più alto nei fumatori rispetto ai non-fumatori. 

Per maggiori approfondimenti in merito alla stima del rischio radon, si invita a consultare il rapporto “Rischio di tumore polmonare attribuibile all’esposizione al radon nelle abitazioni nelle regioni italiane - Primo rapporto sintetico” dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS)”.