Il nuovo progetto di collaborazione Italia-Svizzera mette al centro l’Infermiere di Famiglia e Comunità
La pandemia ha messo in evidenza il nervo scoperto della sanità mondiale: l’invecchiamento globale della popolazione richiede un maggiore investimento nelle cure primarie e territoriali. Le previsioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indicano un aumento delle persone con 60 anni o più da 1 miliardo nel 2019 a 1,4 miliardi nel 2030, per arrivare a più del doppio nel 2050 (2,1 miliardi).
L’invecchiamento della popolazione è tipicamente accompagnato da un aumento dell’incidenza delle malattie croniche non trasmissibili, a cui si aggiungono l’isolamento e condizioni socio-economiche che incrementano le disuguaglianze di salute.
Per rispondere ai bisogni espressi da fasce maggiormente vulnerabili, il progetto REACtion si propone di implementare soluzioni che favoriscano la permanenza dell’anziano al proprio domicilio e una maggiore accessibilità e qualità dell’assistenza socio-sanitaria a livello territoriale, attraverso la figura dell’Infermiere di Famiglia e Comunità.
Il 14 dicembre è stato presentato al pubblico il progetto con un evento organizzato dal capofila italiano del progetto, l’Università del Piemonte Orientale. Tra i relatori, la Presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli ha illustrato il ruolo e la figura dell’Infermiere di Famiglia e Comunità.
Sono state presentate anche le esperienze di altri progetti affini rivolti all’anziano: il Progetto WelComTech, sviluppato nei territori del Verbano-Cusio-Ossola (VCO), Valle d’Aosta e Canton Ticino, il progetto La Cura è di Casa sul territorio novarese e VCO e il progetto CoNSENSo, sperimentazione conclusa, che ha coinvolto Piemonte, Liguria, Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Carinzia, Slovenia.
Come spiega Alberto Dal Molin, Ricercatore dell’Università del Piemonte Orientale e responsabile del progetto REACtion:
É necessario esplorare modalità innovative di gestione dei cambiamenti legati all’invecchiamento della popolazione, che impattino sulla salute e sulla qualità della vita dell’anziano. Attraverso la sinergia tra enti con competenze diverse e il confronto con altre esperienze, contiamo di poter agire in maniera efficace per migliorare il welfare di comunità
I nuovi bisogni di salute coinvolgono tutte le dimensioni dell’uomo: sono necessari, pertanto, nuovi modelli assistenziali che garantiscano la 'presa in carico' della persona e dei caregiver - afferma Laura Signorotti , referente del progetto per l’ASL NO. In questa logica di cure di comunità, in cui le Istituzioni e società civile collaborano per sostenere chi è più fragile, per trovare le soluzioni ai loro bisogni di salute, per gestire le malattie croniche e le disabilità, si inserisce l’infermiere di comunità.
REACtion è un progetto di cooperazione transfrontaliera, finanziato dal Programma di Cooperazione Interregionale Italia-Svizzera 2014-2020. I destinatari sono gli anziani over 65 anni, i caregiver e gli Infermieri di Famiglia e Comunità operanti nei Comuni della Casa della Salute di Santhià, dei Distretti sud e urbano di Novara, per il versante italiano, e dei Distretti di Locarno e della Vallemaggia per il versante svizzero.
I partner del progetto sono:
- Università del Piemonte Orientale
- Associazione Locarnese e Valmaggese di Assistenza e cura a Domicilio (ALVAD),
- ASL di Novara
- ASL di Vercelli
- Università di Torino