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Scheda informativa

Prevenzione, diagnosi e cura della Depressione Post Partum (DPP)

Rivolto a
Enti pubblici
Imprese e liberi professionisti

Le modalità organizzative per la prevenzione e la presa in carico della Depressione Post Partum (DPP) e degli altri disturbi psichici che possono insorgere in gravidanza e/o durante i primi mesi di vita del neonato

La gravidanza e il post partum rappresentano uno dei periodi della vita a maggior rischio per le donne di soffrire di disturbo depressivo. La Depressione Post Partum (DPP) è oggetto di attenzione crescente negli anni recenti, in quanto è un disturbo prevenibile e il riconoscimento precoce dei sintomi permette di avviare procedure di intervento efficaci. Nella pratica comune la DPP sfugge frequentemente alla osservazione clinica e meno del 50% delle donne che ne soffrono chiede spontaneamente aiuto.

Se non adeguatamente intercettata e trattata, oltre ad avere forte impatto sulla salute della donna, interferisce sulla relazione madre - bambino con importanti conseguenze nel corso degli anni e può sfociare in comportamenti autolesivi fino al suicidio

 

Le azioni intraprese 
  • la definizione del "Profilo assistenziale condiviso per l’intercettazione precoce e per la presa in carico del disagio psichico perinatale e per la prevenzione della depressione post partum"
  • la presentazione del progetto esecutivo "Progetto esecutivo - Misure afferenti alla prevenzione, diagnosi, cura e assistenza della sindrome depressiva post partum"
Gli obiettivi
  • allertare gli operatori del percorso nascita e del percorso crescita sui segnali che possono evidenziare una situazione di disagio della donna che può evolvere verso un disturbo psichiatrico vero e proprio
  • attuare la presa in carico precoce delle donne a rischio e di quelle francamente patologiche

Queste obiettivi sono perseguibili attraverso la collaborazione tra Consultori Familiari, Ambulatori Specialistici pubblici e privati, Punti Nascita, servizi attivati in puerperio, Pediatri di libera scelta e Medici di medicina generale, Servizi di Psicologia, di Psichiatria, di NPI, delle Dipendenze, Servizi Sociali.

La sottovalutazione di situazioni di rischio si configura come significativa carenza in sanità pubblica se si considera la sofferenza soggettiva della donna e dei suoi familiari, nonché le limitazioni e i costi diretti e indiretti dovuti alla compromissione della sua vita personale, sociale e lavorativa. 

Epidemiologia e aspetti clinici

I risultati dei numerosi studi sul disagio psichico pubblicati in letteratura risultano piuttosto discordanti a causa della scarsa confrontabilità dovuta all’utilizzo di strumenti di screening differenti, diversi cut - off e non da ultimo per i confini sfumati tra situazioni francamente patologiche, quelle borderline e quelle transitoriamente legate al vissuto del parto e del postparto. 
 
Il disturbo depressivo si può manifestare nel periodo antenatale e/o postnatale, limitando il funzionamento della donna nel suo ruolo materno con un impatto significativo sul bambino, sul partner e sulla coppia. Le conseguenze più frequenti:

  • sospensione precoce dell’allattamento al seno
  • minor attenzione alla adozione di misure di sicurezza
  • tassi inferiori di utilizzo delle pratiche di prevenzione per il neonato

L’influenza negativa sulla relazione mamma - bambino interferisce nello sviluppo sociale e cognitivo del piccolo, aumentando il tasso di disturbi comportamentali in età scolare.

Nel mondo occidentale si stima che colpisca il 10 -15 % delle donne che partoriscono, anche se gli studi mostrano grande variabilità correlata anche alle caratteristiche territoriali e culturali. Il 20-40% delle donne con DPP ha alta probabilità di ricaduta in gravidanze successive

Per porre diagnosi di depressione ante e post natale devono essere soddisfatti i criteri di depressione maggiore con esordio nel periodo perinatale. Le manifestazioni cliniche comprendono:

  • umore depresso
  • perdita di interessi e di piacere in quasi tutte le attività
  • faticabilità
  • disturbi del sonno
  • sensi di autosvalutazione o di colpa
  • agitazione o rallentamento psicomotorio
  • difficoltà nel concentrarsi, pensare o prendere decisioni
  • variazioni dell’appetito con eventuali modificazioni ponderali
  • pensieri di morte ricorrenti o ideazione suicidaria fino al tentativo di suicidio