La parotite è una malattia infettiva causata da un virus appartenente al gruppo dei Paramyxovirus, il cui segno più evidente è la tumefazione delle ghiandole salivari. Nei bambini la malattia si risolve in pochi giorni nella maggior parte dei casi.
Il contagio durante le prime 12 settimane di gravidanza è associato a un’alta percentuale di aborti spontanei (25%), ma non comporta il rischio di malformazioni del feto.
L’infezione può colpire persone di qualunque età, e tra gli adulti si osservano con maggiore frequenza complicazioni, anche gravi.
- Quali sono i sintomi
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Il segno più evidente è la tumefazione delle ghiandole salivari. In particolare l’ingrossamento delle ghiandole parotidi, poste sotto i padiglioni auricolari, dietro l’angolo della mandibola, conferisce al viso il caratteristico aspetto da cui il nome popolare di “orecchioni”.
Spesso la malattia è accompagnata da mal di testa, mal di pancia e febbre e si può anche avere un interessamento del sistema nervoso centrale: sono frequenti le pancreatiti (4%), è possibile la sordità permanente e l’insorgenza di encefaliti (0,02-0,3%) e meningiti (0,5-15%).
Se l’infezione è contratta nei maschi dopo la pubertà, nel 20–50% dei casi si rischia l’orchite (infiammazione del testicolo); Questa, sebbene raramente, può risolversi in un’atrofia testicolare con conseguente sterilità. Nelle donne, più raramente, può interessare le ovaie. Circa 24 ore prima della comparsa del rigonfiamento delle parotidi, possono presentarsi brividi, cefalea e un leggero rialzo termico.
- Come si trasmette
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L’infezione si trasmette tramite le goccioline respiratorie diffuse nell’aria dal malato con la tosse o gli starnuti, oppure tramite il contatto diretto con le secrezioni nasofaringee.
La malattia è contagiosa nei 6 giorni che precedono la comparsa dei sintomi e per i 9 giorni successivi. Una pregressa infezione garantisce immunità permanente. - Come avviene la diagnosi
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La diagnosi viene effettuata dal medico, e dovrebbe sempre essere confermata con appropriati esami di laboratorio, che consistono soprattutto nella ricerca nel sangue di anticorpi specifici diretti contro il virus.
- La terapia
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La terapia è sintomatica e consiste nella somministrazione di analgesici, per il trattamento del dolore causato dall’infiammazione, e di antipiretici per controllare la febbre.
Le caratteristiche della vaccinazione
Il rischio di contrarre la malattia è legato alla possibilità del virus di diffondersi nella popolazione: più numerose sono le persone non protette contro la parotite, più facilmente si potranno verificare delle epidemie. Per la parotite la protezione non è elevata come per morbillo e rosolia.
Il vaccino è vivo attenuato cioè indebolito, ma ugualmente in grado di stimolare le difese contro l’infezione.
Il vaccino esiste sotto forma di un vaccino combinato trivalente MPR contro morbillo-parotite-rosolia o tetravalente MPRV, contro morbillo-parotite-rosolia-varicella.
La vaccinazione MPR o MPRV viene raccomandata a tutti i bambini tra i 12 e 15 mesi di età; la seconda dose è somministrata a 5-6 anni.
Il vaccino tri-tetravalente è vantaggioso per i bambini perché con una sola iniezione li difende contemporaneamente da 3/4 malattie ed è vantaggioso per la collettività perché riduce la circolazione di tutti i virus in esso contenuti, proteggendo da queste malattie anche le persone non vaccinate (immunità di gregge).
La vaccinazione può essere comunque effettuata a qualunque età (2 dosi distanziate di almeno 28 giorni) ed è raccomandata e offerta gratuitamente anche ad adolescenti e adulti non vaccinati in precedenza. Chi ha già avuto una o più delle malattie verso cui protegge il vaccino tri-tetravalente può vaccinarsi ugualmente senza rischi.
è opportuno rinviare questa vaccinazione in caso di:
- malattia acuta con febbre
- recente somministrazione di immunoglobuline, sangue o plasma, prodotti che possono ostacolare una buona risposta immunitaria al vaccino
- recente somministrazione di un altro vaccino a base di virus vivi
Come per tutti i vaccini vivi attenuati, la vaccinazione non viene effettuata negli individui con deficit immunitario o sotto terapia immunosoppressiva (corticoidi, antineoplastici, antirigetto) ed è controindicata in gravidanza. Dopo la vaccinazione è necessario attendere un mese prima di una eventuale gravidanza.
Questa vaccinazione è fortemente raccomandata per tutti e obbligatoria fino ai 16 anni di età ai sensi della Legge 119 del 31 luglio 2017.
Sicurezza del vaccino
Gli effetti collaterali si presentano di solito tra il 5° e il 12° giorno dalla vaccinazione e i più frequenti sono rossore e gonfiore nella sede di somministrazione, che comunque scompaiono rapidamente. A distanza di 5-14 giorni dalla vaccinazione possono comparire febbre o altri sintomi leggeri legati alle malattie come esantema e gonfiore alle parotidi. Molto raramente possono manifestarsi convulsioni collegate alla febbre, in caso di malattia le convulsioni sono molto più frequenti.
Ancor più raro è un calo transitorio delle piastrine (trombocitopenia) nei 2 mesi successivi alla vaccinazione, complicanza dieci volte più frequente dopo malattia naturale.
Era stata fatta l'ipotesi che i vaccini contenenti la componente morbillo potessero causare autismo. Le ricerche scientifiche eseguite per valutare questa ipotesi hanno, invece, dimostrato che lo sviluppo dell'autismo non è assolutamente correlato all'uso del vaccino MPR o di qualsiasi altro vaccino.
Il bambino dopo la vaccinazione NON è contagioso.