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L’influenza è una malattia respiratoria acuta stagionale che nell’emisfero occidentale si presenta durante il periodo autunnale/invernale con un picco fra dicembre e marzo. È molto contagiosa ed è causata da virus diversi che ogni anno possono modificarsi in modo più o meno significativo, motivo per cui le difese prodotte dall'organismo contro i virus dell’anno precedente diventano poco efficaci. Sono stati identificati quattro tipi differenti di virus responsabili dell’influenza:
- A e B, responsabili della sintomatologia influenzale classica
- C, di scarsa rilevanza clinica, generalmente asintomatico
- D, la cui possibilità di infettare l’uomo non è ancora chiara
I virus dell’influenza A sono ulteriormente suddivisi in sottotipi sulla base di differenze molecolari nelle due glicoproteine di superficie emoagglutinina (HA) e neuraminidasi (NA).
I virus dell'influenza B invece si sono evoluti dalla metà degli anni '80 e sono rappresentati dai virus B/Yamagata e B/Victoria.
I virus influenzali presentano la marcata tendenza a mutare, cioè a presentare variazioni antigeniche che permettono di eludere la risposta immunitaria dell’ospite. Per questo motivo la composizione dei vaccini deve essere aggiornata tutti gli anni e adeguata ai ceppi virali che hanno avuto maggior diffusione nell’ultimo periodo epidemico.
- Come avviene il contagio
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L’influenza si trasmette prevalentemente per via aerea soprattutto attraverso le goccioline emesse durante la respirazione, attraverso le goccioline di saliva che il malato produce tossendo, starnutendo o semplicemente parlando, soprattutto negli ambienti affollati e chiusi. La trasmissione avviene anche per contatto diretto con persone infette (ad esempio attraverso le mani contaminate su occhi, naso o bocca) o attraverso utensili o oggetti, dato che il virus dell’influenza può persistere molto a lungo e penetrare nell’organismo attraverso le mucose.
Le persone infette sono contagiose da 1 o 2 giorni prima che i sintomi compaiono e fino a circa 5 giorni dopo l’inizio della sintomatologia, talvolta anche fino a 10 giorni dopo. Questo significa che il virus può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane. I bambini e le persone con sistema immunitario indebolito possono essere contagiosi per un tempo ancora più lungo.
- Quali sono i sintomi
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L’influenza ha di solito un esordio brusco con sintomi generali e respiratori:
- febbre in genere alta, superiore ai 38°C, che nei bambini raggiunge punte anche fino a 39-40°C
- brividi
- dolori ossei e muscolari
- mal di testa
- forte spossatezza
- inappetenza
- mal di gola
- tosse secca
- sensibilità alla luce
- naso che cola
A volte compaiono vomito e diarrea, specialmente nei bambini. La febbre dura in genere 2 o 3 giorni ma può protrarsi più a lungo, i sintomi respiratori diventano più evidenti nei giorni immediatamente successivi e la tosse può durare anche 2 settimane.
Ogni anno circa il 10% della popolazione italiana si ammala e la maggior parte delle persone guarisce in una settimana o dieci giorni.
- Quali sono le complicanze
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Alcuni soggetti sono a rischio di complicanze: ad esempio over 65, donne incinte, persone con malattie croniche e soggetti immunodepressi. Le complicanze più comuni sono rapprentate da:
- sovrapposizione di un’infezione batterica (bronchite, polmonite, otite, sinusite)
- complicanze a carico dell’apparato cardiovascolare (miocardite) e del sistema nervoso
- aggravamento di malattie preesistenti
Nei diabetici l’influenza può modificare i livelli di zucchero nel sangue, causando potenzialmente iperglicemia. L'infezione nelle donne in gravidanza può provocare aborto, morte neonatale, parto pretermine e basso peso alla nascita; inoltre aumenta il rischio di gravi complicazioni cardiorespiratorie.
La gravità della malattia può dipendere dal tipo di virus in circolazione, dalla sua diversità rispetto a quelli circolati negli anni precedenti o dalle condizioni del soggetto colpito.
- Come si cura
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Le persone sane di solito non hanno necessità di consultare un medico: è sufficiente riposare a casa, stare al caldo e bere molta acqua per evitare la disidratazione. Si può assumere, se necessario, paracetamolo o ibuprofene per abbassare la temperatura e alleviare i dolori. Naturalmente è necessario astenersi dal lavoro o dalla scuola fino alla guarigione.
Se invece sono presenti condizioni di rischio o situazioni di fragilità è opportuno farsi visitare dal proprio medico di famiglia, in particolare per:
- soggetti over 65 anni
- donne incinte
- persone con malattie croniche
- persone immunodepresse
- Come ridurre la trasmissione del virus
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Le mascherine chirurgiche indossate da persone con sintomatologia influenzale possono ridurre le infezioni tra i contatti stretti. Per ridurre la trasmissione del virus si raccomandano le seguenti misure di protezione personali:
- lavare regolarmente le mani con acqua e sapone, per almeno 40-60 secondi e asciugarle correttamente, specialmente dopo aver tossito o starnutito. I disinfettanti a base alcolica possono rappresentare una valida alternativa in assenza di acqua
- osservare una buona igiene respiratoria: coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi le mani
- isolarsi volontariamente a casa se si presentano sintomi attribuibili a malattie respiratorie febbrili, specie in fase iniziale
- evitare il contatto stretto con persone ammalate, ad esempio mantenendo un distanziamento fisico di almeno un metro da chi presenta sintomi dell’influenza ed evitare posti affollati
- evitare di toccarsi occhi, naso o bocca: i virus possono diffondersi quando una persona tocca qualsiasi superficie contaminata e poi si tocca occhi, naso o bocca
Le caratteristiche della vaccinazione
Vaccinarsi è il modo migliore di prevenire e combattere l’influenza, sia perché aumenta notevolmente la probabilità di non contrarre la malattia, sia perché gli eventuali sintomi sono molto meno gravi e, generalmente, senza ulteriori complicanze. Inoltre rappresenta un’importante misura di protezione non solo per sé stessi ma anche per la comunità, riduce la probabilità di complicanze e riduce il carico dell'assistenza sanitaria (accesso al Pronto Soccorso e agli ambulatori medici).
Il periodo più indicato per vaccinarsi inizia nel mese di ottobre. L’immunità indotta dal vaccino inizia circa 2 settimane dopo la somministrazione e declina nell’arco di 6-8 mesi; per questo motivo e anche perché i virus influenzali possono variare da stagione a stagione, è necessario vaccinarsi ad ogni stagione influenzale.
A chi è raccomandata
La vaccinazione è fortemente raccomandata ed effettuata gratuitamente dal medico curante, dal farmacista o dal centro vaccinale della ASL a:
- persone di età pari o superiore a 60 anni
- tutte le persone (dai 6 mesi di età) affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza
- bambini da 6 mesi a 6 anni compiuti
- donne in gravidanza e nel postpartum
- familiari e contatti di soggetti ad alto rischio di complicanze
- persone di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti
- personale sanitario
- categorie socialmente utili che potrebbero avvantaggiarsi della vaccinazione (ad esempio Forze dell’ordine, Vigili del Fuoco...)
- personale che per motivi professionali è a contatto con animali che possono costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani (ad esempio allevatori, macellatori, veterinari,...)
- donatori di sangue
Anche chi non rientra in queste categorie può richiedere la vaccinazione, facendosi carico del costo del vaccino e dell'inoculazione presso il medico curante o presso le farmacie aderenti alla campagna.
La sicurezza del vaccino
Il vaccino antinfluenzale è indicato per la protezione di tutti i soggetti che non abbiano specifiche controindicazioni alla somministrazione; è generalmente ben tollerato e non causa disturbi. Raramente possono verificarsi effetti collaterali di lieve entità. Nella sede di inoculazione del vaccino possono comparire rossore, gonfiore e dolore nelle 48 ore successive. Ancor più rara è la comparsa di febbre, malessere generale, dolori muscolari, articolari e mal di testa a distanza di 6-12 ore dall’iniezione; questi sintomi si osservano più spesso in chi si vaccina per la prima volta e non durano più di uno o due giorni. Le reazioni allergiche a componenti del vaccino sono eccezionali come per tutti i vaccini.
La somministrazione avviene per via intramuscolare. Per i bambini da 2 a 18 anni è disponibile un vaccino in forma di spray nasale. Per i soggetti in età adulta è sufficiente 1 sola dose di vaccino. Per i bambini al di sotto dei 9 anni di età e mai vaccinati in precedenza si raccomandano 2 dosi di vaccino, da somministrare a distanza di almeno 4 settimane.