L’Asl TO5 capofila nella rete Endocrino - diabetologica della Regione Piemonte
L’Asl TO5 è da anni impegnata nell’ambito della patologia della Retinopatia diabetica. Questo impegno l’ha portata ad essere capofila in Piemonte nella diagnosi precoce (screening) delle lesioni oculari dovute al Diabete, una malattia invalidante che rimane la prima causa al mondo di cecità in età lavorativa.
L’esame è molto semplice – spiega Carlo Bruno Giorda, primario della Diabetologia dell’Asl TO5 e coordinatore della Rete regionale di diabetologia -, si effettua, nei soggetti affetti da diabete, una fotografia della retina per determinare se ci sono delle lesioni iniziali dovute alla malattia. Se così è il paziente viene inviato all’equipe dell’Oculistica territoriale dove, in accordo con i diabetologi, viene messa a punto una terapia individualizzata.
Il Diabete e le sue complicanze, tra cui appunto la Retinopatia, si può combattere con discreti successi con una adeguata prevenzione e l’adozione di corretti stili di vita così come spiega ancora il dr Giorda:
Bisogna tenere sotto controllo il peso, avere una alimentazione equilibrata ricca di verdura limitando le quantità di cibo che si ingerisce. A tutto questo va affiancata la pratica quotidiana di attività fisica, che non vuol dire fare sport ma fare movimento per almeno 30 minuti al giorno. Inoltre, quando necessario, vanno utilizzati i farmaci che hanno dimostrato un’efficacia preventiva notevole.
La prevenzione per non sviluppare il diabete va applicata soprattutto dopo i 35/40 anni, quando il metabolismo rallenta e i chili di troppo sono più difficili da smaltire.
La struttura di diabetologia, nei 4 servizi territoriali, segue 14 mila persone. Di questi il 90% ha un diabete di tipo 2, quello associato a non corretti stili di vita.
Circa 300 sono i pazienti affetti da quello che viene definito “diabete giovanile” e, una piccola percentuale è rappresentata dal diabete detto “gestazionale” quello che le donne contraggono nel periodo della gravidanza con un innalzamento anche elevato della glicemia e che, una volta partorito, torna ai livelli normali.
Un percorso di screening con l’utilizzo di un retinografo da parte di personale anche non medico e invio allo specialista oculista soltanto dei casi con lesioni – afferma ancora Giorda - è un modello che permette di incrementare i soggetti valutati e di ridurre la richiesta di visite oculistiche inappropriate. Il tutto per lasciare all’oculista più tempo per metodiche diagnostiche più complesse e trattamenti efficaci come il laser o i trattamenti intravitreali.
Alle persone a cui è stato diagnosticato il diabete è consigliato di effettuare un controllo della retina almeno una volta ogni due anni (esame che si effettua direttamente in diabetologia), tenendo anche sotto controllo il valore dell’emoglobina glicata che deve essere inferiore al 7%.
Da sottolineare la stretta collaborazione tra la diabetologia e l’oculistica territoriale; insieme attuano utili strategie di prevenzione e terapie adattate al singolo paziente.
Infine conclude Giorda,
tra i mandati della Rete Endocrino-Diabetologica piemontese, esempio unico in Italia di coordinamento a livello regionale di tutti i servizi di diabetologia, vi è quello di potenziare l’educazione terapeutica del paziente. Per dare valore a questa attività è persino prevista una codifica di prestazione a se stante nel catalogo regionale. Va da se che, in questo ambito di intervento educativo, una corretta informazione sulla prevenzione della retinopatia e delle altre complicanze, è un tema prioritario. La collaborazione con le associazioni dei pazienti e di volontariato può dare un valore aggiunto a tali iniziative.