Torino: la Aritmologia pediatrica del Regina Margherita segue i pazienti a domicilio, con la telemedicina

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In questo momento storico all'insegna dell'emergenza Covid-19, la Città della Salute di Torino ha seguito i propri pazienti pediatrici cardiopatici da remoto a domicilio con la telemedicina, soprattutto quelli più indifesi e delicati, senza farli andare in ospedale. Insomma se il paziente non può venire in ospedale per motivi precauzionali e di sicurezza o se si trova anche in altre regioni, é l'ospedale che lo va a trovare  a  casa.

L'Aritmologia pediatrica, il cui responsabile è il dott. Fulvio Gabbarini, gestisce sia della parte clinica sia della parte interventistica. I piccoli pazienti che hanno aritmie cardiache complesse e potenzialmente molto gravi, oppure portano un pacemaker devono essere controllati in maniera molto precisa e periodica. Infatti nel caso in cui la batteria del pacemaker si scaricasse anzitempo o se i fili del pacemaker funzionassero male, le conseguenze potrebbero essere anche gravi. Gli apparecchi che vengono impiantati sottocute ai bambini sono di tre tipi:

  • pacemakers, che servono a far batter il cuore quando questo ha perso la capacità di farlo autonomamente
  • defibrillatori, che intervengono con una scarica elettrica e lo riportano alla normalità nel caso in cui il cuore abbia improvvisamente una grave aritmia che lo fa battere in maniera troppo veloce e irregolare
  • loop-recorder, che sono una sorta di registratori che registrano tutta l’attività elettrica del cuore e “fanno la spia” al cardiologo nel caso in cui il bambino abbia senza accorgersene delle aritmie o dei blocchi cardiaci di breve durata di notte o quando è impossibile arrivare in tempo in un Pronto soccorso per far eseguire un elettrocardiogramma che li documenti.

I bambini più a rischio erano stati dotati di queste apparecchiature, e soprattutto ora questa condotta si è rivelata efficace: i bambini possono restare nelle loro case, al sicuro dal COVID-19, i loro genitori sono sereni perchè i loro figli vengono comunque controllati, ma soprattutto il cardiologo da remoto può analizzare tramite un sistema criptato - nel pieno rispetto della privacy - l’andamento del ritmo cardiaco dei piccoli pazienti.

I controlli seguono una procedura tracciabile e codificata: l’apparecchio impiantato al bambino trasmette al monitor domiciliare, il quale trasmette a un server centrale, al quale a sua volta il dotto. Gabbarini si connette telematicamente tramite un computer collegato via internet. Al momento dell’impianto il cardiologo aveva programmato il software di trasmissione e nella schermata appaiono subito le informazioni principali (durata della batteria, stato di funzionamento del fili, connessione buona o no tra i fili ed il cuore), ma poi è possibile anche vedere se ci sono state delle aritmie, in che giorno si sono verificate, a che ora e cosa stava facendo il bambino in quel momento, se era a riposo e se si muoveva e, nel caso dei defibrillatori, se e quando il defibrillatore è intervenuto per interrompere l’aritmia  facendo vedere anche l’elettrocardiogramma registrato prima dell’aritmia, durante la stessa e dopo, quando il cuore è ritornato a battere normalmente.

I controlli vengono eseguiti a cadenze prefissate, ma è possibile controllare i dati da casa in qualsiasi momento, previo accordo telefonico tra il cardiologo ed i genitori. Fatto il controllo, se fosse necessario, il bambino viene richiamato immediatamente in ospedale e si provvede a risolvere il problema (per esempio la sostituzione del pacemaker se la batteria si sta scaricando).

Questa tecnologia, oltre a consentire di entrare nelle case dei bambini, è di ausilio anche ai pediatri curanti dei bambini aritmici, che, insieme all’Aritmologia del Regina Margherita, hanno già da tempo creato una Rete, cosicchè la gestione del bimbo aritmico sia “protetta” in caso di necessità. Ed a causa del COVID-19 purtroppo è una necessità.