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Scheda informativa

Progetto FASTER

Rivolto a
Cittadini
Enti pubblici
Terzo settore

La partecipazione del servizio di Protezione Civile della Regione Piemonte

FASTER (First responder Advanced technologies for Safe and efficienT Emergency Response) è un progetto nato nel maggio del 2019.

Si compone di un 60-70% di partner tecnologici e un 30% di partner in rappresentanza dei sistemi regionali o nazionali di protezione civile, di cui è capofila il CERTH di Salonicco.

Fa parte del Programma Europeo HORIZON 2020 e vi sono coinvolti partner istituzionali ed enti di ricerca di Italia, Portogallo, Francia, Spagna, Grecia, Polonia e Finlandia. Principale attività prevista nel triennio di durata di Faster è l’individuazione di soluzioni tecnologiche a supporto dei primi soccorritori (cd. “First Responders”) che intervengono su uno scenario di emergenza.

In rappresentanza dell’Italia partecipa il servizio di Protezione Civile della Regione Piemonte, entrato nel progetto con due finalità primarie: sviluppare un “chatbot” sviluppato in ambiente Telegram© che migliori il dialogo tra operatori sul terreno e sale operative, mediante lo scambio di informazioni, immagini e dati di ciò che si sta verificando sul territorio, oltre ad organizzare un “pilot”, in pratica una esercitazione che viene ripetuta due volte nel corso di un anno per testare tecnologie innovative applicate a operazioni di protezione civile in emergenza.

Faster prevede 3 pilot che simulano scenari emergenziali completamente differenti tra loro: il primo, dedicato al rischio sismico, è stato realizzato a Madrid nel novembre del 2020, l’evento simulato era un terremoto di magnitudo 7,5 nella capitale spagnola; il secondo, dedicato al rischio alluvionale in ambito urbano, si è svolto a Moncalieri lo scorso 27 gennaio (video pilot Moncalieri) durante il quale si è replicato l’evento che ha colpito questo territorio nel novembre del 2016; nel terzo si è ipotizzato un attacco terroristico in una base strategica in Finlandia a Kajaani.

Nel corso della esercitazione svoltasi a Moncalieri sono stati testati 10 tool tecnologici diversi.

Il primo è il “chatbot” in ambiente Telegram© per lo scambio di informazioni e dati dal territorio verso le sale operative e viceversa. Il “chatbot” è poi collegato ad un visualizzatore di informazioni cartografiche e tabellari“GCOP/PCOP” (“glocal/portal operational picture”) sul quale vengono mostrate le informazioni in maniera sintetica e di facile lettura, e in modalità “real time” relative alle attività che vengono svolte dai soccorritori di protezione civile nell’ambito dello scenario emergenziale di protezione civile.

Molto importante è stata la partecipazione di circa quaranta volontari che nel corso della mattinata dello scorso 27 gennaio si sono distribuiti sul territorio, segnalando la loro posizione ed inviando foto video e stringhe di testo dal luogo sul quale si trovavano in base alle osservazioni sul campo.

Sono poi stati testati 8 strumenti di vario tipo, due portoghesi: una stazione meteo collegata al visualizzatore e degli access point che, posizionati sul territorio a distanza tra loro, creano un ‘effetto ombrello’, garantendo una copertura alternativa in caso di assenza della connessione internet.

L’Università greca di West Attica ha messo a disposizione degli strumenti textiles, sensori che inseriti in una cintura indossata dagli operatori registrano alcuni bio-parametri nonché parametri atmosferici. Ne sono stati testati 5 con tre livelli di alert (verde, giallo e rosso): battito cardiaco, frequenza di respiro, accelerazione di picco di movimento, temperatura e ecg.

Si è aggiunto un amplificatore per il segnale internet, rescue box, sempre nella logica di creare una rete “mesh” per il segnale internet e poter anche inviare ai vari gruppi di operatori del soccorso brevi messaggi di testo.

Un altro strumento utilizzato è il 2d mapping tool, dispositivo cartografico che si usa in abbinamento al volo dei droni che permette una restituzione cartografica di alto livello, con i droni che hanno sorvolato il territorio a 60 e 90 metri di altezza garantendo uno “streaming” in diretta con la sala operativa e tutti i partner collegati in videoconferenza.

L’attività svolta durante l’esercitazione ha contribuito al lavoro di ricerca applicata finalizzato ad avere un sistema che garantisca in tempo reale un riscontro, alla stregua di un racconto, constante e puntuale dagli operatori sul territorio verso la sala operativa su cosa sta accadendo con l’ausilio di foto, video e messaggi. In questo modo la Sala Operativa può rispondere con maggiore precisione organizzando le forze da impiegare sul territorio in relazione alle criticità che si presenteranno.

Già oggi lo scambio di informazioni tra operatori e Sala Operativa avviene in maniera organica ma, utilizzando tecnologie più avanzate, si potrà ottimizzare ancora di più questa funzione determinante per la gestione delle emergenze.

per maggiori informazioni sul progetto FASTER