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Filiera legno - energia

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La risorsa-legno: non solo costruzioni e manufatti

Il legno è sempre stato studiato essenzialmente sotto il profilo commerciale e tecnologico, quale materiale destinato alle costruzioni e ai manufatti.
Eppure, il legno e i combustibili legnosi hanno anche un profilo energetico da non sottovalutarsi.
L'aumento vertiginoso dei costi dei combustibili fossili ha fatto riscoprire il legno come fonte di energia.
Per utilizzare il legno come fonte energetica in maniera efficiente ed efficace sono necessarie conoscenze specifiche non solo sulle sue caratteristiche fisiche, ma anche sull'effettivo peso economico che l'energia ha nei nostri sistemeconomici e produttivi.
La risorsa-legno non è reperibile solamente in bosco, ma anche da scarti di altri comparti produttivi (agricoltura, industria) con cui il settore forestale ha inevitabilmente a che fare: si pensi che intere centrali potrebbero funzionare solo utilizzando le produzioni e i residui legnosi dell'agricoltura e della gestione del verde urbano.
Conoscere questi dati, anche mediante pubblicazioni specifiche, può aiutare tutti i cittadini, e non solo gli operatori del settore, a comprendere le straordinarie potenzialità di una risorsa di cui la nostra regione dispone abbondantemente.

I combustibili legnosi: legna da ardere e legno cippato

Tradizionalmente il legno a uso energetico più diffuso si presenta nella forma della legna da ardere, la quale può avere dimensioni diverse: Si distinguono "squartoni" e "tondelli" della lunghezza di circa 100 cm, oppure legna da stufa (o corta o ciocchi) della lunghezza di 25-50 cm. Il legno cippato deriva dal vocaniolo inglese "chipping" che significa "ridurre in scaglie".

L'operazione consiste nel ridurre il legno in scaglie o "minuzzoli" ("chips") di dimensioni variabili (2-10 cm di lunghezza e spessore di qualche millimetro), ottenuti per mezzo di macchine chiamate "cippatrici".

I combustibili legnosi densificati: briquettes e pellets

Il processo di produzione delle briquettes consiste nella pressatura di diversi residui legnosi non trattati (con pezzatura di materiale fino a 15 cm) con un umidità residua ben definita. I sitemi di brichettatura si distinguono in sistemi a bassa, media e alta pressione, questi ultimi (sistemi a vite e a pistone) attivano forze di coesione tra le particelle evitando l'uso di sostanze leganti accessorie.
La produttività delle brichettatrici varia da 30 a 1200 kg/h.
I pellets derivano da un processo industriale attraverso il quale la segatura di legno vergine, o le scaglie di legno vergine polverizzate, con contenuto idrico definito, sono trasformate con elevate pressioni in piccoli cilindri.
Nella fase di formazione del pellet, il calore di attrito attiva l'effetto legante della lignina: ciò permette di non dover ricorrere all'uso di leganti, peraltro vietati dalla legge, o limitati a sostanze naturali (amido, melassa, olii vegetali ecc.)

Ulteriori informazioni sulla filiera foresta-legno sono disponibili nella pubblicazione "L'energia del legno – Nozioni, concetti e numeri di base", da cui sono tratti alcuni dati presenti in questa pagina.