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Scheda informativa

Area stralcio Torrente Sangone

Rivolto a
Cittadini
Enti pubblici
Imprese e liberi professionisti

La presente relazione illustra il progetto preliminare del Piano d'Area (PA) del Sistema delle Aree Protette della fascia fluviale del Po del tratto torinese relativamente all'area stralcio del torrente Sangone, così come introdotta dalla L.R. 13 aprile 1995 n.65 in qualità di zona di salvaguardia e relativa a porzioni di territorio di competenza dei comuni di Torino, Nichelino, Beinasco, Orbassano, Rivalta di Torino e Bruino. Va precisato fin da subito che il suddetto Piano d'Area assume carattere di "stralcio" in quanto estensione di uno strumento urbanistico già vigente, correlato ad un ampliamento del territorio di competenza dello stesso Ente Parco. In tal senso il lavoro svolto ha assunto, per quanto possibile, l'impostazione generale del Progetto Territoriale Operativo (PTO) "Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali del Po" ed è stato svolto in stretta coerenza e ad integrazione del Piano d'Area del "Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po", assumendone "in toto" gli obiettivi, la metodologia ed i contenuti, tra cui, in particolare, le norme di attuazione. Le modifiche introdotte dalla suddetta L.R. 65/1995 hanno determinato, perlomeno per quanto riguarda il tratto torinese del Parco fluviale del Po, l'introduzione di alcune rilevanti estensioni territoriali relative in particolare a parte di tre aste fluviali confluenti nel corso principale: il torrente Sangone, il torrente Stura di Lanzo e il fiume Dora Baltea. Al di là del significato semplicemente connesso all'incremento dell'estensione superficiale del Parco, il principale denominatore comune ai tre ambiti risulta essere rappresentato dalla presenza, in ognuno di essi, di grandi impianti produttivi e di servizio, ad elevato rischio ambientale. In particolare questi fatti sono rappresentati, lungo il Sangone, dalla presenza di alcune rilevanti industrie chimiche, lungo la Stura di Lanzo da uno dei principali comparti di discarica urbana ed industriale dell'intera regione e, lungo la Dora Baltea, da due aree per lo stoccaggio di scorie nucleari. Questa situazione, associata a fenomeni di degrado e di abusivismo molto diffusi (microdiscariche, orti urbani, cave in abbandono, ecc.) si contrappone a locali presenze di un certo interesse naturalistico ed a caratteri ambientali che mostrano ancora tracce della strutturazione originaria del territorio, ma che oggi reclamano improrogabili azioni di recupero e di bonifica delle aree residue, al fine di salvare quanto è ancora possibile dal degrado che rischia di comprometterle irrimediabilmente. Tale premessa appare necessaria per comprendere il significato politico del mandato espresso dal Consiglio Regionale all'Ente Parco riguardo a tali ambiti, per certi versi così differenti dalle restanti parti del territorio protetto, anche in relazione alle legittime attese delle comunità locali. Volendo provare ad esprimere tutto ciò attraverso un concetto sintetico, da assumere quasi come una parola d'ordine per recuperare tali ambiti, questo potrebbe essere rappresentato dallo slogan: "trasformare per riqualificare".

Allegati

relazione generale
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norme di attuazione
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schede progettuali.pdf
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