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7° Censimento agricoltura

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Enti pubblici
Imprese e liberi professionisti
Terzo settore

Il 28 giugno 2022 l’Istituto Nazionale di Statistica ISTAT ha diffuso i primi risultati del 7° Censimento generale dell’agricoltura, svolto tra gennaio e luglio 2021, con riferimento all’annata agraria 2019-2020, dopo il posticipo imposto dal perdurare della pandemia.

La presentazione è stata una panoramica dei principali risultati dell’attività a livello nazionale, con solo alcuni dati basilari a livello regionale, che peraltro si riferiscono alla classificazione delle aziende secondo la localizzazione del centro aziendale o della sede legale.

Leggere il report ISTAT completo, vedere i cartogrammi e tutta la presentazione ISTAT

Tra marzo e aprile 2024 ISTAT ha inserito i principali dati del Settimo Censimento Generale dell’Agricoltura nella propria banca dati.

Si tratta di dati sulla struttura delle aziende agricole e zootecniche italiane, disaggregati fino al livello comunale con riferimento sia al territorio in cui sono localizzati il centro aziendale o la sede legale dell'azienda e sia per ubicazione di terreni e allevamenti. Il riferimento temporale per le coltivazioni è l’annata agraria 2019/2020, la consistenza degli allevamenti è invece rilevata alla data del 1° dicembre 2020. L’unità di osservazione è l’azienda agricola, come definita nel Reg. (UE) 2018/1091 del Parlamento Europeo e del Consiglio. Vengono riportate le principali caratteristiche strutturali delle aziende agricole: utilizzazione dei terreni, titolo di possesso dei terreni, forma giuridica, consistenza degli allevamenti, manodopera e caratteristiche del capo azienda, attività connesse, informatizzazione e innovazione.

Le informazioni precedentemente fornite (settembre 2022) riguardavano esclusivamente il livello nazionale e regionale, con solo riferimento al centro aziendale o sede legale dell'azienda.

Per quanto attiene la Regione Piemonte, sono in corso analisi ed elaborazioni a partire dai microdati - da poco forniti da ISTAT (primavera 2024) – al termine delle quali verranno pubblicate le risultanze.

Al momento i principali aspetti emersi dal VII° Censimento si possono così riassumere (dati ISTAT giugno 2022):

  • un sensibile calo del numero di aziende agricole (-30%), con un dato per il Piemonte di – 23%;

  • risultano più stabili le superfici, con un calo in Piemonte superiore alla media nazionale (-7% contro il -3% a livello nazionale);

  • aumenta la dimensione media delle aziende regionali: il valore nazionale in termini di SAU è di 11 ettari medi, in Piemonte è di circa 18 ettari;

  • è sostanzialmente invariato l’utilizzo dei terreni agricoli;

  • sono in calo le aziende zootecniche: la flessione più rilevante ha caratterizzato il Nord-ovest ma il contributo maggiore di animali allevati spetta comunque a quest’area. Le aziende agricole piemontesi che hanno dichiarato di possedere capi di bestiame sono 17.378, pari al 33,6% delle aziende regionali e rappresentano l’8,1% del totale nazionale;

  • cresce l’importanza della manodopera non familiare (aziende a conduzione individuale o familiare -32%) con un forte aumento delle società di capitali (+ 42,4%); le prime rappresentano comunque il profilo giuridico più diffuso nell'agricoltura italiana (93,5%);

  • le attività connesse sono in crescita (5,7% nel 2020 rispetto al 4,7% del 2010 a livello italiano);

  • in dieci anni è quadruplicata l’informatizzazione delle aziende agricole (+137,3% nel Nord-ovest);

  • almeno un investimento innovativo per una azienda agricola su dieci, con riferimento agli ambiti dell'agricoltura di precisione, della ricerca e sviluppo, dell'acquisizione di macchinari, attrezzature, hardware e software tecnologicamente avanzati. A livello nazionale l'11% delle aziende agricole ha dichiarato di aver effettuato almeno un investimento innovativo nel triennio, il Piemonte con il 23,2% si colloca decisamente sopra la media nazionale;

  • la resilienza del settore agricolo, relativamente agli effetti della pandemia da Covid-19. Nel complesso il settore agricolo è risultato piuttosto resiliente: in Italia le aziende che hanno dichiarato di aver subito degli effetti sono state il 17,8%. In particolare, tale quota è stata maggiore tra le aziende di più grandi dimensioni rispetto alle aziende più piccole, e ha riguardato soprattutto quelle del Nord-ovest (31,7%).