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Lotte obbligatorie - Xylella fastidiosa (Wells e Raju)

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Dal 2014 il Settore Fitosanitario regionale ha attivato in Piemonte la vigilanza specifica su questo organismo nocivo.


Xylella fastidiosa (Wells e Raju) è un batterio che vive nei vasi della linfa grezza (xilema) di numerose specie di piante (circa 300) provocando, a seconda dei casi, forti danni perché con la sua presenza interrompe l’approvvigionamento di acqua e sali minerali.

Il sintomo iniziale e preponderante è la “bruscatura”, cioè un seccume dell’apice o del margine della foglia alonato di giallo. La trasmissione avviene unicamente mediante insetti (vettori) che si nutrono nello xilema all’interno del quale, nonostante la linfa venga trasportata dalle radici verso la parte aerea della pianta, il batterio riesce a diffondersi in senso inverso: dai teneri apici, prediletti dai vettori, in basso fino al colletto delle piante nei casi più gravi.

Fino a giugno 2015 il ceppo di Xylella isolato in provincia di Lecce era il primo e unico individuato e confermato nel territorio dell’Unione europea. A fine luglio 2015, però, la Francia ha comunicato l’intercettazione di Xylella in alcune piante di poligala in un’area commerciale di Propriano (Corsica) e successivamente in Costa Azzurra con conseguenti misure di eradicazione. Segnalazioni successive riguardano le Baleari e zone continentali della Spagna e Portogallo. Intercettazioni di Xylella in Nord Europa sono confinate a sporadici casi di piante coltivate in coltura protetta quindi facilmente eradicabili.

Il ceppo di Xylella fastidiosa ritrovato in Salento è una variante della sottospecie pauca mentre quello francese appartiene alla sottospecie multiplex. In Spagna è stata ritrovata anche la sottospecie fastidiosa su vite e in più Paesi anche ricombinazioni tra le varie sottospecie.

Proprio a causa del dinamismo di Xylella, per garantire un aggiornamento tempestivo, la Commissione europea ha stabilito di pubblicare sul proprio sito in un’apposita banca dati l’elenco delle piante ospiti sensibili a Xylella fastidiosa nel territorio dell'Unione.

Dal punto di vista normativo l’emergenza Xylella viene gestita dall’Unione europea con decisioni della Commissione che si avvicendano rapidamente sempre a causa del dinamismo della malattia, di conseguenza anche i piani normativi nazionale e regionale si adeguano alle decisioni europee.

A causa della vastissima gamma di ospiti potenziali di Xylella, inoltre, molte nazioni hanno richiesto garanzie aggiuntive per la movimentazione di vegetali e prodotti vegetali dall’Italia; è pertanto stato emanato il decreto di definizione delle aree indenni da Xylella sul territorio della Repubblica italiana che prevede, per il mantenimento dello status di area indenne, un’indagine continua su tutto il territorio nazionale da attuare con attività di monitoraggio realizzate a livello regionale.

Il Piemonte, come le restanti regioni italiane e province autonome (ad esclusione, per la Puglia, della zona identificata ai sensi della normativa europea) nel decreto viene dichiarato “area indenne da Xylella”. Per il mantenimento di tale status risulta quindi importante l’attività di indagine realizzata dagli ispettori fitosanitari.

Le indagini sul territorio piemontese risultano inoltre importanti al fine di un’eventuale rapida intercettazione del batterio in quanto esiste un potenziale rischio di introduzione, anche se inferiore rispetto ad altre regioni italiane poiché il Piemonte è collocato più a nord.

Gli attuali fattori di rischio, che si modificano, con le nuove acquisizioni di territori e tipologie climatiche dei nuovi focolai , e in parte si riducono , grazie a ala mancata espansione del focolaio francese di confine, sono rappresentati da:

1) il vettore Philaenus spumarius è presente in  Piemonte, rintracciabile in vigneto con frequenze variabili a seconda delle diverse aree vitate;
2) il ciliegio, che in Puglia è risultato tra le piante ospiti, è coltivato professionalmente in Piemonte su superfici limitate ma in costante aumento (368 ettari - fonte Anagrafe agricola 2020);
3) mentre la superficie piemontese investita ad ulivo, si contrae (113 ettari nel 2020 , erano136 ettari nel 2017- fonte Anagrafe agricola,), il mandorlo aumenta pur con investimenti irrisori, da 5 ettari nel 2017 a 54 ettari nel 2020 (fonte Anagrafe agricola);

Dal 2014 il Settore Fitosanitario regionale ha attivato in Piemonte la vigilanza specifica su questo organismo nocivo.

 

Allegati

Sintomi
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piante ospiti significative per il Piemonte
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Philaenus caratteristiche
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Philaenus in Piemonte
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Ulteriori potenziali vettori in Piemonte
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Contatti

Riferimento
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Indirizzo
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Email
chiara.morone@regione.piemonte.it
Note
Per ulteriori informazioni sulla batteriosi e per segnalazione di casi sospetti (attenzione: le segnalazioni devono essere corredate di georeferenziazione del luogo)