Tipologia di contenuto
Scheda informativa

Servizi di antisofisticazione agroalimentare (SAA)

Rivolto a
Cittadini
Enti pubblici
Imprese e liberi professionisti
Terzo settore

I servizi antisofisticazioni nascono con la Legge regionale del 13 maggio 1980, n. 39 Repressione delle frodi: sistema di rilevazione e controllo della produzione e del commercio dei prodotti vinicoli con lo scopo di proteggere le produzioni enologiche che in allora stavano vivendo un periodo di grande incremento produttivo e commerciale, mostrandosi suscettibili verso comportamenti fraudolenti in grado di minarne lo sviluppo.

Nel tempo, i Servizi Antisofisticazioni Vitivinicole (SAV) hanno svolto un importante ruolo di supporto alle politiche regolative del mercato vitivinicolo adottate dalla Regione Piemonte consentendo il diretto controllo da parte dell’amministrazione regionale di processi complessi posti in essere per il controllo delle produzioni, quali ad esempio: la pesatura delle uve Moscato: volta a verificare che le uve atte a produrre la DOCG Asti spumante e Moscato d’Asti venissero raccolte nei quantitativi previsti dal disciplinare di produzione; la distillazione delle eccedenze: al fine di prelevare dal mercato la sovrabbondanza di produzione riallineando l’offerta alla domanda; la riduzione delle rese uva/ettaro: al fine, anche in questo caso, di riallineare l’offerta con la domanda, oppure, in caso di annate climaticamente sfavorevoli, ricalibrare il potenziale produttivo alla realtà.

Le attività di vigilanza dei Servizi talvolta sono scaturite indagini che hanno sventato organizzazioni di stampo criminale volte alla contraffazione e all’adulterazione di prodotti vitivinicoli e, ultimamente, all’evasione delle accise.

Al fianco delle operazioni di vigilanza, controllo e d’indagine, i SAV (ora SAA) hanno sempre erogato, nei confronti degli operatori vitivinicoli, un prezioso servizio d’informazione e consulenza sulla normativa di settore, ponendosi al fianco delle aziende nell’applicazione della produzione regolamentare vitivinicola.

Tuttavia il punto più qualificante delle attività dei SAA è costituito dal presidio del territorio, diventando ben presto un punto di riferimento non solo relativamente alla normativa di settore ma anche per difendersi da comportamenti malversatori o, ancora più importante, per cooperare alla difesa dei prodotti regionali. Occorre considerare che i SAA sono sì strumenti di controllo ma anche parte integrante e attiva delle politiche territoriali della Regione Piemonte, la loro azione è quindi consapevole degli equilibri che governano il settore produttivo agroalimentare. I SAA costituiscono una realtà peculiare della Regione Piemonte, e questa “singolarità” è ben visibile nell’assenza di grandi fenomeni di contraffazione e sofisticazione vitivinicola, che invece, vede protagoniste altre Regioni.

Con il tempo, anche la politica gestionale delle altre filiere agroalimentari ha intrapreso la strada della protezione geografica orientandosi alla qualità certificata tramite la Denominazione di Origine Protetta al pari dell’oramai maturo mercato vitivinicolo, portando, come conseguenza, le stesse esigenze di presidio e controllo. La Giunta regionale nel 2016 ha quindi ravvisato l’opportunità di estendere all’intero comparto Agroalimentare l’esperienza maturata e i risultati conseguiti dai Servizi nel comparto vitivinicolo trasformando i SAV in Servizi Antisofisticazioni Agroalimentare SAA.

Successivamente, nel 2019 la l.r. 39/80 è stata sostituita dal Titolo V "Contrasto alle frodi agroalimentari" della legge regionale 22 gennaio 2019, n. 1 "Riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale" e i SAA, assieme alle nuove competenze, hanno acquisito una nuova articolazione strutturale che li vede operare in diretta dipendenza funzionale della Regione Piemonte.

La citata l.r. 1/2019 con il Titolo V ristruttura i vecchi SAV e istituisce un più articolato moderno e capillare “Sistema per il contrasto delle frodi agroalimentari e delle pratiche ingannevoli adottate nella produzione, trasformazione, trasporto, stoccaggio, mediazione, commercializzazione dei prodotti agroalimentari, uso della designazione, presentazione ed etichettatura dei prodotti ed elusione delle normative settoriali, europee, statali e regionali ivi comprese quelle relative ai contributi e aiuti.”. Tale sistema è principalmente volto alla tutela dei diritti fondamentali dei consumatori e dei produttori con riferimento alla qualità dei prodotti agricoli e agroalimentari (cfr. lettera m) art. 1 “finalità” della l.r. 1/2019).

I Servizi provinciali sono stati istituiti nelle province ove la viticoltura era fortemente rappresentata come Alessandria, Asti e Cuneo, e nella Provincia di Torino che rappresentava una lungimirante eccezione poiché, in allora, non vantava ancora importanti produzioni vinicole. Un accordo tra le rimanenti Province estendeva le attività dei Servizi a tutto il territorio della Regione Piemonte.

I servizi di Alessandria, Asti Cuneo e Torino sono coordinati dall’Ufficio di coordinamento della Regione Piemonte. Storicamente il contingente di personale addetto ai servizi è oscillato copiando l’andamento più generale degli organigrammi delle amministrazioni pubbliche. L’ormai ultra decennale blocco del turn over e la cd. legge Delrio, che ha portato alla parziale riorganizzazione delle funzioni pubbliche locali in un contesto già deteriorato da importanti carenze di personale, ha aggravato significativamente il rapporto tra personale disponibile e servizi erogati. I SAA allo stato attuale si scoprono con un organico drammaticamente ridotto a fronte di un sostanziale ampliamento delle competenze, tra le quali figura anche il compito di applicare il Programma operativo nazionale annuale di attuazione del piano generale per l’attività di vigilanza sull’emissione deliberata nell’ambiente di Organismi Geneticamente Modificati. Relativamente all’impegno sul fronte degli OGM il responsabile dell’Ufficio di coordinamento SAA e i SAA della Provincia di Cuneo e di Torino sono stati nominati Ispettori con Decreto del MATTM n. 318 del 26 novembre 2018 con conseguente, ulteriore, attribuzione della qualifica di UPG ex art. 32 comma 2 del D.lgs 8 luglio 2003, n. 224.

Attualmente, gli ispettori, che vigilano sulle produzioni agroalimentari sono 6 Ufficiali di Polizia Giudiziaria affiancati da 2 funzionari addetti alla segreteria e 1 tecnico part-time. Pur operando in tutta la regione, le province dove hanno sede i nuclei SAA attivi sono Alessandria, Cuneo e Torino, la provincia di Asti non si è ancora adeguata alla l.r. 1/2019 ed è da considerarsi inattiva.

In ultimo, alcune considerazioni relative al comparto vitivinicolo piemontese, ambito d’indagine a oggi elettivo per i SAA. La situazione generale degli ultimi anni non evidenza particolari criticità per i vini piemontesi, a questo riguardo va sottolineata l’importanza dell’impiego del contrassegno di Stato per i vini DOP che ha ridotto molto le frodi; un confronto facile si può fare con i produttori delle regioni vicine che su alcune tipologie hanno scelto di non adottare i contrassegni e periodicamente devono fare i conti con frodi anche molto consistenti. L’introduzione nella normativa di settore di misure alternative alla sanzione amministrativa quali la diffida e il ravvedimento operoso hanno ridotto notevolmente il numero di illeciti contestati al momento del controllo in azienda, come pure va registrata una maggiore attenzione da parte dei produttori sia nell’etichettature sia nella certificazione dei prodotti, questo anche grazie all’attività di informazione che i Servizi svolgono da sempre.

Riconoscimenti

I Servizi sono stati citati quale esempio guida per una fruttuosa collaborazione tra diversi paesi della Comunità Europea in occasione dell’incontro internazionale svoltosi nel 2016 a Vilnius (Lituania) avente per oggetto la collaborazione internazionale in applicazione della Convenzione di Napoli operante in materia di repressione delle frodi doganali. Il riconoscimento è seguito ai considerevoli risultati dell’operazione Red Wine condotta nel 2014.

L’operazione, RED WINE, rappresenta forse una delle più importanti indagini condotte dai Servizi se si esclude l’oramai datata operazione denominata “Dolce notte”, condotta nel 1994 che ha sgominato una rete criminale profondamente radicata nel tessuto produttivo e amministrativo del mondo vitivinicolo. L’operazione RED WINE ha posto fine a un consolidato traffico di vino tra l’Italia e il Regno Unito, perpetrato da un’associazione a delinquere composta da 13 persone, a carico delle quali furono emessi dalla Procura della Repubblica i relativi mandati di cattura poi eseguiti in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane, i Carabinieri dei NAS e l’HM Revenue & Customs – Organismo doganale e di lotta ai crimini fiscali del Regno Unito. L’attività criminosa era ben organizzata e comportava la violazione sia delle norme doganali con l’evasione delle accise (che nel Regno Unito, per i prodotti enologici sono molto alte, circa il 20%), sia il reato transnazionale di frode in commercio con l’aggravante dell’utilizzo di menzioni geografiche di pregio. L’organizzazione comprava vino corrente in Italia, o se del caso, lo “produceva” e lo spediva in Inghilterra utilizzando un'unica bolla d’accompagnamento per più trasporti. Una volta in Inghilterra il prodotto veniva etichettato vantando menzioni geografiche di pregio e veduto a prezzi consoni al blasone rivendicato del tutto impropriamente. La frode speculava così sia sul differenziale di prezzo, elevatissimo, tra il vino di basso valore contenuto nella bottiglia e l’alto valore della menzione rivendicata, sia sull’evasione dell’accise poiché, a fronte del pagamento delle tasse su di una sola bolla di accompagnamento, l’organizzazione riusciva a fare svariati viaggi. Al termine dell’operazione fu accertata la contraffazione di 4 milioni e 800 mila bottiglie per un valore totale di oltre 12 milioni di euro di evasione, tra IVA e accisa.

L’eco dell’operazione fu così vasta da scaturire in una successiva collaborazione e scambio d’informazioni con l’Ufficio di Polizia Doganale di Stoccarda per la lotta alla criminalità organizzata internazionale. La collaborazione permise di scoprire che diversi soggetti coinvolti nell’organizzazione appena sgominata, facevano anche parte di un'altra rete criminale operativa in Germania, disvelando un tessuto volto alla malversazione molto più esteso e ramificato di quanto originariamente ipotizzato dagli uffici investigativi dei singoli stati coinvolti.

Nell’aprile 2007 i SAV hanno ricevuto un encomio dal Comitè Interprofessionel du vin de Champagne di EpernayFrance a titolo di ringraziamento per l’importante indagine che ha sventato un’articolata truffa condotta attraverso la creazione di un mercato parallelo di champagne sia di rinomati brand presenti nel mercato dello champagne, che di marchi pseudo-francesi inesistenti. Il prodotto vinoso contenuto nelle bottiglie nulla aveva del vino francese, ma riportava nelle etichette e nelle scatole utilizzate per la vendita, la vestizione di varie Maison , conosciute o meno.

Infine nel Maggio 2001 i SAV hanno ricevuto un encomio da parte del presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo, per la gestione delle operazioni inerenti la distillazione di crisi avviata nei confronti della DOCG Asti Moscato per far fronte al particolare squilibrio sul fronte dell’offerta di prodotto. La distillazione dell'alcool per uso commestibile (cd. distillazione di crisi), è una forma d’aiuto prevista dalla Comunità Europea volta a sottrarre le eccedenze di mercato, attraverso l’acquisto dei mosti di uve atti a produrre il vino a DO in crisi, finanziato dallo Stato. In quell’anno furono avviati alla distillazione diverse migliaia di ettolitri di mosto d’uva atto a produrre Asti DOCG per un finanziamento totale di oltre 30 miliardi di lire, in favore dei produttori di moscato. Le operazioni di avvio alla distillazione sono molto complesse: il vantaggio di avviare alla sostanziale distruzione mosti di scarso pregio in sostituzione di quelli atti a produrre DOCG è tale da innescare dinamiche criminose di notevole entità, con nefaste ripercussioni sul mercato.

 

Contatti

Riferimento
Marco Martino
Email
marco.martino@regione.piemonte.it