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Normativa

Il quadro nazionale

Rivolto a
Cittadini
Enti pubblici
Imprese e liberi professionisti
Terzo settore

I riferimenti normativi per le politiche sullo sviluppo sostenibile

1. Benessere Italia

A seguito degli impegni assunti dall’Italia con la firma della risoluzione dell’Onu, è stata istituita la Cabina di regia “Benessere Italia”, organo di supporto tecnico-scientifico al Presidente del Consiglio nell’ambito delle politiche del benessere e della valutazione della qualità della vita dei cittadini, con il compito di monitorare e coordinare le attività specifiche dei Ministeri, assistere le Regioni, le Province autonome e gli Enti locali nella promozione di buone pratiche sul territorio ed elaborare specifiche metodologie e linee guida per la rilevazione e la misurazione degli indicatori della qualità della vita.
Inoltre, la Cabina di regia ha il compito di sostenere, potenziare e coordinare le politiche e le iniziative del Governo italiano per il Benessere Equo e Sostenibile (BES) e per l'attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS)
 

2. Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale 

Con la legge 28 dicembre 2015, n. 221 (c.d. Collegato ambientale alla alla Legge di stabilità 2016) è stato modificato il Testo Unico ambientale introducendo nella Parte seconda - Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione ambientale integrata (IPPC) nuovi disposti dell’articolo 34.
E’ previsto che il Governo, “con apposita delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica, su proposta del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato le regioni e le province autonome, ed acquisito il parere delle associazioni ambientali  provvede, con cadenza almeno triennale, all'aggiornamento della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile di cui alla delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica del 2 agosto 2002.” (art.34, comma 3).
“Entro dodici mesi dalla delibera di aggiornamento della strategia nazionale, le regioni si dotano, attraverso adeguati processi informativi e partecipativi, senza oneri aggiuntivi a carico dei bilanci regionali, di una complessiva strategia di sviluppo sostenibile che sia coerente e definisca il contributo alla realizzazione degli obiettivi della strategia nazionale. Le strategie regionali indicano insieme al contributo della regione agli obiettivi nazionali, la strumentazione, le priorità, le azioni che si intendono intraprendere. In tale ambito le regioni assicurano unitarietà all'attività di pianificazione. Le regioni promuovono l'attività delle amministrazioni locali che, anche attraverso i processi di Agenda 21 locale, si dotano di strumenti strategici coerenti e capaci di portare un contributo alla realizzazione degli obiettivi della strategia regionale.” (art.34, comma 4).
“Le strategie di sviluppo sostenibile definiscono il quadro di riferimento per le valutazioni ambientali di cui al presente decreto. Dette strategie, definite coerentemente ai diversi livelli territoriali, attraverso la partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni, in rappresentanza delle diverse istanze, assicurano la dissociazione fra la crescita economica ed il suo impatto sull'ambiente, il rispetto delle condizioni di stabilità ecologica, la salvaguardia della biodiversità ed il soddisfacimento dei requisiti sociali connessi allo sviluppo delle potenzialità individuali quali presupposti necessari per la crescita della competitività e dell'occupazione. …. “(art.34, comma 5).

3. Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile

In Gazzetta Ufficiale n. 111 del 15 maggio 2018 è stata pubblicata la Delibera n. 108 del 22 dicembre 2017 del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), che approva la «Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile»
La Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile 2017-2030 si configura come lo strumento principale per la creazione di un nuovo modello economico circolare, a basse emissioni di CO2, resiliente ai cambiamenti climatici e agli altri cambiamenti globali causa di crisi locali, come, ad esempio, la perdita di biodiversità, la modificazione dei cicli biogeochimici fondamentali (carbonio, azoto, fosforo) e i cambiamenti nell’utilizzo del suolo.
Un aspetto innovativo dell’Agenda 2030 è l’attenzione rivolta al fenomeno delle disuguaglianze. In assenza di un’adeguata strategia di intervento, diversi fattori possono contribuire ad alimentare una polarizzazione tra diverse situazioni. Per questo motivo è necessario individuare e condividere le politiche che possono rilanciare la crescita e renderla sostenibile nel lungo periodo.
La Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile si basa, infatti, su un approccio multidimensionale per superare le disuguaglianze economiche, ambientali e sociali e perseguire così uno sviluppo sostenibile, equilibrato ed inclusivo. Tale approccio implica l’utilizzo di un’ampia gamma di strumenti, comprese le politiche di bilancio e le riforme strutturali.
Il piano aggiorna la precedente “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia 2002-2010″, ma ne amplia il raggio d’azione, integrando gli obiettivi contenuti nella Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
E’ strutturata in cinque aree di intervento, corrispondenti alle “5P” dello sviluppo sostenibile proposte dall’Agenda 2030, ciascuna delle quali contiene Scelte Strategiche e Obiettivi Strategici per l’Italia, correlati agli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e richiamano alla profonda interrelazione tra dinamiche economiche, crescita sociale e qualità ambientale, aspetti conosciuti anche come i tre pilastri dello sviluppo sostenibile.
– Persone: contrastare povertà ed esclusione sociale e promuovere salute e benessere per garantire le condizioni per lo sviluppo del capitale umano;
– Pianeta: garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali, contrastando la perdita di biodiversità e tutelando i beni ambientali e colturali;
– Prosperità: affermare modelli sostenibili di produzione e consumo, garantendo occupazione e formazione di qualità;
– Pace: promuovere una società non violenta ed inclusiva, senza forme di discriminazione. Contrastare l’illegalità;
– Partnership: intervenire nelle varie aree in maniera integrata.

4. Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 16 marzo 2018

Con la Direttiva vengono forniti “Indirizzi per l'attuazione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile”
“La Presidenza del Consiglio dei ministri coordina i lavori volti agli aggiornamenti periodici della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e le azioni e le politiche inerenti all’attuazione della stessa Strategia a tal fine, è istituita, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, la «Commissione nazionale per lo sviluppo sostenibile» presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri o da un suo delegato, e composta da ciascun Ministro, dal Presidente della Conferenza delle Regioni, dal Presidente dell’Unione delle province d’Italia e dal Presidente dell’Associazione nazionale dei comuni italiani, o da loro delegati.” (paragrafo 3 Direttiva 16.03.2018)
“La Commissione discute e approva una relazione annuale sull’attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, anche al fine di assicurare l’aggiornamento tempestivo della Strategia. Per lo svolgimento di tale attività, la Commissione si avvale del supporto delle Amministrazioni competenti.” (paragrafo 5 Direttiva 16.03.2018)
“I Ministeri, nell’ambito delle rispettive competenze, attuano la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e perseguono gli obiettivi di sviluppo sostenibile sottoscritti dall’Italia. A tal fine ciascun Ministero:
a) entro il mese di settembre di ogni anno conduce un’analisi di coerenza tra le azioni programmate per il triennio successivo, i contenuti della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e i risultati della valutazione annuale della sua attuazione;
b) entro il mese di dicembre di ogni anno comunica alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica i risultati di tale analisi, corredati di un rapp orto di sintesi che espone le principali iniziative intraprese, anche al fine della redazione della Relazione sullo stato di attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.2 (paragrafo 7 Direttiva 16.03.2018)
 

5. Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile CIPESS

Il decreto legge 14 ottobre 2019, n. 111 (c.d. Decreto Clima) ha previsto che a partire dal 2021 il CIPE rivesta un ruolo rilevante nell’ambito delle politiche pubbliche per lo sviluppo sostenibile, diventando CIPESS, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile.
Si tratta di una trasformazione sostanziale, che và ben al di là del cambio di nome. Il CIPESS nasce infatti per essere il perno unitario di coordinamento di politiche economiche e di investimento pubblico che abbiano al centro i temi “Green” e in generale della sostenibilità – anche nei suoi aspetti socio-economici e istituzionali. E così dare una risposta unitaria e trasversale alla crescente sensibilità dell’opinione pubblica verso i cambiamenti climatici e le problematiche ambientali e di qualità della vita e all’esigenza di rispettare degli impegni che il nostro Paese ha assunto in base all’Agenda ONU 2030 e al nuovo corso europeo del “Green new deal”.