L’assessore regionale alla Sanità del Piemonte si dichiara sorpreso e indignato per le affermazioni della segretaria regionale di Anaao Assomed, Chiara Rivetti, in merito alla partecipazione dello stesso assessore al convegno che ieri ha chiamato a raccolta nelle aule del Senato a Roma medici e esperti da tutto il mondo per confrontarsi sulle diverse terapie contro il Covid-19 praticate a domicilio dei pazienti.
L’assessore fa notare che il Piemonte è stata l’unica Regione italiana invitata a intervenire, grazie al protocollo di cure domiciliari attivato sul proprio territorio, una realtà di cui la segretaria Rivetti dovrebbe rallegrarsi, anziché sbeffeggiare l’assessore e i colleghi medici che si prodigano con tutte le loro forze e capacità per trovare delle cure efficaci contro il Covid-19 e per evitare il più possibile il congestionamento degli ospedali che tanti problemi ha causato all’erogazione dei servizi della Sanità pubblica.
L’assessore ricorda che il “Protocollo piemontese per la presa in di carico dei pazienti Covid-19 a domicilio da parte delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta”, primo e più completo documento di questo genere in Italia, è stato sottoscritto, oltre che da Regione Piemonte, Direzione Sanità e Welfare, Dipartimento interaziendale regionale malattie ed emergenze infettive (Dirmei) e Unità di crisi covid-19 regionale, anche dalla Prefettura di Torino (a nome di tutte le Prefetture del Piemonte), dalle Aziende sanitarie locali, dalle Organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e dai relativi Ordini professionali.
Secondo l’assessore, il compito della politica è di fornire ai medici in trincea sul territorio ogni strumento possibile per curare al meglio, in scienza e coscienza, i loro pazienti. Insultando tale orientamento di programmazione sanitaria, in realtà la Rivetti offende pesantemente la categoria medica, ritenendola incapace di discernere la bontà delle cure che in tutto il mondo si stanno ricercando, attraverso il confronto e la sperimentazione sul campo.
Nel suo intervento al convegno, l’assessore si è limitato a illustrare l’organizzazione e i risultati delle cure domiciliari in Piemonte e non è mai entrato nel merito scientifico del dibattito, né tantomeno ha avvallato affermazioni di altri relatori, come maldestramente vorrebbe lasciare intendere la Rivetti, travisando grossolanamente la realtà e giocando sull’equivoco, con affermazioni non degne del ruolo della rappresentanza sindacale che le è attribuito dai medici.
N.B. Il presente comunicato è mancante di virgolettati e nomi degli amministratori regionali secondo quanto disposto dall’art.9 c.1 della legge 22 febbraio 2000 n.28 in tema di par condicio nei periodi pre-elettorali.