La Commissione Regionale Pari Opportunità esprime vicinanza e totale solidarietà alle
rivendicazioni del personale sanitario. Nella lotta contro la pandemia di Covid-19, il contributo delle donne è stato fondamentale, anche perché la loro presenza è dominante nel settore sanitario.
Le condizioni di lavoro in cui gli operatori sanitari operano sono diventate nel tempo sempre più pesanti e hanno raggiunto il culmine dell’inaccettabilità durante il periodo pandemico.
Il carico fisico e psicologico da affrontare diventa infatti ogni giorno più gravoso.
Da ormai due anni il personale opera incessantemente, con scarsi presidi, ferie sospese, carenze di personale e necessità riorganizzative dei reparti che comportano repentini cambi di mansioni.
La Commissione ritiene prioritario tener conto della necessità di conciliare i tempi di vita e di lavoro: la conciliazione non deve essere considerata una politica diretta esclusivamente alle mamme che lavorano. Tutti i lavoratori devono poter beneficiare delle politiche di conciliazione, che si tratti di formule di lavoro flessibili o della prestazione di servizi personalizzati, indipendentemente dallo stato di famiglia, dall’età dei figli o dalla presenza di situazioni particolari di cui è necessario tenere conto (es. assistenza a familiari fragili, anziani o disabili).
Ci si trova di fronte a una situazione in cui scarseggiano anche le prospettive future, il giusto riconoscimento professionale, la possibilità di valorizzazione e accrescimento delle competenze attraverso percorsi accademici e universitari.
Per difendere la validità del sistema sanitario, che pone proprio nell’universalità della cura le sue fondamenta, c'è bisogno e si sente il dovere oggi di schierarsi a fianco di chi sciopera, perché vengano garantite migliori condizioni lavorative e riconoscimento economico e professionale.
Ne va della salute di tutti.