L’ASLTO3 partner del progetto "Magic post stroke"

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Il progetto ha l’obiettivo di migliorare l'erogazione dei servizi di assistenza ai pazienti colpiti da ictus e di finanziare con fondi europei nuovi approcci e sperimentazioni

I dati dell’Istituto Superiore di Sanità parlano di 200.000 casi l’anno di ischemia cerebrale in Italia, con un elevato grado di disabilità per un terzo dei pazienti ad un anno di distanza dall’evento. Nell’ASLTO3 si sono registrati nel 2018 circa 2200 ricoveri di pazienti colpiti da ischemia cerebrale, prevalentemente uomini (1200) e di età superiore a 65 anni.

Il servizio di Recupero e rieducazione ospedaliera ASLTO3, diretto dal dott. Rodolfo Odoni, segue la riabilitazione di questi pazienti, attraverso specifici PPRI, Progetti di Percorso Riabilitativo Individuale, che vengono redatti per ciascuno prevedendo trattamenti personalizzati e calibrati in base alle caratteristiche personali, alle diverse manifestazioni cliniche, ai deficit funzionali, al contesto familiare...

Il progetto europeo “Magic Post Stroke” finanzia l’ASLTO3 per l'adozione del dispositivo CAMLIN-ARC (Assisted Rehabilitation Care).

Si tratta di apparecchiature di facile utilizzo, un tablet, un software, 3 o 5 sensori a seconda dei casi (bracciali e collare per il monitoraggio degli arti) e una base di ricarica. Il paziente, dimesso dal reparto di riabilitazione, indossati i sensori e avviato il tablet, potrà eseguire gli esercizi riabilitativi comodamente a domicilio, a suo agio e in un contesto favorevole, dedicandosi agli esercizi personalizzati in modo costante e quotidiano, senza spostamenti per accedere agli ambulatori di riabilitazione.

Il software è caratterizzato da un’interfaccia semplice e intuitiva, che garantisce un’estrema facilità di utilizzo; contiene in realtà un sofisticato programma di gestione dati, in grado di adattarsi alle specifiche del paziente e di monitorare l’andamento del programma di riabilitazione.

Unica azienda sanitaria in Piemonte, l’ASLTO3 è partner del progetto insieme ai centri ospedalieri dell’Università di Ancona e dell’Università di Chieti e ad alcune strutture del Nord Irlanda. In Italia parteciperanno alla sperimentazione 225 pazienti nell’arco di 12 mesi, 75 dei quali selezionati dall’équipe della riabilitazione ospedaliera ASLTO3 in base alle caratteristiche condivise nel progetto: soggetti adulti, con più di 18 anni, di entrambi i sessi, con esiti da ictus, che insieme ai rispettivi caregiver abbiano prestato il loro consenso allo svolgimento dello studio sperimentale.

Dopo la valutazione da parte del Medico Fisiatra e la predisposizione del Percorso Riabilitativo Individuale, l’addestramento all’utilizzo del dispositivo avverrà sotto la stretta supervisione di un fisioterapista. I sensori registreranno i movimenti, la postura, le ripetizioni, secondo gli esercizi personalizzati programmati sulla piattaforma software, collegata con linea dedicata a un dispositivo analogo presente nell’ambulatorio di riabilitazione. Il paziente potrà verificare in tempo reale la correttezza di ogni esercizio, interrompere e riprendere la seduta e registrare le proprie osservazioni direttamente sul tablet. Dall’ambulatorio, il fisioterapista potrà monitorare le informazioni sul paziente, impostare il tempo di esecuzione e la tipologia degli esercizi, in base alle esigenze e alle possibilità del paziente, personalizzare gli esercizi e fornire un feedback al paziente sulle loro prestazioni e sull'esecuzione delle varie attività motorie richieste.

“L'adesione al progetto MAGIC è un importante riconoscimento per la nostra Azienda, quale sperimentatrice di nuove tecnologie su una patologia importante dal punto di vista epidemiologico” sottolinea il Direttore Generale ASLTO3 dott. Flavio Boraso.

“L'impegno per il paziente, che parte dalla diagnosi, cura e riabilitazione in ambito ospedaliero, nei reparti di Neurologia e Riabilitazione con le nostre Stroke Unit, si estende a livello territoriale grazie i percorsi di continuità assistenziale, che lo accompagnano nella fase riabilitativa che segue il momento acuto. La tecnologia che stiamo sperimentando permette un intervento personalizzato, a domicilio, graduato secondo le esigenze, volto al raggiungimento del miglior risultato funzionale possibile. Una tecnologia non fine a se stessa, ma a misura di paziente, che come in altre iniziative analoghe recentemente avviate, ci permette di garantire un elevato grado di umanizzazione delle cure, evitando inutili spostamenti dei soggetti, spesso fragili”.