Al Cardinal Massaia di Asti i primi impianti del sistema “Reducer” in Piemonte
All’ASL AT primi impianti in Piemonte dell’innovativo sistema Reducer™ per la cura delle malattie coronariche: si tratta di un dispositivo impiantabile in presenza di patologia cardiaca ischemica non più passibile di interventi e in terapia farmacologica massimale. Interventi che hanno avuto come attori protagonista la Cardiologia astigiana, diretta dal dott. Marco Scaglione, nell’equipe di Emodinamica coordinata dalla dott.ssa Alessandra Truffa.
L’angina pectoris - spiega Scaglione - è una condizione invalidante dovuta a una malattia con restringimento delle coronarie, che non permettono un normale passaggio di sangue, e che quindi determina un dolore toracico che si chiama appunto angina. Normalmente si cura con farmaci e procedure interventistiche come la coronarografia con angioplastica e/o by pass coronarici che vanno a dilatare i restringimenti o a fare un ponte per portare sangue al di là del tratto malato. Alcuni pazienti possono presentare una malattia delle coronarie così diffusa da non poter essere più gestita con interventi e che, nonostante una terapia farmacologica massimale, rimangono fortemente sintomatici con dolori che gli limitano fortemente la qualità di vita. Con l’aumento dell’aspettativa di vita, negli ultimi anni questo disturbo è divenuto sempre più frequente, comportando oltre ad un problema per i pazienti anche un significativo impatto sulle risorse sanitarie
Il sistema Neovasc Reducer™ è destinato a pazienti selezionati e spesso definiti “no option”, ovvero che presentano angina pectoris refrattaria associata a provata ischemia miocardica reversibile, con limitate opzioni di trattamento.
L'impianto - spiega la dott.ssa Truffa - viene eseguito a paziente sveglio; il dispositivo viene introdotto nel seno coronarico (una vena del cuore) attraverso un accesso venoso giugulare destro o sinistro, in anestesia locale. Il corretto posizionamento viene identificato sotto guida fluoroscopica (raggi X). A quel punto si gonfia il pallone su cui il sistema a forma di “clessidra” è montato per essere posizionato correttamente in una parte del vaso
Tra i casi trattati ad Asti, si registrano situazioni ormai croniche e fortemente invalidanti, tra cui quella di una paziente che soffriva di questo disturbo da circa 15 anni. Già quattro i pazienti impiantati negli ultimi mesi, tutti fortemente sintomatici per angina nonostante una piena terapia farmacologica, con test d'ischemia positivo, due dei quali già sottoposti a precedenti by-pass e rivascolarizzazioni multiple, non più “aggredibili” dal punto di vista né chirurgico né percutaneo.
A seguito di questi interventi, tutti i pazienti hanno avuto un miglioramento della qualità di vita (già dopo il primo mese dall'impianto) con scomparsa pressoché totale dei sintomi anginosi, miglioramento della tolleranza allo sforzo e riduzione della terapia farmacologica assunta.
Questa nuova opzione terapeutica - sottolinea il Direttore Generale ASL AT, Flavio Boraso - permetterà di migliorare la qualità della vita in gruppi selezionati di pazienti che, altrimenti, non avrebbero avuto diverse possibilità, dovendo continuare a soffrire di una situazione di forte disagio. Siamo orgogliosi di essere stati tra i primi in Italia a sperimentare con successo questa importante innovazione scientifica nel campo della cura delle cardiopatie, migliorando così l’offerta terapeutica ai nostri pazienti. Questo testimonia la volontà di crescita professionale e tecnologica della sanità astigiana, con particolare riferimento, in questo caso, verso i bisogni dei soggetti fragili e con patologie invalidanti