Per la prima volta in Italia arriva il progetto “TrattaMI Bene”: ora sono i pazienti a decidere l'umanizzazione degli ospedali
Si invertono i ruoli in sanità. Saranno i pazienti stessi a decidere i loro percorsi. Un'idea rivoluzionaria: i pazienti decideranno le misure di buone pratiche per concretizzare il concetto di “umanizzazione delle cure”.
Un progetto focalizzato sull'obiettivo di coinvolgere direttamente le persone con disabilità nei percorsi di cura.
Ideato dalla referente infermieristica del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione della Città della Salute di Torino Grazia Muzzolini (presidio Molinette) e dalla responsabile dell'URP, Lia Di Marco, nell'ambito della Conferenza Aziendale di Partecipazione della stessa Azienda, presieduta dal Direttore Sanitario dott. Giovanni La Valle.
L'iniziativa, promossa dal gruppo di lavoro “Medical Humanities”, in sinergia con le Associazioni di Volontariato Unione Ciechi della Provincia di Torino, Coordinamento Para-Tetraplegici, APIC, ANMAR ed ANED, è ispirata all'idea innovativa di acquisire dalle stesse persone con patologie croniche, i suggerimenti più efficaci rivolti ai BISOGNI della persona, considerando che
la persona non è la sua malattia
Nei prossimi mesi sono previsti corsi formativi rivolti a medici, infermieri, OSS, dove i docenti saranno i pazienti stessi:
- con l’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti di Torino, che prevede la sensibilizzazione del personale rispetto alle difficoltà di accesso ai servizi sanitari delle persone con disabilità visiva, fornire elementi cognitivi e tecniche di accompagnamento e regole di comportamento in presenza di tali pazienti
- con docenti scelti dalle Associazioni di volontariato per sensibilizzare gli operatori all’utilizzo e all’approvvigionamento di ausili per una presa in carico condivisa dei pazienti con disabilità motoria, quelli affetti da patologie reumatiche, quelli con difficoltà uditive, le persone dializzate e trapiantati di reni
La singolare modalità operativa che prevede un "rovesciamento di ruoli" è già stato sperimentato nel Dipartimento di Anestesia e rianimazione e ha riscosso entusiasmo anche da parte della Associazioni dei cittadini, che hanno percepito in questo progetto una reale attenzione sulle reali problematiche e necessità di cura del paziente.
Un'altra iniziativa di carattere innovativo è rappresentata per la prima volta in Italia (nasce in Inghilterra) dalla realizzazione di un care - passport per agevolare le persone con disabilità cronica nel loro accesso in Pronto Soccorso, eliminando disagi di varia natura e diminuendo l'ansia del paziente, per creare le condizioni affinché possano essere considerati i suoi bisogni in rapporto al grado di disabilità, in un contesto come il Front - line, dove tutte le pratiche devono risultare rapide, per consentire alle persone che vi accedono, di ridurre i tempi di attesa. Una carta d'identità della salute. Ai disabili, soprattutto paratetraplegici, e ai malati cronici (per ora trapiantati di rene e malati reumatologici) é iniziata la distribuzione da parte delle Associazioni di volontariato in Pronto soccorso (Molinette) e nei reparti alla dimissione.
Con queste iniziative l'URP attua la prima tappa di un percorso che intende proseguire nel tempo, ponendosi come precursore di una nuova modalità d'ascolto.