L'iniziativa centrata sulla appropriatezza prescrittiva è promossa da ASL CN1, ASL CN2 e Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle insieme alla Fondazione CRC
“RispettiAMO il nostro Sistema Sanitario Nazionale” è lo slogan insieme al leit-motiv “Fare di più non vuol dire fare meglio” della campagna sull’appropriatezza prescrittiva promossa dalle Asl CN1, CN2 e dall’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle, insieme a Fondazione CRC che l’ha finanziata. Una campagna, declinata attraverso messaggi video che saranno divulgati sui monitor installati nei Pronto Soccorso e nelle sale di attesa dei Poliambulatori delle Aziende, oltre a locandine, brochure informative che saranno a disposizione dei cittadini anche presso gli ambulatori dei medici di medicina generale. Per richiamare l’attenzione sul progetto alcuni totem saranno posizionati agli ingressi degli ospedali e delle sedi distrettuali e di altri servizi.
"Perché un intervento sia efficace - è scritto nel testo in distribuzione - è necessario che i benefici attesi siano superiori ai possibili effetti negativi e ai disagi eventualmente connessi alla sua messa in atto”.
In sostanza la cosa giusta, al momento giusto, per la persona giusta è la formula che dovrebbe essere sempre applicata per garantire il migliore utilizzo delle risorse disponibili e la migliore soddisfazione dell’assistito.
La campagna è rivolta quindi direttamente ai cittadini, con l’obiettivo di diffondere una cultura dell’attenzione e del rispetto delle risorse: affidarsi al proprio medico di famiglia, ai professionisti sanitari, non al doctor Google.
Dopo un collegamento con l’Agenzia di Comunicazione Giustieventi che ha studiato il format della campagna ha preso la parola il presidente della Fondazione CRC Ezio Raviola:
La Sanità provinciale arriva da due anni difficili. Oggi partiamo con una campagna di comunicazione, voluta fortemente insieme alle due ASL e all’Azienda Ospedaliera, che ci deve far cambiare mentalità e valorizzare il ruolo dei medici. I cittadini devono ascoltare i professionisti e capire che fare tanti esami non vuol dire stare meglio, ma solo aumentare i tempi d’attesa
Giuseppe Guerra interviene in veste di direttore generale di Asl CN1 ma anche di presidente dell’Ordine dei Medici di Cuneo e cita il codice deontologico della categoria, che già contiene riferimenti precisi al tema dell’appropriatezza, come l’articolo 6: “Il medico fonda l’esercizio delle proprie competenze tecnico-professionali sui principi di efficacia e appropriatezza aggiornandoli alle conoscenze scientifiche disponibili e mediante una costante verifica e revisione dei propri atti”.
Grazie a Fondazione CRC - dice Guerra. I punti, analizzati dalla campagna, sono gli stessi obiettivi che ci ha dato la Regione. Bisogna fare le giuste visite e i giusti esami diagnostici senza creare prestazioni aggiuntive che pagano tutti i cittadini
Aggiunge il collega dell’ASL CN2 Massimo Veglio
Questa campagna nasce dalla comprensione della difficoltà di avere prestazioni diagnostiche e terapeutiche in tempi accettabili quando si aumenta solo il numero delle prestazioni: è noto che se si aumenta l’offerta aumenta anche la domanda e si innesca un circolo vizioso che non porta da nessuna patte. Una parte sostanziosa delle prestazioni, soprattutto in campo radiologico, vengono richieste in modo non appropriato. Occorre agire non solo sui prescrittori, ma anche sugli utilizzatori
Concorda Elide Azzan, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle:
Appropriatezza significa spostare l’attenzione dall’offerta alla domanda, cioè lavorare con i medici, ma anche con i cittadini. In questo momento stiamo cercando di recuperare le attività che, causa Covid-19, non sono state fatte, ma è inutile dare il via alle attività se non regoliamo l’accesso. L’Azienda Ospedaliera lavora in questo senso da anni e la collaborazione con la Fondazione CRC e le ASL ci dà l’opportunità anche di colloquiare direttamente con il cittadino