Al Maggiore di Novara chirurgia toracica miniinvasiva per la cura dei tumori al polmone

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Dal 2015 sono stati effettuati più di 400 interventi con risultati eccellenti

Il tumore del polmone è ancora considerato un “big killer”: secondo i dati del Registro Tumori (AIOM – AIRTUM 2019) rappresenta in Italia la seconda neoplasia più frequentemente diagnosticata tra gli uomini e la terza tra le donne ed è la prima causa di morte per cancro in entrambi i sessi. Nel 2019 erano attese 42.500 nuove diagnosi a livello nazionale, 29.500 negli uomini e 13.000 nelle donne.

Le migliori chance di cura sono legate alla diagnosi precoce e al trattamento chirurgico: operando i tumori allo stadio I e II si ottengono sopravvivenze del 50-80% a 5 anni

L’intervento chirurgico di scelta in questi casi è la lobectomia associata alla linfoadenectomia ilo-mediastinica (asportazione del lobo polmonare che contiene la malattia e dei linfonodi loco-regionali).

La via d’accesso usata tradizionalmente per questo tipo di interventi era la toracotomia, ovvero un'incisione chirurgica di 15-20 sul torace a livello di uno spazio intercostale che prevede la sezione dei muscoli della parete toracica e la divaricazione delle costole per consentire la visione diretta e  l’introduzione degli strumenti nelle mani del chirurgo. Le conseguenze negative di questa tecnica chirurgica sono rappresentate in primis dal dolore toracico, dalla limitazione funzionale dell’arto superiore, dalla difficoltà a respirare profondamente e a tossire con efficacia; per ottenere un recupero completo dopo toracotomia necessitano alcuni mesi e nonostante tutte le terapie instaurate, il 20 - 30% dei pazienti circa riferisce dolore cronico post-toracotomico: un dolore persistente di tipo neurogeno, provocato dall’azione del divaricatore costale, che può durare mesi o anche anni.

Negli ultimi anni sono state sviluppate tecniche chirurgiche mini-invasive che consentono l’esecuzione degli stessi interventi per la cura del tumore del polmone non più per via “aperta” mediante toracotomia, ma in VATS (Video Assisted Thoracic Surgery)

L’intervento si effettua con due piccole incisioni cutanee (una di 3 - 4 cm attraverso la quale si esegue fisicamente l’intervento e una di 1 cm che consente l’inserimento di una telecamera nel cavo pleurico per la visione), nessuna sezione muscolare e nessun utilizzo di divaricatore costale.

È indubbio che la VATS lobectomy rappresenta una chance terapeutica vantaggiosa grazie a:

  • minore rischio di complicanze post-operatorie e di morte post-intervento
  • dolore post-operatorio ridotto e controllabile con analgesici minori
  • incidenza trascurabile di dolore cronico
  • netta riduzione della degenza post-operatoria

Questa opportunità di intervento mini-invasivo viene offerta ai pazienti della struttura complessa a direzione universitaria “Chirurgia toracica” dell’Azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della Carità di Novara, diretta dal prof. Ottavio Rena, sin dal 2015. In questi anni sono stati effettuati più di 400 interventi con questa metodica con risultati eccellenti. 

Il dato pone l’ospedale Maggiore di Novara tra i primi 5 centri italiani di chirurgia toracica mini-invasiva. Eseguendo annualmente più dell’85% degli interventi con la tecnica descritta, la struttura “Chirurgia toracica” dell’Azienda ospedaliero-universitaria si conferma quindi centro esperto a livello nazionale per il trattamento mini-invasivo delle neoplasie del polmone, sulla base di una casistica numericamente molto importante.

Per le sue caratteristiche questa metodica si è rivelata adatta anche a soggetti anziani o particolarmente fragili a causa di altre patologie croniche preesistenti.