Tipologia di contenuto
Scheda informativa

Screening tumore del collo dell'utero

Rivolto a
Cittadini

Il collo dell’utero, o cervice, è l’estremità inferiore dell’utero che collega il corpo dell'utero alla vagina. La cervice è soggetta a varie trasformazioni nel corso della vita della donna (con la pubertà, la maternità, la menopausa, ecc…).

Tra la parte esterna (esocervice) e quella interna (endocervice) esiste una zona molto delicata, punto di unione delle due parti: in questa area ha origine la maggior parte dei tumori della cervice.

Incidenza del tumore del collo dell'utero

Le stime1 indicano che in Italia c’è stata una diffusa riduzione dell’incidenza e della mortalità per cervico-carcinoma sicuramente imputabile all’aumentata diffusione dei programmi di screening che consentono di individuare e curare le lesioni precancerose. Negli ultimi 35 anni, il tasso di mortalità tra le donne di età inferiore ai 50 anni è diminuito di circa il 70% e la mortalità per questa neoplasia è stabilmente in calo negli ultimi due decenni (–2,1%/anno). La probabilità di sopravvivenza a 5 anni per i carcinomi cervicali è aumentata negli ultimi 20 anni di 6 punti percentuali (dal 63% al 71%).  

In Piemonte2 l’incidenza delle forme invasive di tumore del collo dell’utero è contenuta (il numero medio annuo stimato di nuovi tumori è di 182) e la mortalità è avviata tendenzialmente all’azzeramento (il numero medio annuo stimato di decessi è di circa 59).

1 I numeri del cancro in Italia 2013 – Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) e Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM)

2Stime d’incidenza, prevalenza e mortalità in Piemonte nel 2012. Registro Tumori Piemonte 

Cause e fattori di rischio

La causa primaria del tumore del collo dell’utero è l’infezione da parte di un virus chiamato HPV (Human Papilloma Virus), il papillomavirus umano, che si trasmette per via sessuale.

Le lesioni da papillomavirus sono frequenti: la maggior parte delle persone che hanno - o hanno avuto - un’attività sessuale sono venute a contatto con il virus HPV almeno una volta nella vita.

Non tutte le infezioni da HPV, però, provocano il cancro della cervice. La maggior parte di esse regredisce spontaneamente (il 50% entro un anno, l’80% entro 2 anni).

Solo alcuni degli oltre 100 tipi di HPV sono pericolosi dal punto di vista oncologico e sono definiti “ad alto rischio”. Quando una donna entra in contatto con uno di questi tipi di HPV e il suo organismo non riesce ad eliminare spontaneamente l’infezione, nell’epitelio della cervice uterina possono svilupparsi delle anomalie cellulari. Queste alterazioni, se non individuate in tempo, possono trasformarsi in cancro.

Al momento il papillomavirus è l’unica causa riconosciuta per questo tipo di tumore. Vi sono però altri fattori che sono collegati al rischio di ammalarsi, come la familiarità e l’attività sessuale (l’inizio precoce dei rapporti, l’elevato numero di partner e la presenza di infezioni genitali ripetute).

International Agency for Research on Cancer. IARC monograph on the evaluation of carcinogenic risks to humans: Human Papillomaviruses. IARC Lyon 1995 (updated 1997).

Accesso al programma

Il programma si rivolge alle donne residenti o domiciliate in Piemonte, di età compresa tra i 25 e i 64 anni, con scelta del medico di medicina generale.

Queste donne ricevono un invito a eseguire, gratuitamente, un test di screening (Pap test oppure Test HPV) nei centri di Prevenzione Serena.

Le donne di età compresa tra i 25 e i 29 anni, che non abbiano ricevuto due dosi del vaccino contro l’HPV entro i 15 anni di età, sono invitate a eseguire il Pap test. L’intervallo di tempo tra un test con esito negativo e il successivo è di 3 anni.

Le donne di età compresa tra i 30 e i 64 anni sono invitate a eseguire il test per la ricerca del DNA di papillomavirus umano, o test HPV. L’intervallo di tempo tra un test negativo e il successivo è di 5 anni

Per modificare la data dell’appuntamento è possibile chiamare il numero verde 800001141, attivo 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20 (digitando, se richiesto, il CODICE UTENTE posto in alto a sinistra sulla lettera). Per gestire l’appuntamento, se in possesso di identità digitale, si può anche accedere all’area Prevenzione Serena sul portale TU Salute Piemonte

Tutte le donne residenti o domiciliate in Piemonte e in età per lo screening cervicale, che non abbiano ricevuto la lettera, possono chiamare il numero verde e prenotare l’esame nei seguenti casi:

se non hanno mai effettuato un test di screening all’interno di Prevenzione Serena se, dopo l’ultimo test eseguito, è passato un intervallo di tempo uguale o superiore a quello previsto dal programma di screening

Le donne tra i 65 e i 75 anni, che non abbiano fatto almeno due test dopo i 50 anni, possono partecipare al programma e prenotare l’esame chiamando il numero verde.

I test dello screening

I test per lo screening del tumore del collo dell’utero utilizzati nel programma piemontese sono il Pap test e la ricerca del DNA di papillomavirus umano (test HPV). 

Il Pap test è un esame veloce e, in genere, indolore. Dopo aver evidenziato il collo dell’utero con un divaricatore, applicato nella vagina, si passa una piccola spatola e/o uno spazzolino sul collo dell’utero per raccogliere alcune cellule della mucosa. Queste cellule vengono poi analizzate al microscopio presso laboratori specializzati. L’utilizzo di materiale monouso garantisce le condizioni di sicurezza igienica.

Il test HPV si esegue, come il Pap test, con un semplice prelievo di cellule dal collo dell’utero. Il materiale prelevato è immerso in un liquido e sottoposto ad un esame di laboratorio che ricerca il DNA dei tipi HPV ad alto rischio per lo sviluppo di un tumore della cervice uterina.

Lo screening con il Pap Test è molto efficace, tuttavia la ricerca scientifica ha dimostrato che uno screening con test HPV, effettuato ogni 5 anni, è ancora più efficace dello screening basato su Pap test effettuato ogni 3 anni ed assicura una maggior protezione e sicurezza nelle donne fra 30 e 64 anni, in quanto consente di individuare con maggiore anticipo eventuali lesioni precancerose.

Il test HPV non è attualmente raccomandato in donne di età inferiore ai 30 anni perché può evidenziare più facilmente lesioni che potrebbero guarire da sole: trattare queste lesioni aumenta notevolmente il rischio di complicazioni. Per questo motivo è raccomandata l’effettuazione del Pap test alle donne di età compresa tra i 25 e i 29 anni, mentre le donne di età superiore possono passare al test HPV.

Esiti dei test

Esito del Pap Test

Se l’esame non rileva anomalie, il programma invierà alla donna una lettera di esito negativo. Talvolta, anche se il prelievo è stato effettuato accuratamente, è necessario ripetere il test. Questo di solito avviene quando:

  • il numero di cellule raccolte è insufficiente per una corretta interpretazione
  • c’è un’infiammazione che impedisce la corretta lettura del Pap test: in questo caso l'esame dovrà essere ripetuto dopo adeguata cura

Se invece il Pap test evidenzia anomalie, la donna sarà invitata ad effettuare una colposcopia di approfondimento.

Un invito a ripetere il test non deve suscitare allarme né preoccupazione.

Esito del test HPV

Se il test non evidenzia la presenza dell’HPV ad alto rischio, il programma invierà una lettera di esito negativo.

Se invece il test evidenzia la presenza dell’HPV ad alto rischio, le cellule, già prelevate, verranno esaminate al microscopio (Pap test):

  • se il Pap test non evidenzia anomalie, la donna sarà invitata ad effettuare un test HPV a distanza di un anno per capire se c’è ancora l’infezione. Questo perché la grande maggioranza delle infezioni regredisce spontaneamente (oltre il 50% nel corso di un anno e circa l’80% in due anni)
  • se invece il Pap test evidenzia anomalie, la donna sarà invitata a fare una colposcopia di approfondimento.
Esami di approfondimento

La colposcopia

È un esame di approfondimento che si esegue quando il test di screening è risultato positivo.
Nella maggior parte dei casi è di breve durata.
È effettuato da un ginecologo utilizzando uno strumento (colposcopio) che permette una visione ingrandita del collo dell’utero.
Consente di individuare la presenza di anormalità.

La biopsia mirata in colposcopia

In caso di presenza di anormalità individuate durante la colposcopia, il medico completa la diagnosi con l’esecuzione di un piccolo prelievo di tessuto (biopsia mirata), da analizzare in modo più specifico.  
La biopsia è solitamente indolore, rapida e non necessita di anestesia.
Potrebbero verificarsi modeste perdite di sangue, che in genere si arrestano da sole.

Limiti dello screening cervicale

I limiti del Pap test

In alcuni casi può accadere che il risultato del Pap test faccia sospettare un’anomalia pre-tumorale o tumorale, la cui presenza viene successivamente esclusa da ulteriori accertamenti. In altri casi, seppur eccezionali, può succedere che, nonostante il Pap test non abbia rilevato anomalie, un tumore invasivo possa manifestarsi nell’intervallo tra un test e il successivo. È quindi importante prestare attenzione all’insorgenza di eventuali sintomi o disturbi e, nel caso, rivolgersi al proprio medico di famiglia o contattattare il centro di screening.
 

I limiti del test HPV

La presenza di HPV non significa che ci sia o che comparirà una lesione pre-tumorale o tumorale, anzi, la maggior parte delle infezioni da HPV guarisce da sola. Soltanto l’esame al microscopio delle cellule già prelevate e la ripetizione del test HPV dopo un anno permettono di ridurre il numero di colposcopie inutili senza diminuire la protezione. Tuttavia una parte delle donne invitate a fare approfondimenti non ha lesioni pre-tumorali o tumorali. Sebbene lo screening con il test HPV sia estremamente protettivo, non è possibile eliminare completamente il rischio che un tumore invasivo possa svilupparsi nell’intervallo tra un test e l’altro. È quindi importante prestare attenzione all’insorgenza di eventuali sintomi o disturbi e, nel caso, rivolgersi al proprio medico di famiglia o contattare il centro di screening.