Il vero ruolo del Parco della Salute di Torino

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Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, e l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, hanno voluto fare alcune puntualizzazioni sul ruolo che il Parco della Salute di Torino, una volta realizzato, svolgerà nell’ambito dell’offerta sanitaria piemontese e nazionale e anche per “diradare il fumo strumentale” delle recenti polemiche sui posti letto dell’ospedale Regina Margherita.

Noi non arretriamo di un centimetro, le fake news non ci spaventano”, ha esordito Chiamparino, che ha poi messo in chiaro che “è falso che nel Parco della Salute il 'brand' Regina Margherita sarà sacrificato, perchè sarà valorizzato, è falso che si ricoverino i bambini al fianco degli anziani, è falso che si costruiranno appartamenti negli edifici degli attuali ospedali. E' vero invece che si farà un nuovo ospedale al passo con le più avanzate tecnologie, il che permetterà di ridurre i posti letto rispetto alla sommatoria dei letti attuali, perché grazie alla scienza le degenze oggi sono più brevi del passato”.

Dopo aver ribadito che “il Parco della Salute è l’unico progetto innovativo che questa comunità è in grado di proporre al Piemonte, all'Italia e a livello internazionale, un intervento paradigmatico della politica capace di guidare una comunità”, Chiamparino ha affermato ancora una volta che ”il nostro obiettivo è costruire un nuovo ospedale per le alte complessità, cioè gli interventi e le malattie più complicate, con al centro l’innovazione, l’alta tecnologia e la formazione di grande qualità del personale. Si tratta della sfida più grande che la comunità lancia alla Regione e al Paese per i prossimi decenni, una sfida che vuole realizzare un complesso alla pari delle migliori strutture internazionali che si occupano di cura, ricerca e innovazione sulla salute, in grado di fornire le migliori cure possibili e insieme attrarre investimenti e nuove energie. Nel nuovo ospedale i posti letto non saranno la somma dei posti letto degli ospedali che vi confluiranno, altrimenti l’intera operazione non avrebbe senso. Ma se teniamo conto dei posti letto presenti negli altri ospedali dell’area torinese, incluso quello dell’Asl TO5 di prossima realizzazione, la somma sarà probabilmente superiore al numero attuale. C'è però il pericolo che sollevando polveroni legati a un’insostenibile tendenza alla conservazione tutto questo possa essere messo a rischio. Sarebbe una sconfitta non mia o dell’assessore Saitta, ma dell’intera comunità torinese e piemontese””. Ha poi rivolto un appello: “E’ necessario un segnale forte, di fiducia, da parte della città e della stessa comunità scientifica che invito a pronunciarsi a sostegno dell’opera”.

"I grandi progetti hanno bisogno non solo di soldi, ma anche di un po’ di anima - ha concluso il presidente - E’ necessario che si sappia che il nuovo Parco della Salute è strategico non solo per migliorare le cure, ma anche per attrarre competenze giovani. Questo è un importante progetto che sfida i privati a collaborare per realizzarlo, e il minimo che dobbiamo fare è cercare di dare delle certezze. Il pericolo insito nel fare polemiche è serio per il futuro della comunità torinese, che vogliamo riportare a camminare con la testa alta e le spalle meno chine. Noi non ci arrendiamo e non torniamo indietro”.

Il modello è Stoccolma

Saitta ha fatto presente che “non siamo degli sprovveduti: il nostro riferimento è l’ospedale Karolinska di Stoccolma, che coniuga le cure più avanzate con la ricerca tecnologica e ingegneristica. Oggi in Piemonte per la vetustà degli ospedali vengono gettati dalla finestra ogni anno 50 milioni, anziché investirli per curare i malati. Contro questo frutto della negligenza e dell'incapacità di scegliere, noi abbiamo compiuto una scelta innanzitutto etica”.

L’assessore si è poi scagliato contro chi “non avendo più nulla da dire sulla sanità piemontese, che è oggi la prima in Italia nei Lea e la prima come riferimento italiano per determinare i costi standard, e ha visto sconfitta la propria visione conservatrice ha trovato nei letti ospedalieri un nuovo pretesto di attacco. Il progetto del Parco della Salute è invece il modo per dare una risposta sanitaria di altissimo livello. Siamo ambiziosi e non vogliamo essere conservatori, come ha fatto nel passato chi pensava che la medicina rimanesse sempre uguale. La nostra non è una scelta causale, ma il frutto di anni di ragionamento. Siamo sulla strada giusta, i conservatori non pensano al bene del sistema sanitario”.

Ha quindi voluto rammentare che “quando quasi cinque anni fa abbiamo iniziato a occuparci del Parco della Salute, siamo partiti dalla constatazione che abbiamo delle grandi eccellenze, con professionisti che lavorano però in strutture vetuste. Abbiamo calcolato che per mettere in sicurezza gli ospedali esistenti servivano 366 milioni, più 20 l’anno di manutenzioni e altri 20 per la gestione. La vetustà, con 250 metri quadri per posto letto contro lo standard moderno di 130 metri quadri, rende la gestione più onerosa, sottraendo risorse alle cure. Abbiamo allora coinvolto sul progetto le Università e le migliori competenze nazionali, con il mandato di pensare un progetto che guardasse al futuro. Nel momento in cui si fa una grande operazione, si guarda cosa succede nel mondo. E' stato fatto uno studio di fattibilità, e sono almeno tre anni che le nostre scelte sono note e pubbliche. Ci sarà un pronto soccorso pediatrico, ad esempio. Allo stesso tempo il CTO sarà ristrutturato e continuerà a essere utilizzato per le esigenze del sistema sanitario e le sedi degli altri ospedali non saranno assolutamente vendute, ma verranno utilizzate prevalentemente per attività sanitarie”.

Le prossime tappe

“Il progetto migliore - ha chiarito Saitta - sarà scelto mediante il sistema del dialogo competitivo fra una commissione che include competenze cliniche interne alla Città della Salute e le aziende che intendono costruire il nuovo polo. Individuato il progetto migliore, su quello si farà la gara di appalto. Entro fine mese il direttore generale Silvio Falco nominerà la commissione: sta cioè per partire la fase straordinaria che darà contenuti concreti al progetto".

Ulteriori precisazioni

Chiamparino e Saitta sono tornati sull’argomento il 22 gennaio rispondendo alle dichiarazoni si alcuni consiglieri di opposizione: “Il Parco della Salute di Torino, insieme alla Città della Salute di Novara, è centrale nel nostro piano della rete ospedaliera e riteniamo che sia una una scelta fondamentale per consegnare al Piemonte un centro di avanguardia internazionale nel campo della sanità, della scienza e della ricerca. Allo stesso tempo con la riorganizzazione della rete ospedaliera nell'area torinese tutti i posti letto esistenti saranno garantiti, tutti i servizi saranno conservati e potenziati. Costruire il Parco della Salute vuol dire dotare i grandi professionisti che lavorano alla Città della Salute e in generale in Piemonte di una struttura moderna e funzionale e allo stesso tempo attrarre nuove competenze. Ma significa anche far lavorare insieme esperti di più specialità: una garanzia di maggiore sicurezza per pazienti, per i bambini e per le loro famiglie”.

Presidente e assessore hanno inoltre ricordato che “allo stato attuale delle cose, per il Parco della Salute sono state predisposte solo indicazioni e studi di fattibilità e che il progetto definitivo si adatterà a ogni esigenza e necessità di carattere sanitario”.

 

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