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La Regione non può accettare la cessazione dell’attività alla Pernigotti

“E’ fondamentale che l’azienda cambi la causale della cassa integrazione da cessazione di attività a riorganizzazione, perché la cessazione delle attività non potrà mai essere accettata dalla Regione”: è quanto ha dichiarato l’assessora al Lavoro, Gianna Pentenero, al termine della riunione sulla situazione della Pernigotti di Novi Ligure svoltasi il 15 novembre a Roma presso il Ministero dello Sviluppo economico.

“La Regione Piemonte - ha aggiunto Pentenero - è disponibile ad accompagnare un eventuale piano di reindustrializzazione, ma deve essere chiaro che la produzione, il marchio e, naturalmente, i posti di lavoro devono rimanere a Novi Ligure. Avevo già espresso questo auspicio alla vigilia del tavolo. Condivido la richiesta, avanzata dal ministro, di avere un confronto diretto con la proprietà”.

La riunione si è tenuta alla presenza del ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, del sottosegretario al Lavoro e delle Politiche sociali, Claudio Durigon, dell’assessora Pentenero, del sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, e delle organizzazioni sindacali. È stata discussa la richiesta di ammissione alla procedura di cassa integrazione straordinaria per il periodo 3 dicembre 2018 - 2 dicembre 2019 per 100 dipendenti presentata dalla proprietà (la multinazionale turca Toksoz) il 7 novembre. I suoi consulenti hanno ribadito la chiusura dello stabilimento e il trasferimento della produzione in conto terzi. Il Governo ha chiesto un confronto diretto con la proprietà, in quanto giudica Pernigotti un marchio del made in Italy e ritiene che il destino dei lavoratori non possa essere diviso da quello del marchio.

Author Gianni Gennaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.