Regione Piemonte - Piemonteinforma

Giunta e parlamentari a confronto sulla disoccupazione

Il problema dei circa 100.000 piemontesi disoccupati non percettori di alcun ammortizzatore sociale registrati nel 2015 e dei circa 30.000 che potrebbero aggiungersi nel corso del 2016 è stato oggetto di un confronto con deputati e senatori piemontesi, che il presidente Sergio Chiamparino ha chiesto di incontrare il 7 marzo per concordare insieme azioni sinergiche con il Parlamento, il Governo e le altre Regioni, per cercare possibili soluzioni a una situazione che potrebbe presentare i tratti di un’emergenza sociale.

Due le richieste che Chiamparino, a nome di tutta la Giunta, presente alla riunione, ha avanzato ai parlamentari, che si sono impegnati a dare il loro contributo nelle sedi opportune: “Da un lato chiediamo l’individuazione di percorsi che consentano a coloro che sono rimasti senza occupazione e che sono vicini alla pensione di essere accompagnati rapidamente verso la quiescenza; dall’altro, sarebbe utile un’accelerazione nella messa a punto della cosiddetta ‘seconda gamba’ del Jobs Act, quella del rafforzamento delle politiche attive del lavoro, prevedendo anche forme di sostegno al reddito per il periodo che va dalla perdita dell’occupazione alla ricollocazione”.

L’incontro ha rappresentato l’occasione per una analisi della situazione occupazionale del Piemonte, che ha mostrato nel corso del 2015 segnali di ripresa. Nei primi nove mesi dell’anno, infatti, si è assistito ad un aumento di 23.000 posti di lavoro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e ad una diminuzione della disoccupazione del 4,9%. In calo anche il ricorso alla cassa integrazione ordinaria (-32%) e a quella straordinaria, che nel 2015 ha coinvolto 16.405 lavoratori, contro i 27.274 dell’anno precedente.
Numeri tuttavia lontani dai livelli pre-crisi, visto che gli occupati nei primi nove mesi del 2015 sono stimati in 1.791.000, ben 55.000 in meno del risultato raggiunto nello stesso periodo del biennio 2007-2008, mentre la disoccupazione si colloca al 10,5%, il valore più alto del Nord Italia.

“In questo quadro - ha evidenziato l’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero - la Regione sta cercando di dare maggiore forza alle proprie politiche attive del lavoro, con la messa a disposizione di ogni persona disoccupata, coinvolta da crisi aziendale o svantaggiata, di un buono servizi, una sorte di dote da spendere in percorsi di formazione, riqualificazione e ingresso al lavoro. Il costo a persona di questo buono è stato stimato intorno ai 1.800 euro. Servirebbero quindi circa 200 milioni di euro per potere rispondere adeguatamente alle esigenze di tutti coloro che non hanno un’occupazione, mentre ad oggi la Regione può impegnare a questo scopo solo 63 milioni, a valere sulla programmazione 2016-2020 del Fondo sociale europeo”.

Di qui la preoccupazione dell’amministrazione regionale, di cui il presidente si è fatto portavoce, non senza aver specificato “di non volere degli interventi particolari a favore del Piemonte, ma di voler sollevare un tema delicato, che certamente interessa altre realtà italiane e che necessità di essere preso in carico a livello nazionale”.

“La commissione Lavoro della Camera - ha concluso Chiamparino - potrebbe mettere in calendario un’audizione delle Regioni su questo tema. Se poi dovesse emergere un’anomalia piemontese, si potrebbe isolare il caso, ma temo che non sia così”.

Author Mara Anastasia Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.