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Thyssen 10 anni dopo: indigna l’indifferenza della giustizia tedesca

Di fronte alle morti sul lavoro non si può che provare amarezza e frustrazione, con la netta consapevolezza che nessuna pena sarà mai abbastanza e che nessun risarcimento sarà mai adeguato a riempire quel lutto così crudele e a colmare il dolore per come quel lutto si sia generato”: è quanto sostiene il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, in occasione del decimo anniversario del rogo della Thyssenkrupp di Torino, che nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 provocò la morte di sette operai.

E, continua il presidente, “indigna il fatto che, complice l’indifferenza della giustizia tedesca, i principali responsabili di quella tragedia siano ancora liberi, come se nulla fosse successo”.

“La tragedia della Thyssenkrupp ha lasciato una traccia indelebile nella nostra comunità - prosegue Chiamparino, che in quel periodo era sindaco di Torino - E’ stato un lutto sentito da tutti, condiviso, vissuto. Ognuno di noi ha portato dentro di sé una parte, seppur piccola, del dolore delle sette famiglie rimaste senza padre, figlio, marito, e di tutte quelle risparmiate dal lutto ma segnate, per sempre. Ed è rimasto un luogo, nella città, un vuoto urbano che nella sua desolazione ci ricorda la paura e la tragedia di quel momento”.

Infine, una proposta: “Credo sia giusto, a dieci anni di distanza, ragionare su come nella trasformazione di quella grande area si possa lasciare un segno permanente di quello che è successo quella notte, del dramma di quelle famiglie, del dramma di un’intera città”.

A ricordare l'anniversario è anche l’assessora al Lavoro, Gianna Pentenero: "Il mio pensiero va ai famigliari dei sette operai scomparsi nel dicembre 2007, nella consapevolezza che nulla potrà cancellare un dolore troppo intenso da essere anche solo immaginato. Nonostante i passi avanti compiuti in questi dieci anni, il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro resta, purtroppo, drammaticamente attuale, come testimonia l’ennesimo infortunio che ieri è costato la vita a un uomo, Naim Macak, 43 anni, operaio alla Gammastamp di Bianzè. Questo tragico fatto ci ricorda che la strada da percorrere perché si affermi a pieno la cultura della sicurezza è ancora lunga”.

Author Gianni Gennaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.