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Regione e Conferenza Espiscopale insieme per un’indagine sul lavoro giovanile

Regione Piemonte e Conferenza Episcopale Piemontese realizzeranno congiuntamente l’indagine “Chi offre e crea lavoro in Piemonte“, per delineare il quadro d’insieme del lavoro giovanile ed analizzare i profili professionali che le imprese offrono e valutare il rilievo assunto dal lavoro autonomo.

Il primo passo è stato compiuto il 18 aprile dai presidenti Sergio Chiamparino e Cesare Nosiglia con la firma dell’accordo che definisce i rapporti tra i due organismi. Presente alla cerimonia anche l’assessora regionale al Lavoro, Gianna Pentenero.

L’indagine si propone di raggiungere precisi obiettivi:
* raccogliere le informazioni offerte dalle fonti disponibili ed analizzarle per costruire una base dati attendibile utile per definire gli approfondimenti territoriali;
* realizzare per ciascun ambito territoriale ricerche puntuali per definire le tendenze legate all’evoluzione del contesto economico-sociale, considerando vari aspetti tra cui gli effetti della crisi, l’evoluzione tecnologica, la disponibilità di risorse/servizi, la strutturazione del sistema formativo, i fabbisogni delle imprese, con un’attenzione particolare agli sviluppi delle nuove professionalità ed all’evoluzione dell’Industria 4.0;
* valutare, nei vari ambiti, le ricadute occupazionali per i giovani anche attraverso l’esemplificazione di percorsi professionali, anche di lavoro autonomo o creazione d’impresa, e la definizione di profili inerenti ai fabbisogni rilevati.

I risultati saranno trasferiti all’Osservatorio sul mercato del lavoro della Regione Piemonte e dovranno evidenziare i comparti dell’economia piemontese nei quali sono maggiori le opportunità di impiego per i giovani, la profilazione delle figure professionali emergenti e innovative rilevate, l’individuazione delle figure tradizionali da valorizzare aggiornando il quadro delle competenze professionali richieste, le iniziative più diffuse e di maggior successo nel campo delle di start up e lavoro autonomo maggiormente avviate dai giovani.

“Si concretizza così - ha commentato Chiamparino - un impegno definito durante l’Agorà per il Sociale del novembre scorso, che dovrà concludersi con l’individuazione degli sbocchi lavorativi maggiormente indicati per i giovani e contribuire a creare una cultura del lavoro, intesa come comprensione del valore che il lavoro ha nella nostra società. I dati occupazionali attuali non lasciano dormire sonni tranquilli a nessuno”. “Troppi giovani piemontesi - ha aggiunto Pentenero - faticano a entrare nel mondo del lavoro, come testimonia un tasso di disoccupazione medio del 36% ancora troppo elevato mentre le imprese non riescono a trovare le figure professionali di cui hanno bisogno. Quest’indagine si propone di fornire informazioni aggiornate e facilmente accessibili sui profili maggiormente richiesti dalle imprese e sulle specificità dei territori. E’ uno strumento che si potrà integrare con gli interventi di politica attiva del lavoro in vigore, in particolare con Garanzia Giovani, che dopo l’estate sarà oggetto di rifinanziamento da parte del Governo. Finora, il programma che si propone di favorire l’occupazione dei giovani che non studiano e non lavorano ha permesso la presa in carico nella nostra regione di oltre 54.000 giovani, di cui circa 36.000 hanno avuto almeno un avviamento in impresa, con un contratto di lavoro o in tirocinio”.

“Con il coinvolgimento di competenze pubbliche e private - ha chiosato Nosiglia - vogliamo portare i giovani a specializzarsi nelle nuove professioni legate all’ambiente, alle green economy e alle tecnologie, oltre a riscoprire i mestieri artigiani. L’obiettivo di fondo è favorire l'inclusione sociale dei giovani, offrendo loro la possibilità di crearsi un percorso verso la vita adulta, potendo contare su un reddito frutto non di sussidi, ma di lavoro continuativo. Oggi si accentua il divario tra i giovani che hanno avuto risorse, capacità e meriti per qualificarsi ad alto livello e giovani che non hanno realizzato le loro capacità e rischiano l’esclusione. Ci proponiamo di colmare o quantomeno ridurre questo divario”.

La firma dell’accordo ha consentito a Chiamparino di puntualizzare alcuni aspetti sulla qualità del lavoro attuale: “In una società in cui il mondo del lavoro è sempre più frammentato e meno stabile e con salari più bassi, e questo non vale solo per gli outlet ma per tutto il settore dei servizi, sono necessari regole e paletti per salvaguardare alcuni giorni di riposo anche se oggi il lavoro scorre inevitabilmente su sette giorni. Non sono perché la domenica tutto si fermi, ma servono paletti sulle condizioni salariali. Il salario minimo può essere una risposta a questo problema: servirebbe per spingere le aziende a reimpostare le attività tenendo conto che ci sono vincoli e standard al di sotto dei quali non si può andare”.

Sul tema delavoro domenicale Nosiglia si è detto “pienamente solidale con i sindacati. Fatti salvi i servizi essenziali come gli ospedali e i treni, la domenica e nei giorni di festa importanti in cui si esprimono forti valori familiari non è necessario andare a fare la spesa. Così costruiamo una società che non regge, e che sta già crollando. Qui il problema è il primato dei soldi sui valori non economici, quelli umani, familiari e sociali. Non creano profitto e vengono sempre più considerati optional. Ma proprio questa cultura che mette al centro i soldi e l'individuo anziché il bene comune ci ha portati alla grande crisi che stiamo vivendo”.

Author Gianni Gennaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.