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- Ambiente e Territorio
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La salvaguardia del territorio, la prevenzione del dissesto, lo sviluppo sociale ed economico, il rafforzamento delle amministrazioni locali sono le basi sulle quali poggia la nuova legge sulla montagna piemontese approvata il 27 marzo dal Consiglio regionale.
Nel riassumere le declinazioni della norma, l’assessore alla Montagna, Alberto Valmaggia, mette l’accento su aspetti come “la valorizzazione dei borghi alpini e appenninici, la riduzione del divario digitale, la necessità di organizzare nuovi sistemi di servizi pubblici quali ad esempio i trasporti a chiamata. Compaiono nell’articolato le cooperative di comunità e anche le comunità energetiche. Turismo e agricoltura sono due assi fondamentali per la crescita dei territori. Si tratta - aggiunge - di una versione 4.0 delle leggi sulla montagna, che attua così anche la legge nazionale 158 del 2017 sui piccoli Comuni, e in questo il Piemonte è la prima Regione in Italia ad averlo fatto, quella sulla green economy. Inoltre, mette al centro del lavoro delle Unioni montane molti temi chiave per il contrasto all'abbandono e ai cambiamenti climatici”.
“Si chiude un percorso impegnativo, ma allo stesso tempo stimolante - conclude Valmaggia - Ora abbiamo infatti uno strumento normativo che intende incentivare la montagna piemontese grazie al principio di premialità per tutte quelle realtà in grado di gestire funzioni e progetti in forma associata, coordinata ed efficiente, nella consapevolezza che il patrimonio delle nostre aree montane può essere valorizzato solamente con una visione univoca e che miri ad ottimizzare le risorse disponibili”. Il voto del Consiglio chiude un percorso durato anni, in cui si è vista la graduale messa in liquidazione delle Comunità montane e la formazione di 55 Unioni montane quali nuove forme più snelle e sostenibili di gestione associata delle funzioni fondamentali. Per questo motivo viene reintrodotta la Conferenza dei presidenti delle Unioni montane quale organo consultivo della Giunta regionale.
Gli strumenti
La legge elenca gli strumenti che i vari attori avranno a disposizione per il rilancio socio-economico delle terre alte:
* il Programma annuale di attuazione, approvato dalla Giunta regionale sentita la Commissione consiliare competente, ha il compito di individuare gli interventi per mantenere e incrementare i punti di forza del territorio montano, le azioni per la promozione e la valorizzazione della montagna, nonché le disponibilità complessive di spesa per l’attuazione del piano stesso;
* l’Osservatorio regionale per la montagna, istituito presso la Direzione regionale competente, acquisisce gli elementi informativi necessari per la conoscenza delle caratteristiche socio-economie, ambientali e territoriali;
* il Fondo regionale per la montagna, ripartito per almeno il 60 per cento tra le Unioni montane in proporzione alla popolazione residente a alla superficie territoriale per finanziare progetti presentati dalle singole Unioni in attuazione del Programma annuale, per una quota non superiore al 30 per cento ripartita tra le Unioni quale contributo alle spese del personale dipendente che svolge funzioni delegate dalla Regione, per una quota non superiore al 10 per cento destinata al finanziamento di interventi attuati dalle Unioni montane, da associazioni o soggetti terzi funzionali allo sviluppo e alla promozione di queste zone.
Le azioni
Una parte fondamentale della legge definisce le disposizioni per la salvaguardia del territorio e lo sviluppo socio-economico, nell’ottica della promozione e del sostegno di interventi in ambiti come la lotta al dissesto idrogeologico, la gestione del patrimonio agro-silvo-pastorale, l’accesso alle tecnologie e ai servizi essenziali alla popolazione, primi fra tutti quelli sanitari.
Tra gli aspetti innovativi figurano:
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valorizzazione di un turismo sostenibile in ambiente montano e riconoscimento del valore economico, sociale, culturale, formativo ed educativo del turismo sportivo in montagna;
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sviluppo dei servizi digitali per ovviare agli svantaggi e alle difficoltà delle aree marginali grazie ad azioni di monitoraggio e di ottimizzazione della qualità dei servizi offerti nell’ambito della Strategia nazionale per la banda ultralarga;
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accesso ai servizi televisivi, postali e della telefonia mobile, contribuendo all’attivazione di nuovi sistemi per limitare il digital divide tra le zone montane e quelle urbane, nonché la promozione di convenzioni con Poste Italiane per il mantenimento dei servizi da questa erogati;
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recupero dei borghi alpini e appenninici mediante le risorse derivanti dai fondi strutturali dell’Unione europea, dallo Stato e dalla Regione;
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valorizzazione delle risorse energetiche locali, promuovendo gli interventi di produzione di energia da fonti rinnovabili, nonché un corretto sviluppo delle filiere locali, il tutto in linea con recente Piano regionale della qualità dell’aria;
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sostegno alla realizzazione di green communities, cooperative di comunità e comunità energetiche in grado di valorizzare in modo integrato e sostenibile le proprie risorse economiche, ambientali, energetiche e socio-culturali, anche grazie alle risorse stanziate dal Fondo regionale per la montagna.