Il nuovo Piano regionale di qualità dell’aria

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Ambiente e Territorio

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Quarantasette misure che interessano i comparti agricoltura, energia e industria, trasporti, riqualificazione urbana e comunicazione: sono i numeri del Piano regionale di qualità dell’aria (Prqa), il documento programmatico che definisce i principi e gli obiettivi su cui dovranno convergere tutti i provvedimenti che avranno impatto diretto o indiretto sulle emissioni in atmosfera, approvato il 25 marzo dal Consiglio regionale del Piemonte.

L’obiettivo è portare alla drastica riduzione delle emissioni in atmosfera dei principali inquinanti, primi tra tutti le polveri sottili (Pm 10 e Pm 2,5) e il biossido di azoto.

«Oggi – ha detto l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggiaè stato approvato il documento strategico che guiderà le politiche future sulla qualità dell’aria. Si tratta del frutto di un lavoro enorme che ha visto impegnato, non solamente l’Assessorato all’Ambiente, ma tutte le strutture regionali coinvolte, più o meno direttamente, nelle problematiche inerenti la qualità dell’aria che respiriamo. Già da tempo, la Giunta ha adottato provvedimenti che rispondono ai principi del Piano, quali ad esempio le delibere di attuazione dell’accordo tra le Regioni dell’area padana e il Ministero dell’Ambiente. Da oggi il Piemonte si è dotato di uno strumento in grado di guidare, in modo omogeneo, la politica regionale di contrasto alle emissioni nocive in atmosfera e ai cambiamenti climatici in atto».

Il Piano parte con l’analizzare lo stato della qualità dell’aria del Piemonte, valutando le concentrazioni degli inquinanti al fine di identificare le porzioni di territorio oggetto di superamento dei limiti, e individuando inoltre le fonti emissive di sostanze nocive. Vengono poi definite 47 misure di intervento, relative ad ambiti diversi, finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria: 22 in materia di trasporti, 9 in ambito di energia, 5 per l’industria, 5 per l’agricoltura, 2 relative alla riqualificazione urbana e 4 concernenti la comunicazione.

Questi i principali interventi, suddivisi per ambito.

Agricoltura

  • Sostegno agli investimenti e all’adozione di tecniche agronomiche per la riduzione delle emissione di ammoniaca tramite politiche di cofinanziamento.

  • Sostegno tramite finanziamento all’utilizzo di concimi organici in sostituzione di quelli minerali

  • Riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera da zootecnia, tramite allontanamento rapido delle deiezioni animali, utilizzo di coperture sulle strutture di stoccaggio e immediata incorporazione al terreno dei reflui a seguito dello spandimento

  • Limitazione della combustione dei residui colturali in campo

 

Energia e industria

  • Stoccaggio dell’energia negli invasi alpini, incrementando l’utilizzo di sistemi di pompaggio/generazione esistenti per costituire bacini di accumulo in condizioni di domanda scarsa

  • Efficientamento energetico degli edifici, tramite la riqualificazione energetica degli involucri (sia pubblici che privati) e degli impianti di riscaldamento, la promozione delle fonti rinnovabili nell’edilizia e la regolamentazione dell’uso delle biomasse

  • Sviluppo di una rete di teleriscaldamento efficiente

  • Informazione e formazione sul risparmio energetico, tramite la diffusione di materiale divulgativo e la partecipazione dei cittadini, tecnici e installatori a corsi ed eventi formativi

  • Efficientamento energetico dei processi produttivi industriali e limitazioni delle emissioni in atmosfera

 

Trasporti

  • Realizzazione di una logistica in ambito urbano che veda la creazione di piattaforme e centri di distribuzione dove far confluire merci, e organizzando lo smistamento con mezzi a basso impatto ambientale

  • Potenziamento del Servizio ferroviario metropolitano, completamento della Linea 1 della metropolitana e realizzazione della Linea 2 della metropolitana

  • Elettrificazione delle linee ferroviarie ancora carenti

  • Rinnovo di circa 3mila mezzi maggiormente inquinanti del trasporto pubblico locale.

  • Promozione della mobilità elettrica e del car-sharing

  • Incentivazione all’acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico locale e incentivi economici, con l’associazione di servizi aggiuntivi

  • Promozione della mobilità ciclistica

  • Obbligo di realizzazione del Piano urbano per la Mobilità sostenibile per tutti gli enti di area vasta e gli agglomerati urbani sopra i 100 mila abitanti

  • Rimodulazione tariffaria dei parcheggi in modo da favorire la sosta nelle aree di interscambio

  • Limitazioni della circolazione in ambito urbano dei veicoli maggiormente inquinanti

 

Riqualificazione urbana

  • Promozione della sostituzione degli edifici ad alto impatto ambientale con edifici a zero emissioni (Zeb e incentivi in termini di costo di costruzione e di oneri di urbanizzazione per gli interventi di incremento premiale di volumetria)

  • Miglioramento del verde urbano mediante piantumazioni progettate e pianificate

 

Comunicazione

  • Informazione sullo stato della qualità dell’aria e sui rischi per la salute, anche tramite campagne di sensibilizzazione

  • Attivazione di progetti formativi e di buone pratiche per la cittadinanza attraverso le scuole, il mondo del lavoro e il terzo settore

  • Promozione della partecipazione attiva dei cittadini e la creazione di canali di confronto e di discussione sul tema della qualità dell’aria

 

Un percorso avviato nel 2015 dalla Giunta, con l’approvazione della prima delibera che definiva i contenuti e il contesto programmatico, nonché il quadro ambientale, su cui si è elaborata la prima proposta di Piano; quest’ultima adottata dalla Giunta regionale due anni dopo, nel giugno del 2017.

Nel frattempo, l’Assessorato all’Ambiente della Regione, in linea con le indicazioni dell’Unione Europea, ha svolto una consultazione on-line tra i cittadini, al fine di accogliere i pareri, le indicazioni e le informazioni utili a redigere la proposta di Piano nell’ottica di una strategia partecipata.

Prima di essere adottato dalla Giunta regionale, il Piano è stato sottoposto alla procedura di valutazione ambientale strategica (Vas), volta a definire la portata reale dell’impatto che il provvedimento avrà sull’ambiente, secondo quando definito dalla normativa europea e nazionale. L’intenzione è stata quella di contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla Direttiva 2008/50/CE in materia di qualità dell’aria, in coerenza con quanto definito dall’Agenda 2030 dell’Onu nonché dalla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile approvata dal Cipe nel dicembre del 2017.

La proposta di Piano regionale della qualità dell’aria, adottata dalla Giunta nel novembre del 2018, è stata in seguito trasmessa alla Commissione Ambiente del Consiglio regionale e, successivamente, alla Conferenza delle autonomie locali per l’acquisizione dei pareri di competenza.

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