La risposta della Regione alle critiche sull’invito a promuovere presepi e canti natalizi

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Presa di posizione dell’assessore regionale all’Istruzione, Elena Chiorino, sulle critiche rivoltele tramite gli organi di informazione da alcuni dirigenti scolastici e sindacati sui contenuti della lettera con la quale ha invitato le scuole del Piemonte, “nel pieno rispetto delle autonomie e senza alcuna ingerenza” a favorire all’interno dei propri istituti l’allestimento di presepi e la realizzazione di iniziative legate alla Natività, in previsione del Santo Natale 2019.

Dopo aver rivelato che “i miei uffici hanno ricevuto decine di lettere di complimenti per l’iniziativa e quasi un centinaio di telefonate di esponenti e lavoratori della scuola e di genitori che si rallegravano del mio invito”, si dichiara stupita “che alcuni di questi dirigenti scolastici e sindacalisti, che non hanno sentito la necessità di contattarmi, abbiano sostenuto che, invece di parlare di presepi, occorrerebbe intervenire concretamente a favore delle scuole piemontesi” e li invita “ad informarsi meglio su temi tanto importanti che afferiscono alla loro professione, come, in particolare, la decisione della Regione di destinare 4 milioni di euro nel recente assestamento di bilancio per l’edilizia scolastica d’emergenza, istituendo un capitolo che prima non esisteva, a dimostrazione di quanto questa Giunta tenga alla scuola e alle sue esigenze, che ben conosciamo e che stiamo affrontando puntualmente”.

Chiorino lancia anche una proposta provocatoria: “Se emergesse davvero che il Natale e le feste religiose fossero considerate superate dalla maggior parte delle autonomie scolastiche, occorrerebbe mettere immediatamente mano al calendario scolastico, valutando la soppressione delle vacanze di Natale, di Carnevale e di Pasqua e redistribuendo i giorni scolastici in maniera alternativa, magari valorizzando eventi commerciali, importati da altre culture, come ad esempio il Black friday, opzione che, forse, potrebbe placare gli animi dei nemici giurati della tradizione e delle nostre radici culturali, così come quelli che considerano un normale invito alla stregua di una grave ingerenza”.

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