Hikikomori, un disagio da contrastare

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Il protocollo d’intesa triennale tra Regione Piemonte, Ufficio scolastico regionale per il Piemonte e Associazione nazionale Hikikomori Italia Genitori Onlus è stato l’argomento di un seminario per dirigenti e docenti delle scuole medie e superiori piemontesi tenutosi il 17 gennaio nell’aula magna del Liceo D’Azeglio di Torino.

L’obiettivo del documento è approfondire la conoscenza di una forma di disagio sociale spesso erroneamente scambiata per pigrizia o indolenza, analizzarne le caratteristiche, i fattori di predisposizione e di rischio e, soprattutto, elaborare strategie di prevenzione e intervento. Hikikomori è una parola giapponese che significa letteralmente "stare in disparte" e che identifica il fenomeno del ritiro sociale volontario, cresciuto negli anni ’80 in Giappone ma che si sta manifestando sempre di più anche in altri Paesi del mondo, Italia compresa, e che interessa adolescenti e giovani adulti tra i 14 e i 30 anni, prevalentemente di sesso maschile. Gli hikikomori vivono isolati dal mondo, quasi sempre rinchiusi nella loro camera da letto, e alle relazioni sociali tendono a privilegiare quelle virtuali attraverso la Rete; nei casi più gravi, rifiutano qualsiasi contatto anche con i genitori e abbandonano progressivamente le attività scolastiche e lavorative. La letteratura concorda nell’attribuire gran parte delle cause del fenomeno alla competizione sociale e alle alte aspettative di realizzazione personale tipiche delle società moderne, che possono risultare particolarmente stressanti per soggetti caratterialmente fragili. La fascia di età in cui sembrano comparire più frequentemente i sintomi di isolamento sociale è quella che va dai 15 ai 19 anni, ma in alcuni casi la tendenza si manifesta già al primo anno delle scuole medie inferiori.

"La Regione Piemonte - hanno dichiarato gli assessori all’Istruzione, Gianna Pentenero, e alle Politiche sociali, Augusto Ferrari - è lieta di poter dare il proprio contributo alla gestione di un fenomeno dalle implicazioni sociali e psicologiche gravi, che resta ancora troppo poco conosciuto. Per questo, nell’ambito delle attività volte a contrastare l’abbandono scolastico e il disagio giovanile e a sostenere gli alunni con bisogni educativi speciali, saranno messi in atto interventi per favorire innanzitutto il riconoscimento del problema e per aiutare le persone ad acquisire le competenze necessarie a raggiungere gli obiettivi scolastici e formativi, favorendone il successivo inserimento lavorativo”.

Al seminario sono intervenuti anche il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Fabrizio Manca, che ha definito il protocollo “uno strumento di fattivo supporto alle istituzioni scolastiche per la tempestiva prevenzione e ‘cura’ di queste nuove forme di disagio, purtroppo ancora di difficile individuazione, in quanto valorizza la centralità della personalizzazione dell’insegnamento e di tutti gli interventi e le strategie didattico-educative da attuare”, e la presidente dell’associazione Hikikomori Italia Genitori Onlus, Elena Carolei, secondo la quale “finalmente scuole e famiglie saranno assieme e saranno orientate sugli strumenti per aiutare i ragazzi colpiti da un nuovissimo disagio sociale che sovverte i paradigmi utilizzati finora da professionisti e istituzioni; un percorso costruttivo importante, con prospettive ampie che ci auspichiamo possano avere un effetto positivo di prevenzione e di ripristino del benessere per tanti giovani”.

 

 

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