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Olimpiadi 2026: la Regione disposta a recuperare un ruolo per le montagne di Torino

“Se c'è una possibilità di recuperare, senza Torino, un ruolo per le montagne olimpiche torinesi la Regione c'è”: è quanto ha garantito il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, dopo che il Coni ha ufficializzato la candidatura di Milano e Cortina per i Giochi olimpici invernali 2026, che ha ha aggiunto: “Non è una sorpresa. Purtroppo me lo aspettavo. Ero stato il primo a dire che sentivo puzza di bruciato dopo la decisione del sottosegretario Giorgetti di far saltare il tavolo a tre e, pochi minuti dopo, far emergere la candidatura a due".

Chiamparino ha ripercorso la vicenda della candidatura olimpica il 2 ottobre in Consiglio regionale: “Tutto inizia il 19 giugno, quando la sindaca Chiara Appendino invita me e il direttore generale per illustrarci il dossier dei sindaci delle valli olimpiche. Quando il presidente della Camera di Commercio Ilotte presentò il dossier, dissi naturalmente che ero d'accordo. Successivamente, il 19 luglio scrivo una lettera di sostegno che viene inviata al Coni e il 30 luglio veniamo convocati a Roma. In quella sede il presidente Malagò dice esplicitamente che la candidatura di Torino da sola non poteva andare avanti e che se volevamo metterla ai voti ne avrebbe raccolti solo due o tre, e quindi abbiamo dato assenso alla candidatura a tre a patto che non ci fosse una città capofila e titolare dei Giochi. L'11 settembre andiamo ad una riunione a Palazzo Chigi dove chiediamo il bilanciamento nella distribuzione delle gare. Qualche giorno dopo il sottosegretario Giorgetti scrive ad Appendino per ribadire la candidatura a tre e proporre la costituzione di un comitato nazionale e l'elaborazione di un logo comune. La sindaca risponde che la posizione era quella del Comune di Torino, cioè Torino da sola”.

“Continuo a pensare che qualche spiraglio possa ancora esserci - ha proseguito il presidente - E sono convinto, come Chiara Appendino, che la candidatura di Torino sia la migliore per qualità degli impianti e per l'esperienza pregressa del 2006. Non vi è però dubbio che l'atteggiamento della maggioranza in Comune, quando è stato detto che i Giochi del 2006 sono stati un fallimento, abbia fortemente minato la credibilità del dossier, anche se sono convinto che Appendino creda fermamente nella competitività di Torino. Inoltre trovo incomprensibile la posizione di Giorgetti, in quanto nessuno ha discusso la candidatura a tre e non c’erano problemi per dare a Milano il primo posto nel marchio. Ma dopo di ciò Giorgetti fa saltare il tavolo a tre e inaspettatamente viene fuori la candidatura lombardo-veneta. Mi viene da pensare che ci fosse già un lavoro di preparazione. Con i sindaci della valli cerchiamo di recuperare la presenza di Torino, che ha anche impianti del ghiaccio già pronti”.

Chiamparino ha poi posto una questione al Coni: “Se sono cambiate le condizioni, allora va bene. Se invece non sono cambiate, mi risulta impossibile la candidatura senza una lettera di accompagnamento del Governo. Non vorrei che arrivasse sotto Natale, una volta depositata la polvere e spenti i riflettori”.

Infine, una considerazione politica: “Se c'era bisogno di un elemento a conferma che il Governo sta mettendo in un angolo il Piemonte, questa vicenda è la cartina di tornasole. Il Piemonte avrebbe bisogno di tanti sì, e non di tanti no, mentre la maggioranza di Governo è composta da partito che ha il suo asse di riferimento nel Nord-Est e da uno che teorizza la decrescita, e non la crescita. Io farò il possibile per impedire che ciò avvenga”.

Author Gianni Gennaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.