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Il Piemonte si candida per un polo sulla fusione nucleare

Il Piemonte si candida per ospitare nell’area di Casale Monferrato un polo scientifico-tecnologico tra i più avanzati al mondo per la fusione nucleare”: lo ha annunciato il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, intervenendo alla presentazione del progetto, svoltasi il 14 dicembre presso l’Unione Industriale di Torino, alla quale hanno partecipato i presidenti dell’Enea, Federico Testa, dell’Unione Industriale, Dario Gallina, l’assessora regionale alle Attività produttive e all’Innovazine, Giuseppina De Santis, il direttore del Dipartimento Fusione dell’Enea, Aldo Pizzuto.

“E’ un progetto che sosteniamo - ha aggiunto Chiamparino - perché punta a sviluppare energie nuove e pulite ed il nostro territorio ha tutte le caratteristiche per ospitarlo, può essere considerata la sede naturale per un’iniziativa di questa portata per la presenza logistica, di infrastrutture, di centri di ricerca pubblici e privati di eccellenza, di un tessuto ricco di aziende innovative. Ora si deve iniziare una campagna di lobbying democratica perché il progetto sia sostenuto dal Governo. La Regione farà la sua parte”.

L’impianto si chiama DTT, sigla che sta per Divertor Tokamak Test facility, e la sua missione sarà provare la fattibilità fisica e tecnologica delle soluzioni necessarie per colmare il divario oggi ancora esistente tra le attuali macchine sperimentali e l’impianto dimostrativo della fusione. Comporta un investimento di circa 500 milioni di euro (reperibili soprattutto da fondi europei, statali e regionali) e richiederà almeno 270 addetti per la costruzione e 500 per la sperimentazione, ai quali si aggiungeranno rispettivamente 350 e 750 posti nell’indotto terziario. La costruzione avverrà in 7 anni, mentre la gestione si protrarrà per almeno 25 anni e necessiterà di spese di approvvigionamento, materiali di consumo e manutenzioni per circa 15 milioni di euro l’anno, più l’indotto relativo alla presenza sul territorio dello staff tecnico-scientifico. Le ricadute in termini di reddito prodotto sul territorio di un simile progetto è stimato pari a quattro l’investimento, quindi due miliardi di euro. Saranno coinvolte industrie che operano nel campo della superconduttività, della meccanica di precisione, dell’elettronica di potenza, delle tecnologie speciali per il vuoto e dei processi per la realizzazione di materiali e componenti. L’Italia, con l’Enea, è fra i leader nei progetti internazionali di ricerca sulla fusione nucleare come Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor e Broader Approach).

Federico Testa ha messo in risalto che “realizzare nel nostro Paese quest’esperimento internazionale permetterà alla comunità scientifica italiana di continuare ad essere tra i leader nel campo della fusione e al sistema industriale di confermare l’elevato livello di competitività dimostrato in questo campo”. “Riprodurre il meccanismo fisico che alimenta le stelle è la grande sfida della ricerca sulla fusione nucleare che vede impegnati i migliori laboratori di tutto il mondo nel produrre energia rinnovabile, sicura, economicamente competitiva, inesauribile e in grado di sostituire i combustibili fossili - ha spiegato Pizzuto, evidenziando che “Enea ha brevettato una tecnica per effettuare test per la struttura DTT con materiali avanzati”.

“Ospitare un esperimento internazionale strategico per il futuro della ricerca e dello sviluppo in campo energetico - ha infine dichiarato Gallina - ha un grande significato, poiché molte aziende tecnologiche piemontesi sarebbero coinvolte prima nella realizzazione dell’infrastruttura e poi nei rapporti di fornitura per il suo funzionamento e la sua attività. L’altro aspetto di rilievo, dal nostro punto di vista, è che una iniziativa di questo genere comporta necessariamente la creazione di un certo numero di nuovi posti di lavoro, ad alta ed altissima qualificazione professionale”.

Per approfondire

Author Gianni Gennaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.