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La Protezione civile piemontese in udienza dal Papa

C’era anche una delegazione piemontese, composta da 80 volontari e 8 funzionari del Settore Protezione civile e Antincendi boschivi della Regione e accompagnata dall’assessore Alberto Valmaggia, tra i 6.000 rappresentanti del Servizio nazionale di Protezione civile che hanno partecipato la mattina del 22 dicembre all’udienza con Papa Francesco.

Nella Sala Nervi del Vaticano erano presenti le diverse articolazioni del sistema, rappresentate dalle strutture dello Stato, delle Regioni e Province autonome, dei Comuni, delle organizzazioni di volontariato e delle amministrazioni ed enti che ne costituiscono parte integrante.

Anche in occasione di questa trasferta, l’assessore Valmaggia ha ricordato “il generoso impegno dei volontari piemontesi, guidati da un costante spirito di servizio e di abnegazione”.

La cerimonia è iniziata con un momenti di ascolto e di condivisione delle attività messe in campo dal sistema nazionale della, durante il quale sono stati proiettati video e ascoltate le testimonianze di diversi soccorritori appartenenti alle associazioni di volontariato e alle diverse strutture operative intervenute nel corso delle tante emergenze che hanno interessato l’Italia.

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All’arrivo del Santo Padre, il capo del Dipartimento nazionale, Angelo Borrelli, ha illustrato l’organizzazione e le attività del Servizio, donando alla Santa Sede un ambulatorio mobile.

Papa Francesco ha aperto il suo intervento rivolgendo la sua preghiera alle vittime di catastrofi naturali e di coloro che hanno sacrificato la loro vita per salvarne altre. Ha poi lodato la generosità dei volontari e di tutti coloro che sono impegnati in questo difficile compito, sottolineando l’importanza delle le attività di prevenzione e previsione e della formazione dei cittadini, perché sia in grado di difendere se stessi e gli altri.

La Protezione civile italiana - ha aggiunto il Papa - non smette mai di ricordarci che la difesa della vita umana e la salvaguardia del territorio e delle infrastrutture non avvengono solo nelle emergenze, ma anche e soprattutto nelle attività di previsione e prevenzione e nella successiva fase di ritorno alla normalità che, malgrado l'impegno di tutti, a volte è più lunga e complessa di quanto si possa immaginare. La missione più importante della Protezione civile diventa quella educativa, per fare in modo che in tempo di quiete ciascun cittadino venga formato per conoscere i luoghi di vita quotidiana e, in questo modo, possa adottare comportamenti che riducano i rischi per sé e per gli altri. In tal senso, sono particolarmente utili le iniziative che vengono svolte nelle scuole con i bambini e i ragazzi, che saranno poi i cittadini e i volontari di domani”.

Author Gianni Gennaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.