Regione Piemonte - Piemonteinforma

Il piano del Piemonte per l'immigrazione

In Piemonte il salto di qualità sull’accoglienza sarà la trasformazione del sistema da emergenziale in strutturale. Il Piano regionale sull’Immigrazione, presentato oggi il 10 febbraio dall’assessora Monica Cerutti, si propone di facilitare questo passaggio.

Il Piano mette a sistema una serie di iniziative che puntano ad aiutare i Comuni piemontesi a non sentirsi soli nell'affrontare la situazione, e anzi ad attivarsi per essere protagonisti:

- il progetto Vesta, finanziato con 200.000 euro, che intende coinvolgere in corsi di formazione specifici 600 operatori dei servizi pubblici che si relazionano con l'utenza straniera;

- lo storico progetto Petrarca, che con un milione e mezzo di euro fornirà corsi di italiano e di educazione civica a 3.000 migranti;

- un progetto contro le discriminazioni, rivolto ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni, ad alcuni target di cittadinanza e agli stessi stranieri, finanziato con oltre 400.000 euro,

- un progetto di cooperazione da oltre 600.000 euro in Senegal e Costa d'Avorio, che punta a favorire lo sviluppo delle economie locali e a migliorare le competenze lavorative di 600 giovani.

L’obiettivo comune, ha spiegato Cerutti, è “unire alle buone politiche un'azione mirata a disinnescare le paure e dare avvio a un cambiamento culturale”.

L’assessora ha quindi sostenuto che “i Comuni vanno coinvolti maggiormente nell'accoglienza dei migranti. Non va bene che su 14.000 stranieri presenti nelle strutture del Piemonte solo poco più di 1.200 rientrino nel sistema Sprar”, quello appunto che vede in prima fila le amministrazioni comunali. “I dati nazionali degli arrivi - ha rimarcato Cerutti – sono in aumento, e il Piemonte se ne accolla l'8%, un punto in più della percentuale assegnatagli, per farsi carico di una quota di quanto sarebbe toccato alle Regioni terremotate. Intendiamo pensare a ciò che viene subito dopo la prima accoglienza, e se facciamo buone politiche, vogliamo accompagnarle con un'azione mirata al cambiamento culturale". 

La Regione continua così un percorso intrapreso negli ultimi anni, grazie al quale è stato possibile costruire politiche volte ad affrontare l'accoglienza con un approccio di sistema e che ha messo al centro gli operatori/trici delle numerose organizzazioni del privato sociale che, oltre al cibo e a un tetto, provvedono ogni giorno alla formazione civico-linguistica ed alla definizione di un programma di inserimento socio-lavorativo che possa anche prevedere l'avviamento al lavoro. Con i cinque Centri servizi per il volontariato piemontesi è stato firmato un protocollo di collaborazione per approfondire la conoscenza del livello di partecipazione attiva alla vita sociale e civile degli stranieri/e e attivare processi di inclusione attraverso lo svolgimento di attività di volontariato che consentano allo straniero/a di acquisire e svolgere un ruolo attivo e partecipe.

Author Gianni Gennaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.