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In Piemonte le pluriclassi più piccole d'Italia

Due alunni e un’unica insegnante. Questi i componenti della pluriclasse più piccola d’Italia di questo anno scolastico 2015-2016. Si tratta della scuola primaria di Ceresole Reale, un piccolo istituto di montagna situato in alta valle Orco, in Piemonte, che ha potuto scongiurare il rischio chiusura grazie ad un progetto didattico che annualmente la Regione Piemonte finanzia in virtù di un protocollo d’Intesa, siglato nel 2003 e rinnovato negli anni, tra Miur - Ufficio scolastico regionale, mondo della scuola, Unioni montane e assessorati regionali alla Montagna e all’Istruzione. Un vero e proprio patto interistituzionale che delega all’amministrazione comunale la gestione dei locali in cui ospitare gli alunni ed organizzare l’attività didattica e alla Regione la presa in carico dell’insegnante.

Una situazione che, in Piemonte, si è già verificata in passato e che è comune a quella di istituti scolastici di altri centri delle Valli Orco e Soana, come quelli di Alpette, Ronco Canavese e Frassinetto, Prali, Campiglia Cervo nel biellese e Trasquera nel VCO. Altri esempi riguardano scuole dell’infanzia a Valprato Soana, Ponzone e a Serravalle Langhe. Tutte mini pluriclassi non più statali, rimaste aperte grazie alla volontà dei Comuni e al sostegno della Regione.

Non è cosa nuova l’impegno della Regione per lo sviluppo e la sopravvivenza delle scuole di montagna. Solo lo scorso anno, la Giunta regionale ha infatti stanziato 600mila euro per il mantenimento e lo sviluppo dei servizi scolastici in aree territoriali svantaggiate, di questi, 200 mila euro sono stati destinati, in questo anno scolastico 2015-2016, a progetti didattici come quello di Ceresole Reale.

“Per i piccoli comuni, siano essi di montagna o di collina o di pianura la presenza del servizio scolastico rappresenta veramente la possibilità di continuare ad esistere: la scuola costituisce una ricchezza da custodire e coltivare, puntando non solo sull’ampliamento ma anche sull’innalzamento qualitativo dell’offerta formativa - sostiene l’assessore all’Istruzione, Gianna Pentenero - In quest’ottica, la montagna non può e non deve limitarsi a difendere semplicemente l’esistente ma può creare autonomamente le condizioni per superare la difficoltà dei piccoli numeri, e ciò anche attraverso progetti didattici innovativi. È ciò che è avvenuto nel 1994 quando dalla montagna è partita l’esperienza degli Istituti comprensivi, che ora vengono proposti come modello innovativo in grado di assicurare le “continuità” tra i vari gradi di scuole”.

 

Author Susanna De Palma Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.